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La risposta all’epidemia delle canaglie

Claudio Cerasa

Doma i gilet gialli, sfida gli islamisti, denuncia gli ambientalisti, mostra i muscoli sulla riforma delle pensioni e governa senza isteria il virus. L’Europa ha un leader da sogno in campo contro le politiche da incubo. Ragioni per urlare “viva Macron!”

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Non chiude le frontiere. Non isola l’Italia. Non si fa intimidire dalle Le Pen. Non si fa turbare dai Mélenchon. Non si fa spaventare dai gilet gialli. Non cede ai ricatti dei sindacati. Non capitola di fronte alle città bloccate. Non mette in ginocchio un paese per un virus. Ingaggia duelli con i populisti di mezza Europa. Sfida i fondamentalismi denunciando gli orrori dell’islam politico. Elogia la religione cattolica sfidando i perbenisti della laicità. Si dice disponibile a offrire asilo politico a una donna come Asia Bibi perseguitata dall’islamismo fondamentalista. Tenta ogni giorno di trovare una terza via sull’immigrazione tra l’estremismo xenofobo e l’estremismo umanitario. Tratta da pari a pari con Vladimir Putin tentando di avvicinare la Russia all’Europa senza far avvicinare l’Europa alla Russia.

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Non chiude le frontiere. Non isola l’Italia. Non si fa intimidire dalle Le Pen. Non si fa turbare dai Mélenchon. Non si fa spaventare dai gilet gialli. Non cede ai ricatti dei sindacati. Non capitola di fronte alle città bloccate. Non mette in ginocchio un paese per un virus. Ingaggia duelli con i populisti di mezza Europa. Sfida i fondamentalismi denunciando gli orrori dell’islam politico. Elogia la religione cattolica sfidando i perbenisti della laicità. Si dice disponibile a offrire asilo politico a una donna come Asia Bibi perseguitata dall’islamismo fondamentalista. Tenta ogni giorno di trovare una terza via sull’immigrazione tra l’estremismo xenofobo e l’estremismo umanitario. Tratta da pari a pari con Vladimir Putin tentando di avvicinare la Russia all’Europa senza far avvicinare l’Europa alla Russia.

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Sfida il pacifista collettivo rivendicando la natura militare della Nato. Respinge il cialtronismo ambientalista dimostrando con i fatti che la difesa dell’ambiente non è incompatibile con la difesa del progresso. Riconosce i meriti dei nemici come Donald Trump quando come nel caso Qassem Suleimaini i nemici compiono azioni a tutela della sicurezza dell’occidente. Difende la globalizzazione dai furbetti del protezionismo. Rivendica la necessità di creare più lavoro rendendo più flessibile l’economia. Rilancia in ogni occasione il sogno di una nuova Europa capace di essere all’altezza della sfida lanciata dai giganti del mondo.

 

E nonostante gli scioperi, nonostante i virus, nonostante gli scontri, nonostante le polemiche, nonostante le divisioni, la sua presidenza continua a portare avanti le riforme promesse (due giorni fa, con una mossa che in Italia verrebbe chiamata modello-canguro, il governo francese ha approvato la riforma delle pensioni attraverso una procedura legislativa, articolo 49.3, che permette di approvare una legge senza procedura parlamentare) e il suo paese continua ad attrarre investimenti, ad attrarre capitali, ad attrarre aziende e a crescere, come segnalato ieri dall’Ocse, a una media superiore rispetto a quella dell’Europa (0,9 per cento contro lo 0,8 per cento del resto dell’Europa) e con previsioni di crescita per il 2021 persino ulteriori, con un più 1,4 per cento che è superiore di 0,2 punti percentuali rispetto alle ultime stime. Potrebbe forse scegliersi meglio i suoi collaboratori (Benalla) e potrebbe forse essere più bravo nello scartare i candidati pippe (Griveaux) ma sulle leadership mondiali l’emergenza del coronavirus ha avuto un effetto bifronte: da un lato ha permesso di mettere in luce le leadership irresponsabili (come Le Pen) e gli stati canaglia (come l’Iran) e dall’altro lato, nell’attesa di poter capire quali sono gli stati più virtuosi nell’affrontare la crisi (speriamo che tra questi ci sia anche l’Italia), ha consentito di mettere in luce le leadership più virtuose, più toste, più battagliere e semplicemente più responsabili.

 

Tra queste, in un’Europa che consuma leader su leader, la traiettoria di Macron è lì a dirci che esiste un’alternativa di successo al metodo populista, è lì a dirci che il sovranismo si può sfidare senza scendere sul suo stesso terreno, è lì a dirci che non bisogna scartabellare nel passato blairista per avere una politica da sogno da contrapporre a un modello da incubo, è lì a dirci che quello che l’America non riesce a trovare (l’anti Trump), quello che l’Italia non riesce a trovare (l’anti Salvini), quello che la Gran Bretagna non riesce a trovare (l’anti Johnson) e quello che la Germania non riesce a trovare (il dopo Merkel), la Francia lo ha invece trovato grazie a un politico unico che mettendo insieme il meglio delle idee del progressismo e del conservatorismo ha dimostrato che le leadership anticanaglie esistono, basta solo volerle vedere e in definitiva volerle accettare.

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