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Che fine ha fatto Tara Reade, l’accusatrice poco ascoltata di Biden?

Daniele Ranieri

Secondo un sondaggio recente, la maggioranza degli elettori americani crede alla donna che accusa il candidato democratico alla presidenza, ma anche al fatto che questo non peserà sulle elezioni

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Roma. Un sondaggio di lunedì (Harvard Caps – Harris Polls) dice che la maggioranza degli elettori americani crede a Tara Reade ma che questo non peserà sulle elezioni. Tara Reade è la donna che accusa il candidato democratico alla presidenza, Joe Biden, di violenza sessuale – sarebbe successo nel 1993, quando lei lavorava nello staff del senatore (lui ha detto: “Non è mai successo). Per ora l’impossibilità di fare una campagna elettorale normale a causa della pandemia e le accuse della Reade sono i due problemi più urgenti per la corsa di Biden, ma ci si aspetta che più in là i trumpiani tireranno fuori argomenti peggiori contro di lui – come gli affari del figlio Hunter oppure la presunta debolezza mostrata con il regime cinese. Per ora la Reade fluttua in un limbo, la sua accusa di aggressione sessuale contro Biden è molto grave ma non è diventata un argomento reale, gli elettori magari le credono ma non ne parlano, i media ne parlano ma non le credono, i repubblicani la appoggiano ma senza convinzione e non ne hanno fatto l’argomento definitivo per danneggiare lo sfidante, la Fox preferisce il cosiddetto Obamagate. Del resto per la campagna di Trump cominciare una sfida a colpi di accuse e accusatrici con Biden non sarebbe un’idea brillante, contro il presidente in carica c’è ancora una lista pendente con più di venti casi di violenza sessuale.

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Roma. Un sondaggio di lunedì (Harvard Caps – Harris Polls) dice che la maggioranza degli elettori americani crede a Tara Reade ma che questo non peserà sulle elezioni. Tara Reade è la donna che accusa il candidato democratico alla presidenza, Joe Biden, di violenza sessuale – sarebbe successo nel 1993, quando lei lavorava nello staff del senatore (lui ha detto: “Non è mai successo). Per ora l’impossibilità di fare una campagna elettorale normale a causa della pandemia e le accuse della Reade sono i due problemi più urgenti per la corsa di Biden, ma ci si aspetta che più in là i trumpiani tireranno fuori argomenti peggiori contro di lui – come gli affari del figlio Hunter oppure la presunta debolezza mostrata con il regime cinese. Per ora la Reade fluttua in un limbo, la sua accusa di aggressione sessuale contro Biden è molto grave ma non è diventata un argomento reale, gli elettori magari le credono ma non ne parlano, i media ne parlano ma non le credono, i repubblicani la appoggiano ma senza convinzione e non ne hanno fatto l’argomento definitivo per danneggiare lo sfidante, la Fox preferisce il cosiddetto Obamagate. Del resto per la campagna di Trump cominciare una sfida a colpi di accuse e accusatrici con Biden non sarebbe un’idea brillante, contro il presidente in carica c’è ancora una lista pendente con più di venti casi di violenza sessuale.

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Lunedì Jennifer Rubin, columnist del Washington Post, ha scritto che sarebbe sbagliato fare, come fanno i repubblicani, il giochetto della equivalenza tra Christine Ford e Tara Reade. La Ford è l’accusatrice che si fece avanti prima della conferma di Brett Kavanaugh alla Corte Suprema per dire che era uno stupratore. Il caso nel 2018 divenne un match seguitissimo per un paio di settimane, si prese tutta l’attenzione dei media e degli americani ma alla fine i repubblicani, che al Senato hanno la maggioranza, decisero di ignorare l’accusa e di confermare la nomina. La Rubin dice che la Reade ha un problema di credibilità, ha cambiato versione sul luogo della presunta violenza e non è plausibile che sia successa dove dice lei perché è un luogo di passaggio per senatori e per i loro staff. Inoltre lei ha detto di avere scritto dell’aggressione in una denuncia formale che presentò all’ufficio di Biden, ma poi ha ritrattato e ha detto che la parte dell’aggressione sessuale non è nella denuncia. Dire che la questione è politicizzata è un eufemismo. La Pbs ha fatto un’inchiesta per capire cosa pensano di Biden le 74 persone che hanno lavorato nel suo ufficio in questi decenni, 63 sono donne, tutte hanno parlato in termini positivi di lui e nessuno ha parlato di aggressioni nemmeno per sentito dire. Lui non è sulla lista dei senatori a rischio che le donne del Senato si passano l’una con l’altra: quelli con i quali è meglio non prendere l’ascensore da sole. Viene fuori che Biden ha questo problema, che tocca troppo ed è imbarazzante quando vuole fare effusioni, ma non si qualifica come soggetto da tenere sotto osservazione. 

 

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(foto LaPresse)

Il sito Politico è andato a parlare con le persone che hanno avuto a che fare con la Reade nel suo passato e ha trovato due comportamenti costanti: parlava sempre bene di Biden ed era molto manipolativa, nel senso che cercava di ingraziarsi le persone per non pagare gli affitti e per farsi prestare i soldi e ci riusciva con successo per periodi di tempo più o meno lunghi, fino a quando poi il rapporto si rompeva. L’articolo di Politico è una lunga sequenza di testimoni che conoscevano la Reade e che non ne parlano in modo lusinghiero, ma l’avvocato di lei è intervenuto contro i detrattori – in particolare contro uno – e ha scritto una lettera nella quale gli intima di smettere di citare questi episodi del passato. Altrimenti, scrive, passa il concetto che una vittima di violenza sessuale è meno credibile perché in passato non ha pagato l’affitto e così non deve essere. L’avvocato, Douglas Wigdor, difende la Reade senza compenso “perché ogni vittima di aggressione sessuale ha diritto a un consigliere legale competente”, e nel 2016 ha donato 55 mila dollari alla campagna di Trump. Secondo la National Review aveva già offerto più dettagli su questa storia anche agli avversari di Biden durante le primarie, quindi a Elizabet Warren, a Kamala Harris, a Bernie Sanders e anche ad Alexandria Ocasio-Cortez, percepita come l’avversaria più tosta di Biden dal punto di vista ideologico dentro al Partito democratico (non a torto), ma la faccenda non era decollata. E anche adesso che non è più una lotta fra compagni di partito stenta ancora a decollare.

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