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Gli occhi del Cremlino

Micol Flammini

Una app per cercare le persone su VKontakte è diventata il più grande sistema di sorveglianza della Russia

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Roma. Il mantra che si sente spesso ripetere da chi loda Mosca e il suo essere bella, moderna, viva e tecnologicamente avanzata è “sì, ma Mosca non è la Russia”. La città in nove anni ha investito 24 miliardi di euro per il suo sviluppo, più di quanto sia stato speso per il resto della nazione. E’ anche nata un’Agenzia per l’innovazione in cui lavorano giovanissimi hipster che girano in bicicletta che hanno contribuito alla trasformazione della città che, dal 2000 a oggi, è diventata una delle capitali più innovative, lo dice anche l’Onu che l’ha messa al primo posto in una classifica stilata nel 2018 sull’amministrazione digitale. Londra è al quarto.

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Roma. Il mantra che si sente spesso ripetere da chi loda Mosca e il suo essere bella, moderna, viva e tecnologicamente avanzata è “sì, ma Mosca non è la Russia”. La città in nove anni ha investito 24 miliardi di euro per il suo sviluppo, più di quanto sia stato speso per il resto della nazione. E’ anche nata un’Agenzia per l’innovazione in cui lavorano giovanissimi hipster che girano in bicicletta che hanno contribuito alla trasformazione della città che, dal 2000 a oggi, è diventata una delle capitali più innovative, lo dice anche l’Onu che l’ha messa al primo posto in una classifica stilata nel 2018 sull’amministrazione digitale. Londra è al quarto.

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La capitale ha deciso di andare oltre, e ha messo a punto un piano di sorveglianza di massa attraverso un sistema di riconoscimento facciale molto avanzato che era nato quasi come un gioco fino a quando non è stato venduto al Cremlino. Il sistema nel 2010 era un’applicazione, FindFace, un prodotto della società NtechLab, che permetteva a gli utenti di scattare delle foto a chiunque per strada, poi FindFace verificava la sua esistenza su VKontakte, il Facebook russo nato lo stesso anno di Facebook ma meno famoso, e permetteva di ritrovare la persona. Voglio sapere chi sei, voglio ritrovarti, voglio contattarti. Quello che abbiamo fatto manualmente per anni almeno una volta con qualche sconosciuto, in Russia lo faceva una app.

 

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La società ha capito che le potenzialità del software andavano oltre il corteggiamento o lo spionaggio tra cittadini, ha chiuso l’app per consumatori e si è rivolta al governo che le ha offerto 3,2 milioni di dollari per distribuire i suoi strumenti in giro per Mosca. Si tratta di diverse decine di migliaia di telecamere che effettuano un riconoscimento facciale live. Alex Minin, ceo della società, in un’intervista a Forbes ha detto che il software è in grado di individuare immediatamente in mezzo alla folla i volti che corrispondono a persone presenti nei database della polizia e che figurano tra i ricercati. La società sta anche lavorando su degli occhiali ad alta tecnologia per le forze dell’ordine, dovrebbero mandare un segnale quando ci sono possibili criminali nei paraggi.

 

Mosca viene costantemente scansionata, piccole telecamere sono apparse anche sui tornelli di 306 fermate della metro e consentono di pagare usando il volto. Sicuramente un sistema innovativo se non fosse che la Russia non gode di una buona reputazione in fatto di diritti umani e di rispetto della privacy. Per entrare nella vita dei cittadini il governo ha spesso dimostrato di essere pronto a tutto, ha fatto leva sulle maggiori società informatiche per ottenere i dati degli utenti. E’ questione di sicurezza, ha ripetuto più volte l’Fsb, il servizio segreto, e il confine tra sicurezza e controllo rischia di diventare molto labile. La città guarda costantemente i suoi cittadini, sa se ci sono movimenti sospetti, facce sospette, qualcuno dice di sentirsi più al sicuro, qualcuno più spiato. Alex Minin però rimane orgoglioso del suo progetto e del fatto di aver trasformato una applicazione nel più grande sistema di sorveglianza (multimilionario) della nazione, che ha incuriosito anche gli Stati Uniti. Scrive Forbes che gli americani hanno preso in considerazione la tecnologia della NtechLab, finita al primo posto della National Institute of Standards and Technology, l’agenzia americana che valuta le tecnologie. Minin collabora già con un’altra società di sorveglianza che ha ottenuto dei contratti con Washington e negli Stati Uniti c’è già chi lo teme, come alcune startup che stanno iniziando a fare oggi quello che FindFace faceva dieci anni fa.

 

Rimangono molti dubbi su quanto si è disposti a cedere della propria privacy per la sicurezza nazionale. La Russia, come per l’idea dell’internet sovrano, ha deciso di seguire la Cina. Senza porsi troppe domande su quanto fosse legittimo riempire l’ipertecnologica Mosca di occhi del Cremlino.

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