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L’indecisione del Ppe

Redazione

Prolungando la sospensione di Fidesz i popolari mostrano la loro debolezza

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Il Partito popolare europeo non è riuscito a trovare una soluzione per Fidesz e quindi sta pensando di prolungare la sua sospensione. Fino a quando non si sa, sine die. Volendo anche per sempre. Non era questo il risultato sperato da Donald Tusk che, ricevendo la nomina di nuovo presidente della famiglia europea, la più numerosa, avrebbe voluto dare un segnale un po’ più forte proprio esprimendo una decisione compatta sul futuro del partito ungherese. Ma i popolari non sono compatti, qualcuno vuole che Fidesz rimanga, qualche eurodeputato in più fa sempre comodo e meglio non rafforzare le schiere dei nazionalisti. Qualcuno invece, soprattutto gli eurodeputati dei paesi del nord Europa, vorrebbero dare al partito di Viktor Orbán una punizione esemplare, che serva da lezione a tutti gli euroscettici.

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Il Partito popolare europeo non è riuscito a trovare una soluzione per Fidesz e quindi sta pensando di prolungare la sua sospensione. Fino a quando non si sa, sine die. Volendo anche per sempre. Non era questo il risultato sperato da Donald Tusk che, ricevendo la nomina di nuovo presidente della famiglia europea, la più numerosa, avrebbe voluto dare un segnale un po’ più forte proprio esprimendo una decisione compatta sul futuro del partito ungherese. Ma i popolari non sono compatti, qualcuno vuole che Fidesz rimanga, qualche eurodeputato in più fa sempre comodo e meglio non rafforzare le schiere dei nazionalisti. Qualcuno invece, soprattutto gli eurodeputati dei paesi del nord Europa, vorrebbero dare al partito di Viktor Orbán una punizione esemplare, che serva da lezione a tutti gli euroscettici.

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La commissione dei tre saggi, nominata nel marzo dello scorso anno quando il Ppe decise per la sospensione, non è riuscita a raggiungere un verdetto. Anche i saggi sono divisi. Herman Van Rompuy, ex presidente del Consiglio europeo, è a favore dell’espulsione, Wolfgang Schüssel, ex cancelliere austriaco, vorrebbe riammetterlo e Hans-Gert Pöttering, già presidente del Parlamento Ue, è indeciso. Tusk aveva annunciato che la decisione sarebbe arrivata la prossima settimana, e non ha reagito bene ai tentennamenti: non sono un buon segnale per un partito che deve ricostruirsi, ricomporre le sue fratture e riconquistare la fiducia degli elettori.

 

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Mentre i popolari rimangono in balìa della loro indecisione, a Fidesz la notizia della sospensione prolungata non è dispiaciuta poi così tanto. Orbán la scorsa settimana si è incontrato con Jaroslaw Kaczynski, leader del partito nazionalsita polacco PiS, per discutere di un eventuale ingresso nel gruppo dei Conservatori e riformisti. La prossima settimana sarà a Roma per partecipare alla National Conservative Conference con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Marion Maréchal. Orbán usa il tempo e la sospensione per battere strade alternative. La più grande famiglia europea intanto, alla ricerca della sua anima, è lì che pensa e sembra debole.

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