Il crinale delle accuse ad Assange
Diciassette nuovi capi di imputazione e qualche precedente che preoccupa
Il dipartimento della Giustizia americano ha incriminato Julian Assange, capo e fondatore di Wikileaks attualmente a giudizio nel Regno Unito, con 17 nuovi capi di imputazione sulla base dell’Espionage Act, la legge antispionaggio. Queste nuove accuse, che se confermate porterebbero a una pena di 175 anni di prigione per Assange, si muovono su un terreno più sdrucciolevole e potenzialmente pericoloso di quelle avanzate finora. Ricapitoliamo brevemente. A partire dal 2010 Wikileaks ha pubblicato documenti e materiale riservati del dipartimento della Difesa americano, trafugati dal soldato e attivista Chelsea Manning. Lo scorso aprile, un tribunale della Virginia ha incriminato Assange per aver hackerato, assieme a Manning, i computer del dipartimento della Difesa: un reato di violazione, dunque. Le nuove accuse rese pubbliche giovedì, tuttavia, sono di diversa natura, perché il dipartimento della Giustizia, tra le altre cose, imputa ad Assange la colpa di aver pubblicato alcuni documenti segreti sul sito di Wikileaks. Ora, Assange non è un giornalista, e la sua carriera di trafficante di segreti, spesso in associazione con potenze straniere, lo dimostra. Tuttavia, la pubblicazione di documenti riservati su un sito o una testata è un atto giornalistico, che in teoria negli Stati Uniti è protetto dal Primo emendamento della Costituzione. Il fatto che l’Amministrazione Trump abbia deciso di trattare questa pubblicazione come un atto di spionaggio è preoccupante, perché costituisce un precedente che potrebbe ostacolare il lavoro d’inchiesta dei giornalisti. Consapevole del problema, il dipartimento della Giustizia ha cercato di circostanziare le accuse e le ha collegate soltanto alla pubblicazione di pochi documenti che contenevano i nomi degli informatori degli americani in Iraq, Afghanistan, Cina e altri paesi, potenzialmente messi in pericolo dalla pubblicazione di dati su di loro. Ma nonostante questo l’accusa si muove su un crinale delicatissimo. Assange non è un combattente per la libertà, ma nel tentativo giusto di perseguirlo bisogna evitare di mettere in pericolo le libertà esistenti.
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