PUBBLICITÁ

Sempre meno trumpiani

Daniele Ranieri

I senatori repubblicani si staccano dal presidente che non ha più il tocco magico. Viva le mascherine!

PUBBLICITÁ

Cinque mesi fa l’alleanza tra il presidente americano Donald Trump e i senatori repubblicani era in forma smagliante: il Senato aveva appena bloccato l’impeachment chiesto dai democratici contro il presidente e l’alleanza sembrava più funzionale che mai. Trump faceva bene ai senatori – perché i suoi endorsement attiravano gli elettori – e i senatori facevano bene a Trump. Oggi è l’opposto. La campagna del presidente americano va così male che rischia di trascinare nella sconfitta anche i senatori di stati chiave e quindi di interrompere il dominio dei repubblicani sul Senato, che va avanti da sei anni. Oggi i repubblicani sono 53 e i democratici sono 47, ma i sondaggi per le elezioni di novembre sono incerti in molti stati importanti come l’Arizona, il Colorado, il North Carolina, l’Iowa e il Kentucky.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Cinque mesi fa l’alleanza tra il presidente americano Donald Trump e i senatori repubblicani era in forma smagliante: il Senato aveva appena bloccato l’impeachment chiesto dai democratici contro il presidente e l’alleanza sembrava più funzionale che mai. Trump faceva bene ai senatori – perché i suoi endorsement attiravano gli elettori – e i senatori facevano bene a Trump. Oggi è l’opposto. La campagna del presidente americano va così male che rischia di trascinare nella sconfitta anche i senatori di stati chiave e quindi di interrompere il dominio dei repubblicani sul Senato, che va avanti da sei anni. Oggi i repubblicani sono 53 e i democratici sono 47, ma i sondaggi per le elezioni di novembre sono incerti in molti stati importanti come l’Arizona, il Colorado, il North Carolina, l’Iowa e il Kentucky.

PUBBLICITÁ

 

Trump aveva il tocco magico che ti fa volare alle elezioni, ora è sempre più vero l’opposto. E’ indietro di nove punti rispetto a Biden a livello nazionale (fonte: Economist di ieri) e ieri c’era un sondaggio (Public Policy Polling, fatto il 24 e 25 giugno) che dava Biden di due punti avanti a Trump nel Texas, quindi lo stato che da vent’anni è la cassaforte dei voti e del potere del Partito repubblicano. Se Trump perdesse il Texas sarebbe un capolavoro al contrario, un’operazione che in pochi fino a due mesi fa avrebbero creduto possibile. Ha raccolto 131 milioni di dollari di donazioni elettorali a giugno ed è un numero molto buono, ma Biden ne ha raccolti 141. Ieri il presidente ha presentato i dati sulla disoccupazione ed erano eccellenti, quasi cinque milioni di posti recuperati, ma si riferiscono alla tregua che c’è stata tra il picco di fine aprile dei contagi da Covid e il picco attuale, che diventa sempre più alto giorno dopo giorno. Mercoledì c’è stato un nuovo record, più di cinquantamila positivi in un giorno solo, ma sappiamo che il numero reale potrebbe essere molto superiore. In Italia il numero totale di ammalati di Covid registrati dal sistema in questi mesi di crisi a partire da febbraio è circa 240 mila, vuol dire che l’epidemia negli Stati Uniti in questo momento produce lo stesso numero ufficiale di contagiati in cinque giorni – ed è in accelerazione. Sono mesi che Trump minimizza, che non mette la mascherina, che dice che il virus sta sparendo, che rilancia i movimenti di protesta che vogliono “liberare” questo o quello stato – s’intende, dalle misure restrittive anti Covid – ma le cose vanno male. E chi fa le pubblicità contro Trump, spiegava ieri un pezzo di Politico, si è accorto che citare questi fallimenti fattuali ha molta più presa sul pubblico che elencare le sparate e gli eccessi del presidente. 

 

PUBBLICITÁ

 

E quindi i repubblicani cambiano rotta, a cominciare dalla mascherina. Trump l’aveva trasformata nel simbolo di una guerra culturale, chi la indossa è un codardo di sinistra, un sottomesso, e chi invece non la indossa è uno spirito libero. Adesso tutti i senatori repubblicani si mostrano in pubblico con la mascherina, come anche il vicepresidente Mike Pence. Il senatore Lamar Alexander, repubblicano del Tennessee, chiede che anche Trump la indossi “per dare il buon esempio”. 

 

Mitch McConnell, capo della maggioranza repubblicana al Congresso, si è presentato in mascherina a una conferenza stampa e ha detto: “Mettetevi la mascherina. Non è complicato”. Ci sono segni di vita nel Partito repubblicano. E nella legge che approva il budget del Pentagono per quest’anno fiscale ci sono almeno due emendamenti firmati da senatori repubblicani che sono due sfide a Trump. Uno mette il veto al ritiro di soldati americani dalla Germania annunciato dal presidente. L’altro conferma il cambio di nome di dieci basi militari dedicate a generali della Confederazione. Trump ha detto che potrebbe bloccare tutta la legge per reprimere questa insubordinazione, ma i senatori repubblicani sono sicuri che non lo farà e non hanno modificato il testo.

PUBBLICITÁ
PUBBLICITÁ