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Libertari ma non libertà di contagiare. L'equivoco americano

Alfonso Berardinelli

Cresce negli Usa il fenomeno "libertarian", cittadini americani incoscienti che rifiutano le costrizioni accettabili (e necessarie)

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Si dice comunemente che la politica italiana è un groviglio incomprensibile agli stranieri. Anche quella americana, però, è difficile da decifrare. Per esempio il fenomeno dei Libertarian e della loro potenziale crescita politica in tempi di Covid, di proteste antilockdown e contro le violenze della polizia. Ne dà notizia l’articolo “Galassia Libertarian” di Carola Mamberto e Lorenza Pieri uscito sull’Espresso del 9 agosto scorso, nel quale emerge ancora una volta l’idea secondo cui in America le misure di contenimento e tracciamento antivirus non possono avere successo “perché gli americani tengono troppo alla loro libertà, non vogliono sentirsi sorvegliati e controllati e non si fidano dello stato (secondo una recente ricerca del Pew Center, solo il 17 percento della popolazione Usa crede che abitualmente il governo federale decida ‘la cosa giusta’ per il paese)”.

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Si dice comunemente che la politica italiana è un groviglio incomprensibile agli stranieri. Anche quella americana, però, è difficile da decifrare. Per esempio il fenomeno dei Libertarian e della loro potenziale crescita politica in tempi di Covid, di proteste antilockdown e contro le violenze della polizia. Ne dà notizia l’articolo “Galassia Libertarian” di Carola Mamberto e Lorenza Pieri uscito sull’Espresso del 9 agosto scorso, nel quale emerge ancora una volta l’idea secondo cui in America le misure di contenimento e tracciamento antivirus non possono avere successo “perché gli americani tengono troppo alla loro libertà, non vogliono sentirsi sorvegliati e controllati e non si fidano dello stato (secondo una recente ricerca del Pew Center, solo il 17 percento della popolazione Usa crede che abitualmente il governo federale decida ‘la cosa giusta’ per il paese)”.

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Già, l’indomabile individualismo americano, la libertà individuale da difendere in ogni caso. Una coppia di “libertarian”, lei imprenditrice e lui avvocato, si dichiarano sostenitori delle “armi libere” e della home-school, dell’istruzione scolastica da impartire in famiglia, nonché della “gestione consapevole” del rischio individuale di contagio con una pandemia in atto.

  

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Bene. Verrebbe solo da aggiungere malignamente che se poi gli Stati Uniti hanno conquistato il primato mondiale dei contagi non c’è da meravigliarsi, il merito morale è tutto loro. Evviva la libertà di contagiare se stessi e gli altri! Strano concetto di libertà, come se gli individui non fossero socialmente interattivi e responsabili. Come se in caso di calamità, catastrofe, emergenza ambientale e sanitaria le proprie libertà potessero rimanere intatte, incontaminate, inflessibili.

   

In realtà, se siamo liberi lo siamo solo in situazioni e circostanze determinate: liberi cioè di fronte a stati di necessità e rispetto a dati di fatto ai quali non si può negare evidenza e realtà. Se piove a dirotto, se nevica, se cado e mi rompo una gamba, se incontro un malfattore, se mi ammalo e invecchio, ecco che la mia libertà di scelta si riduce drasticamente, cambia forma e contenuto. Esistono norme proibitive del tutto accettabili, ragionevoli, utili e necessarie. E’ bene, mi pare, che sia proibito fumare nei locali pubblici, bestemmiare o entrare seminudi in chiesa, sputare sui pavimenti e sui muri in ufficio, superare guidando certi limiti di velocità, fare sesso per le strade o in un parco o in discoteca, offrire liberamente cibo agli animali di uno zoo, chiacchierare durante un concerto, commentare un film al cinema, masturbarsi durante uno streeptease, tenere acceso il cellulare a teatro, mangiare durante i lavori parlamentari, bere alcool a scuola…

   

L’individualismo di noi italiani, ammesso che sia credibile (io ci credo poco, seguiamo sempre gli altri) è un individualismo che non somiglia affatto a quello degli americani, anche se quanto a sfiducia nello stato siamo anche noi ai primi posti nel mondo. In caso di Covid però la nostra autodisciplina è stata abbastanza alta (l’imprudenza dei giovani richiederebbe un discorso a sé). Abbiamo pensato che quando si tratta di contagio l’individuo deve essere socialmente responsabile e “utilitarista”, nel senso che proteggere se stessi equivale a proteggere anche gli altri. Per noi italiani “la prima cosa è la salute” e la buona tavola, non la libertà. Sembra che negli Stati Uniti, tuttavia, la libertà di mangiare cibi sani e buoni non tocchi molto la sensibilità delle persone.

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C’è poi un problema più vasto di filosofia morale, civile e politica che tocca i rapporti fra individuo e stato, individuo e vita sociale, l’individualismo e la legge. Dov’è la destra, dov’è la sinistra? cantava un cantante. Gli individui gelosi della libertà individuale sono per lo più quelli che si sentono e sono piuttosto liberi, cioè socialmente piuttosto privilegiati. Coloro che invece patiscono stati di necessità socialmente indotti, preferiscono che lo stato garantisca loro una certa protezione dall’insicurezza, dall’instabilità, dal rischio fisico, da quello economico e anche dall’umiliazione. Il darwinismo sociale favorisce quasi sempre chi è già favorito, chi parte avvantaggiato, mentre dallo stato ci si aspetta una decente difesa dall’ingiustizia sociale.

  

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Non credo che questi Libertarian possano avere molto successo neppure negli Stati Uniti, né che possano seriamente minacciare il bipolarismo repubblicani-democratici, se non in qualche occasione circoscritta. Se è vero che tra loro ci sono sia imprenditori che intellettuali, sia difensori del diritto alle armi e del libero mercato che difensori dei diritti civili delle minoranze e chi vuole una polizia demilitarizzata e frontiere aperte, allora le contraddizioni interne al Libertarian Party gli impediranno di trasmettere agli elettori messaggi convincenti perché coerenti.

  

Se si resta ai princìpi generali, il bilanciamento fra giustizia di stato e libertà dell’individuo non raggiungerà mai un punto di equilibrio stabile. Instabilità, prevaricazione e follia vengono da una parte e dall’altra e chi pensa o sogna di eliminarle “una volta per sempre” va considerato pericoloso.

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