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La guerra del presidente

Perché Trump ha ordinato la chiusura del consolato cinese

Giulia Pompili

La chiusura dell'edificio di Houston fa parte di una serie di azioni dell’Amministrazione americana contro la Cina. Ma l'incendio divampato nell'edificio di Montrose Boulevard ha qualcosa di sospetto

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Roma. Distruggere i documenti, quando si deve lasciare una sede diplomatica, è la prassi. Ma quello che è successo ieri a Houston ha qualcosa di sospetto: nella serata di ieri, dal tetto dell’edificio di Montrose Boulevard che ospita il consolato cinese, si sono alzate delle fiamme. Cinque vetture dei vigili del fuoco sono rimaste a terra e a distanza, non essendo autorizzati a entrare se non su specifica richiesta all’interno di una sede diplomatica. I giornali locali hanno pubblicato le immagini aeree in cui si vedono i diplomatici cinesi gettare nel fuoco fogli di carta e altro materiale: esistono dei macchinari per farlo, non servono per forza le fiamme. Ma i video sono potenti, infatti poco dopo il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, ha fatto sapere: Washington ci ha ordinato di chiudere il consolato generale cinese nelle prossime 72 ore, è un’azione “oltraggiosa e ingiustificata”.

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Roma. Distruggere i documenti, quando si deve lasciare una sede diplomatica, è la prassi. Ma quello che è successo ieri a Houston ha qualcosa di sospetto: nella serata di ieri, dal tetto dell’edificio di Montrose Boulevard che ospita il consolato cinese, si sono alzate delle fiamme. Cinque vetture dei vigili del fuoco sono rimaste a terra e a distanza, non essendo autorizzati a entrare se non su specifica richiesta all’interno di una sede diplomatica. I giornali locali hanno pubblicato le immagini aeree in cui si vedono i diplomatici cinesi gettare nel fuoco fogli di carta e altro materiale: esistono dei macchinari per farlo, non servono per forza le fiamme. Ma i video sono potenti, infatti poco dopo il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, ha fatto sapere: Washington ci ha ordinato di chiudere il consolato generale cinese nelle prossime 72 ore, è un’azione “oltraggiosa e ingiustificata”.

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La conferma del Dipartimento di stato è arrivata molte ore dopo, quando la portavoce Morgan Ortagus ha detto che la chiusura è stata ordinata per “proteggere la proprietà intellettuale americana e le informazioni personali degli americani”, senza aggiungere dettagli. Una seconda dichiarazione ufficiale della diplomazia americana parla di “imponenti operazioni di spionaggio e di influenza”. Il segretario di stato Mike Pompeo, che si trova in questi giorni in Europa per quello che è stato definito un “anti-China tour”, durante la conferenza stampa a Copenhagen ha detto che “stiamo prendendo decisioni per proteggere il popolo americano, la nostra sicurezza, la sicurezza nazionale, la nostra economia”. Nessuna risposta alle domande che si stanno ponendo tutti: perché adesso? E perché il consolato di Houston?

   

David R. Stilwell, assistente del Dipartimento di stato per l’Asia, ha dato al New York Times alcuni dettagli in più. Dice che il consolato di Houston è centrale nelle attività di spionaggio gestite dal Partito comunista cinese, che “invia studenti cinesi nelle università americane per trarne vantaggi. Gli stiamo impedendo di farlo ancora”. Per Stilwell, inoltre, il console generale cinese a Houston e altri due diplomatici sono stati “impegnati in attività discutibili oltre l’area di controllo di sicurezza dell’aeroporto George Bush”. La notizia della chiusura del consolato arriva il giorno dopo un’altra decisione del Dipartimento di giustizia americano, che ha accusato due cittadini cinesi di aver rubato “terabytes di informazioni” dai computer di varie aziende, istituzioni e organizzazioni non governative americane. Li Xiaoyu e Dong Jiazhi, di 34 e 33 anni, secondo l’accusa lavorerebbero per il Dipartimento di sicurezza del Guangdong, che fa parte dei servizi d’intelligence cinesi. Secondo l’Attorney general per la Sicurezza nazionale, John Demers, sarebbero due hacker freelance, reclutati periodicamente da Pechino per rubare informazioni: negli ultimi mesi avrebbero effettuato diversi tentativi per rubare informazioni sulla ricerca sul vaccino contro il Covid-19 in America.

  

La chiusura improvvisa del consolato cinese di Houston fa parte di una serie di azioni dell’Amministrazione americana contro la Cina che negli ultimi mesi si sono intensificate, soprattutto da quando Trump ha accusato la Cina di aver provocato la pandemia. Attraverso nuove regole per l’immigrazione, già da qualche mese gli Stati Uniti hanno limitato l’ingresso dei diplomatici cinesi sul proprio territorio, e gli studenti che hanno studiato con istituzioni militari cinesi non possono più entrare in America. Si parla molto anche di un eventuale divieto d’ingresso per tutti gli iscritti al Partito comunista cinese – una decisione difficile da mettere in pratica, perché coinvolgerebbe più di 270 milioni di persone. Il presidente americano Donald Trump, circondato da falchi anticinesi come il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien e il suo vice, Matthew Pottinger, sta portando avanti, insieme con il Dipartimento di stato di Mike Pompeo, una quotidiana battaglia contro Pechino.

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Ieri il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha parlato di una decisione “politica” e di “adeguate contromisure” che verranno prese dopo la chiusura del consolato di Houston. Sempre secondo il New York Times, se si trattasse di un’azione dimostrativa, una prova di forza da parte di Washington, uno dei motivi che avrebbe spinto a scegliere proprio Houston è che il suo “consolato gemello” americano è quello di Wuhan, già praticamente chiuso dopo l’evacuazione di tutto il personale. Ma ieri il tabloid legato al Partito, il Global Times, ha messo su Twitter un sondaggio: quale consolato americano, secondo voi, dovremmo chiudere per rappresaglia? Più della metà degli utenti ha risposto: quello di Hong Kong e Macao.

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