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editoriali

La frugalità è anche socialdemocratica

Redazione

Perché la poca fiducia tra nord e sud Europa non c’entra con il sovranismo

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In politica il moralismo e le categorie etiche non sono mai di grande aiuto a definire i comportamenti e a comprenderli. Pertanto non ha senso definire “frugali” i cinque paesi del nord Europa che hanno voluto un Recovery fund più contenuto e con condizioni più stringenti. Allo stesso modo non ha senso definirli “avari” o “egoisti”, anche perché non si capirebbe in che misura i paesi come l’Italia che vogliono per sé più fondi e meno condizionalità sarebbero “altruisti”. In questa vicenda però non sembrano essere utili neppure le categorie politiche. In questi giorni i governi del nord Europa sono stati descritti come sovranisti e populisti, assimilati alla destra di Salvini e dei suoi alleati. Non è affatto così. I governi dei paesi cosiddetti frugali combattono in patria contro la destra sovranista, contro i Salvini di casa loro, e sono prevalentemente di centrosinistra: socialisti in Danimarca, Svezia e Finlandia, centristi-liberali in Olanda e una strana alleanza popolari-verdi in Austria. Dal loro punto di vista, la prospettiva è ribaltata: è il governo italiano – in continuità con quello precedente – a fare le stesse richieste che avrebbe fatto Salvini, favorendo così la crescita della destra sovranista nei loro rispettivi paesi. C’è evidentemente una mancanza di fiducia tra nord e sud Europa (Italia in particolare) che prescinde dall’appartenenza alle medesime famiglie politiche europee e che segue quelli che vengono considerati gli interessi nazionali. Questo aspetto viene spesso sollevato per manifestare le contraddizioni della destra sovranista, ma in realtà rappresenta una contraddizione molto più profonda per le famiglie europeiste e in particolare per quella socialista. E’ vero che i governi nordeuropei dovrebbero essere più coerenti con i loro princìpi solidaristici, ma anche chi chiede aiuto dovrebbe dare forti segnali di discontinuità e accettare condizionalità e controlli sull’uso dei fondi. Altrimenti chiedere semplicemente più sussidi a fondo perduto e risorse incondizionate è solo una forma di sovranismo con i soldi degli altri.

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In politica il moralismo e le categorie etiche non sono mai di grande aiuto a definire i comportamenti e a comprenderli. Pertanto non ha senso definire “frugali” i cinque paesi del nord Europa che hanno voluto un Recovery fund più contenuto e con condizioni più stringenti. Allo stesso modo non ha senso definirli “avari” o “egoisti”, anche perché non si capirebbe in che misura i paesi come l’Italia che vogliono per sé più fondi e meno condizionalità sarebbero “altruisti”. In questa vicenda però non sembrano essere utili neppure le categorie politiche. In questi giorni i governi del nord Europa sono stati descritti come sovranisti e populisti, assimilati alla destra di Salvini e dei suoi alleati. Non è affatto così. I governi dei paesi cosiddetti frugali combattono in patria contro la destra sovranista, contro i Salvini di casa loro, e sono prevalentemente di centrosinistra: socialisti in Danimarca, Svezia e Finlandia, centristi-liberali in Olanda e una strana alleanza popolari-verdi in Austria. Dal loro punto di vista, la prospettiva è ribaltata: è il governo italiano – in continuità con quello precedente – a fare le stesse richieste che avrebbe fatto Salvini, favorendo così la crescita della destra sovranista nei loro rispettivi paesi. C’è evidentemente una mancanza di fiducia tra nord e sud Europa (Italia in particolare) che prescinde dall’appartenenza alle medesime famiglie politiche europee e che segue quelli che vengono considerati gli interessi nazionali. Questo aspetto viene spesso sollevato per manifestare le contraddizioni della destra sovranista, ma in realtà rappresenta una contraddizione molto più profonda per le famiglie europeiste e in particolare per quella socialista. E’ vero che i governi nordeuropei dovrebbero essere più coerenti con i loro princìpi solidaristici, ma anche chi chiede aiuto dovrebbe dare forti segnali di discontinuità e accettare condizionalità e controlli sull’uso dei fondi. Altrimenti chiedere semplicemente più sussidi a fondo perduto e risorse incondizionate è solo una forma di sovranismo con i soldi degli altri.

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