PUBBLICITÁ

Segnatevi il nome: Keisha Lance Bottoms, sindaca di Atlanta, forse vicepresidente

Simona Siri

Grazie a una leadership empatica e risoluta, la prima cittadina afroamericana viene accreditata da molti come possibile vice di Biden

PUBBLICITÁ

New York. Cinquantenne, afroamericana, sindaco di una città complicata come Atlanta. E se fosse davvero Keisha Lance Bottoms la scelta di Joe Biden come vicepresidente? Lo pensano in molti, soprattutto dopo le settimane di proteste in seguito alla morte di George Floyd e con la questione razziale a farla da padrone in questi ultimi quattro mesi di campagna elettorale prima del voto di novembre. Nata e cresciuta ad Atlanta, avvocato e sindaco dal 2017, un padre musicista – Major Lance, piuttosto noto negli anni ’60 – Lance Bottoms ha in questo ultimo mese acquistato punti e credibilità – e notorietà a livello nazionale, che non guasta mai – grazie a una leadership empatica e risoluta, portata avanti sfruttando la sua voce non soltanto di prima cittadina, ma anche di madre afroamericana. “Sono onesta: questo periodo è stato il più impegnativo che ho avuto da quando sono stata eletta”, dice durante un incontro via Zoom con la stampa internazionale. “Quando mi chiedono come sto rispondo: ancora in piedi. Ogni giorno mi alzo e provo a fare la cosa giusta. La grazia di Dio è sufficiente, mi dico. E questo spiega tanto come mi trovo personalmente in questo momento, con la mia fede, ma anche con l’essere una donna sindaco che spera di prendere le decisioni migliori per le persone che sono stata eletta per servire. Inoltre, sono madre di quattro bambini neri in America, uno dei quali ha 18 anni. Quando ho visto l’omicidio di George Floyd ho fatto quello che avrebbe fatto una madre, ho chiamato mio figlio e gli ho chiesto dove fosse”. Prima della ribalta grazie alle proteste legate al movimento Black Lives Matter, si era già messa in luce per essersi opposta all’Amministrazione Trump in tema di immigrazione, dichiarando Atlanta una “welcoming city” e firmando un ordine esecutivo per cui le prigioni cittadine non potevano detenere persone arrestate dalla ICE, l’agenzia federale che si occupa dei rimpatri. Lei e il presidente ovviamente non si amano, anzi. “La responsabilità è anche della retorica che sentiamo uscire dalla Casa Bianca”, ha detto dopo l’uccisione di Ahmaud Arbery, colpito alla schiena da due bianchi padre e figlio mentre faceva jogging. “Grazie a Trump molti che sarebbero inclini a essere razzisti hanno il permesso di farlo in un modo palese che altrimenti non vedremmo nel 2020”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


New York. Cinquantenne, afroamericana, sindaco di una città complicata come Atlanta. E se fosse davvero Keisha Lance Bottoms la scelta di Joe Biden come vicepresidente? Lo pensano in molti, soprattutto dopo le settimane di proteste in seguito alla morte di George Floyd e con la questione razziale a farla da padrone in questi ultimi quattro mesi di campagna elettorale prima del voto di novembre. Nata e cresciuta ad Atlanta, avvocato e sindaco dal 2017, un padre musicista – Major Lance, piuttosto noto negli anni ’60 – Lance Bottoms ha in questo ultimo mese acquistato punti e credibilità – e notorietà a livello nazionale, che non guasta mai – grazie a una leadership empatica e risoluta, portata avanti sfruttando la sua voce non soltanto di prima cittadina, ma anche di madre afroamericana. “Sono onesta: questo periodo è stato il più impegnativo che ho avuto da quando sono stata eletta”, dice durante un incontro via Zoom con la stampa internazionale. “Quando mi chiedono come sto rispondo: ancora in piedi. Ogni giorno mi alzo e provo a fare la cosa giusta. La grazia di Dio è sufficiente, mi dico. E questo spiega tanto come mi trovo personalmente in questo momento, con la mia fede, ma anche con l’essere una donna sindaco che spera di prendere le decisioni migliori per le persone che sono stata eletta per servire. Inoltre, sono madre di quattro bambini neri in America, uno dei quali ha 18 anni. Quando ho visto l’omicidio di George Floyd ho fatto quello che avrebbe fatto una madre, ho chiamato mio figlio e gli ho chiesto dove fosse”. Prima della ribalta grazie alle proteste legate al movimento Black Lives Matter, si era già messa in luce per essersi opposta all’Amministrazione Trump in tema di immigrazione, dichiarando Atlanta una “welcoming city” e firmando un ordine esecutivo per cui le prigioni cittadine non potevano detenere persone arrestate dalla ICE, l’agenzia federale che si occupa dei rimpatri. Lei e il presidente ovviamente non si amano, anzi. “La responsabilità è anche della retorica che sentiamo uscire dalla Casa Bianca”, ha detto dopo l’uccisione di Ahmaud Arbery, colpito alla schiena da due bianchi padre e figlio mentre faceva jogging. “Grazie a Trump molti che sarebbero inclini a essere razzisti hanno il permesso di farlo in un modo palese che altrimenti non vedremmo nel 2020”.

