In Iowa non si sa chi ha vinto

Luciana Grosso

Al primo appuntamento delle primarie il Partito democratico ha bloccato tutto per ragioni tecniche legate a un non meglio precisato “controllo di qualità”. I sandersiani gridano al complotto, Trump ride

A guardarlo, sembra che il Partito democratico americano tratti i suoi elettori un po’ come Lucy tratta Charlie Brown. Ogni volta, ogni singola volta, promette che sarà la volta buona e che non sposterà il pallone. E invece, vuoi per una cosa, vuoi per un’altra, quando gli elettori democratici prendono tutta la speranza di cui sono capaci e vanno a votare, il pallone non è mai al suo posto.

 

È successo un sacco di volte, sta succedendo anche adesso, in questa notte americana intinta di surrealtà, in cui i Dem guardano il loro partito fare casino ancora prima di cominciare. Altro che presidenziali, altro che rivincita. Qui sta già andando tutto a rotoli. 

  

I risultati dei Caucus, a sei ore dall’apertura dei voti e, verosimilmente a tre o quattro, dalla loro chiusura, non ci sono, non si vedono, non si sanno. Il Partito democratico ha bloccato tutto per ragioni tecniche legate a un non meglio precisato ‘controllo di qualità’, che però si guardano bene da dire cosa diavolo sia. (Qui, in teoria, una dichiarazione ufficiale)

  

  

Così, mentre la notte si fa sempre più nera e surreale, i reporter di CNN farfugliano imbarazzati che no, una cosa così non si era mai vista e che non si capisce perché stia succedendo proprio ora; dai social i BernieBros (definizione vagamente dispregiativa dei sostenitori di Bernie Sanders sui social) tuonano che è sicuramente un complotto ordito dal partito per far fuori, ancora una volta, come nel 2016, il loro Bernie; i candidati, invece, escono uno dopo l’altro, spinti più da esigenze televisive che da opportunità politica, a dire “ehi i numeri ufficiali non ci sono ancora, ma io (inserire candidato a piacere) sto andando molto bene”.  

  

La verità è che è quasi mezzanotte e, di una competizione di cui si dovevano conoscere i risultati verso le 21, nessuno sa niente. Alla CNN si limitano (un po’ come da noi, nell’intercapedine tra gli exit poll e le proiezioni) a commentare le ipotesi. Si ipotizza, per esempio, che Bernie Sanders stia andando molto bene. Si ipotizza che Joe Biden stia andando malissimo, oltre le peggiori previsioni. Si ipotizza che Pete Buttigieg stia andando molto bene e che stia tallonando (o forse addirittura superando) Sanders. Si ipotizza che anche Warren stia andando bene e, anzi, potrebbe essere lei la seconda alle spalle di Sanders.

 

E poi, certo, si ipotizza che domani pioverà, ma chissà magari c’è il sole. 

 

Tutto per aria. Tanto che a un certo punto, nel caos generale, Pete Buttigieg prende il toro per le corna e annuncia di aver vinto. Lui lo dice, poi si vede.  

  

 

Intanto, dal lato Repubblicano del mondo, i risultati sono usciti verso le otto: ha vinto Trump e, va bene, si sapeva. Il problema è che è l’unica cosa che si sa.