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Haftar prende un’altra legnata in Libia

Redazione

E’ ora di smettere di trattare il generale come se fosse l’uomo del destino

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Ricordate quando alla conferenza di pace di Palermo del novembre 2018 gli ospiti attesero l’arrivo all’ultimo minuto del generale Haftar come se fosse l’uomo della Provvidenza? Ricordate come in questi mesi di guerra civile è stato trattato dall’Italia con il tappeto rosso, a dispetto del fatto che ha distrutto anni di negoziati e ha dato il via a una guerra civile? Ebbene, ieri le milizie di Haftar hanno perso la base aerea di al Watiya, l’unico forte che ancora era rimasto loro a ovest di Tripoli. L’appoggio combinato di Emirati Arabi Uniti e Russia non è bastato ai combattenti del generale della Cirenaica per tenere quella posizione, che era sempre rimasta una presenza minacciosa in Tripolitania dopo che la conquista avvenuta sei anni fa.

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Ricordate quando alla conferenza di pace di Palermo del novembre 2018 gli ospiti attesero l’arrivo all’ultimo minuto del generale Haftar come se fosse l’uomo della Provvidenza? Ricordate come in questi mesi di guerra civile è stato trattato dall’Italia con il tappeto rosso, a dispetto del fatto che ha distrutto anni di negoziati e ha dato il via a una guerra civile? Ebbene, ieri le milizie di Haftar hanno perso la base aerea di al Watiya, l’unico forte che ancora era rimasto loro a ovest di Tripoli. L’appoggio combinato di Emirati Arabi Uniti e Russia non è bastato ai combattenti del generale della Cirenaica per tenere quella posizione, che era sempre rimasta una presenza minacciosa in Tripolitania dopo che la conquista avvenuta sei anni fa.

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Haftar poteva contare su tre posti strategici: la costa fra Tripoli e la Tunisia, la base aerea di al Watiya e la città di Gharyan, sui monti, che è la chiave per arrivare a Tripoli (come imparò Gheddafi a sue spese). Li aveva conquistati, ora li ha persi tutti e tre. A questo punto i finto-fatalisti che da anni attendono che il generale prenda Tripoli e diventi il nuovo Gheddafi per poi trattare con lui dovrebbero cominciare a ragionare sul fatto che le cose in Libia non vanno come si aspettavano, il novello uomo forte non riesce a fare l’uomo forte – e dire che ha ricevuto ogni genere di appoggio, ieri nella base spiccavano i resti dei missili antiaereo russi Pantsir, venduti dai russi agli emiratini e poi forniti a Haftar.

 

 

La base è caduta perché, dicono fonti locali, ci sono state ondate su ondate di attacchi da parte dei droni turchi. E’ un nuovo modo di fare la guerra. Si può dire quello che si vuole delle interferenze della Turchia in Libia, ma la linea interventista di Erdogan stravolge la situazione, salva quel miracolato di Fayez al Serraj e azzera le mire silenziose degli attendisti, che non vedevano l’ora di congratularsi con il nuovo padrone Haftar e invece lo vedono sconfitto. L’Italia era alleata di Tripoli, se fosse rimasta su quella posizione oggi sarebbe tra i vincitori, ha preferito stare da tutte e due le parti e quindi oggi in Libia non è da nessuna parte.

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