PUBBLICITÁ

 

Eppure è difficile bollare Lance Bottoms come un’estremista. Sulla questione del taglio ai fondi della polizia, ad esempio, ha idee quasi controcorrente: “Mi interessa il sentimento e non necessariamente lo slogan. Se andassi alla riunione del bridge club di mia madre e dicessi “eliminiamo la polizia”, le signore impazzirebbero perché ne vogliono di più, non meno. Vogliono vedere la divisa e sentirsi protette. Ma se dicessi: “Abbiamo esaminato il nostro budget, lo abbiamo ridotto di oltre la metà riallocandolo per assumere personale che si occupi di iniziative per la comunità perché stiamo chiudendo il carcere cittadino e lo trasformiamo in un centro che si occupi di uguaglianza sociale” ecco, allora sarebbe diverso. Quindi penso che sia importante non fermarsi al messaggio, perché a volte il sentimento si perde”. Quando Atlanta è stata messa a ferro e fuoco dai manifestanti, con l’attacco alla sede della Cnn, lei è andata in tv circondandosi di alleati che potessero parlare ai giovani, come il rapper Killer Mike. A dimostrazione che è una che sa comunicare. E’ anche grazie a quella uscita e a quel discorso (“Questa non l’Atlanta che conosco, questa non è la città di Martin Luther King. A chi saccheggia e dà fuoco dico solo una cosa: andate a casa”) che le sue quotazioni come vicepresidente sono in salita. “Non farò finta che sentire pronunciare il mio nome all’interno di quel gruppo non sia un affare grosso, perché lo è. Quello che ho detto dall’inizio è che voglio che vinca Joe Biden e farò di tutto per aiutarlo a vincere e a guidare il paese. Per ora faccio solo il tifo, ma se mi fosse chiesto davvero di prendere parte al progetto, ovviamente lo prenderei in seria considerazione. A novembre è in gioco tanto, il futuro degli Stati Uniti e dei nostri figli. Se la persona più adatta dovessi risultare io, bene, se sarà qualcun’altra bene lo stesso. Quello che io porto è la mia storia. Questi sono i nonni di mia nonna (mostra delle fotografie in bianco e nero, ndr). Erano schiavi liberati. Mi è stato detto che durante la ricostruzione hanno prestato servizio al Congresso. Questo è un documento (mostra un foglio ingiallito, ndr) firmato dal loro padrone. E questo è il censimento del 1870. Quando mi chiedono che cosa offro come sindaco e come leader in questo momento, io torno sempre qui, ai miei antenati, a tutto quello che mi è stato riversato addosso prima ancora di nascere. E’ una vera esperienza americana, è la speranza e la violenza. Mio padre era un uomo meraviglioso con difetti, soffriva di dipendenza e finì in prigione quando ero piccola: sono cresciuta guardando mia madre lottare per far quadrare i conti. Sono una donna del sud e ho lavorato in tutti e tre i rami del governo. Ho una prospettiva che la stragrande maggioranza delle persone non avrà mai”.

 

PUBBLICITÁ

Intanto la Georgia è tra quegli stati che hanno visto una ripresa del coronavirus nelle ultime settimane – circa duemila nuovi casi quotidiani in questi giorni – a causa della riapertura delle attività troppo precipitosa voluta dal governatore Brian Kemp, fedele trumpiano ora in disperato recupero sull’uso della mascherina. Anche Lance Bottoms lunedì ha annunciato di essere positiva, ma asintomatica. La sindaca e suo marito hanno fatto il tampone dopo che lui ha accusato stanchezza e mal di testa: entrambi positivi, così come uno dei quattro figli. Tutti i figli di Lance Bottoms soffrono d’asma, una condizione che potrebbe peggiorare i sintomi del coronavirus. Per ora la sindaca continuerà a lavorare dall’isolamento.

 

“Ad Atlanta c’è una differenza di aspettativa di vita di 10 anni tra chi vive al mio indirizzo e chi vive dall’altra parte della città, a neanche dieci miglia da casa mia”, continua. “Il coronavirus ha messo ancora più a nudo queste disparità, colpendo in modo più grave la comunità afroamericana e quella latina. La lezione più grande in questo momento è che non possiamo semplicemente continuare a parlare di queste disparità sanitarie sistemiche e del loro impatto sulle nostre comunità, dobbiamo effettivamente fare qualcosa al riguardo”.

PUBBLICITÁ