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La polizia francese è molto arrabbiata con Castaner

Mauro Zanon

Le forze dell'ordine a Parigi hanno protestato contro le misure annunciate dal ministro dell'Interno e le accuse di razzismo

Parigi. Contro la “stigmatizzazione” delle forze dell’ordine perché “la polizia francese non è razzista, è repubblicana”. Questa mattina, un corteo di poliziotti ha sfilato sull’avenue degli Champs-Elysées a Parigi per protestare contro le misure annunciate lunedì dal ministro dell’Interno Christophe Castaner e più in generale contro la “haine anti-flics”, l’odio contro la polizia che sta soffiando pericolosamente in Francia. “Le dichiarazioni del ministro sono rimbombate come un ordigno a scoppio ritardato. C’è molta agitazione in tutti i servizi di polizia”, ha dichiarato Olivier Hourcau, vice segretario generale di Alliance police nationale, uno dei sindacati che ha lanciato l’appello a manifestare assieme a Synergie, Sicp e Unsa. “Siamo stati infangati”, ha detto Patrice Ribeiro dell’organizzazione sindacale Synergie, mentre Jean-Paul Mégret di Sicp ha deplorato il fatto che le accuse alla polizia siano arrivate dai piani alti dello stato. “Quando arrivano dal vostro ministro, dai vertici di uno stato che non dice una parola, che non compie nessun gesto simbolico (…) credo che siamo di fronte a un vero e proprio problema”, ha aggiunto Mégret. 

 

La manifestazione, scandita dallo slogan “pas de police, pas de paix”, senza la polizia non c’è pace, è arrivata fino a Place Beauvau, sede del ministero dell’Interno, situata di fronte all’Eliseo. “I colleghi non ne possono più. È da mesi che dura questa situazione”, ha attaccato Fabien Vanhemelryck, segretario generale di Alliance, all’arrivo del corteo a Place Beauvau. “La polizia non è mai stata al di sopra delle leggi, ma non deve nemmeno essere al di sotto delle leggi”, ha aggiunto Vanhemelryck, invitando “il presidente Macron a sostenere, rispettare e tenere in considerazione la sua polizia”. L’abolizione della “presa al collo”, il cosiddetto metodo dell’“étranglement”, e la sospensione automatica ogni qualvolta c’è un sospetto confermato di atto o discorso razzisti, ha fatto trasalire l'intera categoria, già profondamente stremata da anni di tensioni nelle banlieue multietniche e dalle proteste violente dei gilet gialli. “Anche i poliziotti vengono massacrati, e sono fatti ben reali, contrariamente a quello che si può dire in giro, con immagini e foto a disposizione”, ha affermato Vanhemelryck. 

  

È l’altro lato della colère, quello che il governo ha spesso trascurato, ma che ora non può più trascurare. Il sentimento di abbandono e di sfiducia è molto diffuso nei ranghi della polizia e della gendarmeria, e le misure annunciate lunedì da Castaner sono state percepite come un’umiliazione. Ieri, il ministro dell’Interno ha accolto i rappresentanti dei principali sindacati per un primo tavolo di confronto, al termine del quale, secondo le informazioni di Bfm.tv, Castaner avrebbe ribadito il divieto della “presa al collo”, che non verrà più insegnata nelle scuole di formazione. “I colleghi ne hanno bisogno. È l’unica tecnica che può funzionare in alcuni momenti di contatto, purtroppo. Una tecnica efficace soprattutto quando l’individuo da fermare è più pesante del funzionario”, ha spiegato Vanhemelryck di Alliance. Ieri sera, in tutto il paese, i poliziotti hanno gettato le loro manette per terra, come gesto simbolico per denunciare l’atteggiamento del governo nei loro confronti

  

Da Saint-Étienne, a Marsiglia, passando per Nizza e Bordeaux, le proteste hanno avuto luogo di fronte ai commissariati o nelle piazze dei comuni, alcune al grido di “Castaner dimettiti”. Yves Lefebvre, segretario generale del sindacato Unité Sgp Police-Fo, si è spinto a dire che “i poliziotti francesi non considerano più Christophe Castaner come il primo poliziotto di Francia”. “Ci ha abbandonati lunedì, ci ha umiliato”, ha aggiunto Lefebvre. Sulla sospensione per sospetti di razzismo il governo potrebbe fare un passo indietro, per non creare un clima di delazione che potrebbe rivelarsi molto deleterio. Per quanto riguarda l’abbandono della “presa al collo”, invece, sembra proprio che non tornerà sulla decisione. Domani pomeriggio a Parigi, si svolgerà una nuova grande mobilitazione per Adama Traoré, il 24enne nero morto in circostanze poco chiare nel luglio del 2016 dopo un arresto. Il prefetto parigino, Didier Lallement, ha ordinato la chiusura di tutti gli esercizi che si trovano lungo il percorso del corteo, da Place de la République a Place de l’Opéra. Il 2 giugno, il raduno per Adama Traoré di fronte al tribunale di Parigi aveva riunito circa 20mila persone. Domani potrebbero essere molte di più, con un rischio elevato di scontri con le forze dell’ordine. 

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