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Sánchez vuole una voce in Ue e ha un programma per convincere i frugali

Micol Flammini

Con le trattative del Recovery fund il premier spagnolo ha deciso di recuperare il suo posto in Europa e per questo nelle prossime settimane si concentrerà sulla diplomazia con una serie di incontri

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Roma. Poco prima delle elezioni europee e anche poco dopo, mentre la nuova Ue era da ricostruire con volti e strategie diversi, il premier spagnolo Pedro Sánchez sembrava intenzionato a prendersi quello spazio che era sempre appartenuto all’Italia, e che l’Italia sovranista e gialloverde non sembrava più in grado di occupare né voleva farlo. Se il posto di fianco alla coppia franco-tedesca che era sempre appartenuto a Roma era rimasto scoperto, il leader socialista aveva deciso di occuparlo e, ai tavoli delle trattative importanti, appariva sempre lui seduto vicino alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente francese Emmanuel Macron. Poi questo corteggiamento si è affievolito, non tanto per motivi di noia o di stanchezza o di insuccessi, quanto per ragioni di politica interna: la Spagna non riusciva a formare una maggioranza e Sánchez si è dovuto concentrare sulle trattative domestiche. In Commissione era però riuscito a ottenere un buon portafoglio con la nomina di Josep Borrell ad Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza.

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Roma. Poco prima delle elezioni europee e anche poco dopo, mentre la nuova Ue era da ricostruire con volti e strategie diversi, il premier spagnolo Pedro Sánchez sembrava intenzionato a prendersi quello spazio che era sempre appartenuto all’Italia, e che l’Italia sovranista e gialloverde non sembrava più in grado di occupare né voleva farlo. Se il posto di fianco alla coppia franco-tedesca che era sempre appartenuto a Roma era rimasto scoperto, il leader socialista aveva deciso di occuparlo e, ai tavoli delle trattative importanti, appariva sempre lui seduto vicino alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente francese Emmanuel Macron. Poi questo corteggiamento si è affievolito, non tanto per motivi di noia o di stanchezza o di insuccessi, quanto per ragioni di politica interna: la Spagna non riusciva a formare una maggioranza e Sánchez si è dovuto concentrare sulle trattative domestiche. In Commissione era però riuscito a ottenere un buon portafoglio con la nomina di Josep Borrell ad Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza.

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Tra coalizioni da formare e tenere insieme e poi la pandemia da gestire, sulla scena europea Pedro Sánchez si è un po’ eclissato, ma con le trattative del Recovery fund ha deciso di recuperare il suo posto e per questo, fa sapere il País, il premier spagnolo nelle prossime settimane si concentrerà sulla diplomazia europea con una serie di incontri, perché da questo dipende il futuro della nazione, tra le più colpite dal coronavirus. L’obiettivo è arrivare preparato al Consiglio europeo del 17 e 18 luglio, e per questo il viaggio iniziale che sta preparando è quello in Germania, da Angela Merkel, prima tra tutti i negoziatori europei e prima anche tra i sostenitori di una nuova fase . Gli altri viaggi sono più ambiziosi e se dalla cancelliera tedesca andrà per sottolineare il suo impegno a favore di un’Europa solidale, un’Europa unica senza differenze tra nord e sud, est e ovest, le prossime tappe prevedono prima una visita ai frugali di Svezia poi a quelli dei Paesi Bassi. Con Stefan Löfven, primo ministro svedese, Sánchez spera di poter far leva sull’affinità politica, sono tutti e due socialisti e il premier spagnolo è anche andato a Stoccolma durante la campagna elettorale di Löfven nel 2018 per sostenerlo. Ma è questa la battaglia che più gli sta a cuore, con il liberale olandese Rutte le affinità sono di meno, ma a lui dovrebbe pensare il presidente francese Emmanuel Macron, che Sánchez ha già incontrato martedì scorso. Prima del vertice, il leader socialista ha organizzato un evento a Madrid per ricordare le vittime del coronavirus, ci saranno anche Ursula von der Leyen e Charles Michel e Sánchez avrà l’occasione di parlare con i due presidenti europei. Convincere i frugali, oltre a Svezia e Paesi Bassi ci sono anche Danimarca e Austria, non sarà semplice, per questo gli alfieri dell’Europa solidale sanno che sarà necessario organizzarsi. Ognuno ha i suoi da convincere, la Merkel danesi e austriaci, Macron gli olandesi, e il premier spagnolo ha deciso di voler avere una voce, anche importante, nella costruzione di questa fase che passa attraverso l’approvazione del Recovery fund: a lui potrebbero spettare gli svedesi. La prossima settimana Pedro Sánchez si incontrerà con Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio italiano andrà a Madrid l’8 luglio ed è rimasto un po’ fuori da questo giro di visite e corteggiamenti.

 

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È ricominciata la corsa europea di Pedro Sánchez, che procede un po’ a singhiozzo e spesso viene interrotta dai problemi interni della politica spagnola, il premier ha rivali ambiziosi da fronteggiare e partner di coalizione da tenere d’occhio. Ma l’ambizione di contare in Europa e di intrufolarsi nel rapporto esclusivo tra tedeschi e francesi non gli è passata. Anzi, adesso, oltre a Borrell potrebbe anche riuscire a sistemare il suo ministro delle Finanze a capo dell’Eurogruppo. Nadia Calviño ha caratteristiche che piacciono per quel ruolo: ministro di un governo socialista, donna e di un paese del sud.

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