La leader di Sinn Flein Mary Lou McDonald e Arlene Foster del Democratic Unionist Party condannano l'omicidio di Derry (Foto LaPresse)

Terrore in Irlanda del nord

Uccisa una giornalista a Derry, dove non si parla che della “Nuova Ira”

Gregorio Sorgi

Nell'Ulster si riaprono le vecchie ferite e torna di moda l'estremismo indipendentista. Cosa c’entra la Brexit

Roma. L’uccisione della giornalista nordirlandese Lyra McKee nella città di Derry, è il sintomo di nuove forme di radicalismo che sembravano scomparse nell’Irlanda del nord. McKee aveva 29 anni, aveva scritto un libro che era diventato un film, ne aveva un altro in programma per il prossimo anno e da tempo raccontava anche su giornali internazionali le fratture che stavano riemergendo nell’Irlanda del nord. Giovedì sera è stata uccisa mentre raccontava gli scontri tra i terroristi della Nuova Ira e la polizia. Tutti i partiti, inclusi i repubblicani del Sinn Féin, hanno accettato di governare insieme e di mettere da parte i vecchi rancori dopo gli accordi del Venerdì santo del 1999. Gli attacchi terroristici di alcuni vecchi superstiti dell’Ira non si sono mai fermati del tutto, ma sono diventati un fenomeno sempre più marginale da cui i maggiori partiti si sono dissociati. Lo stesso è avvenuto oggi dopo l’uccisione di McKee.

 

L’unico partito ad avere avuto un atteggiamento ambiguo è stato Saoradh, creato nel 2016 dai nostalgici indipendentisti che non hanno mai perdonato la svolta moderata del Sinn Féin. I radicali repubblicani si sono riuniti sotto la bandiera ideologica dell’unità irlandese e del socialismo. Le due ideologie vanno a braccetto, tanto che il manifesto fondativo di Saoradh pone come obiettivo la liberazione degli irlandesi dal “dominio imperialista della Gran Bretagna” e dallo “sfruttamento capitalista”. Alcuni considerano Saoradh il braccio politico della Nuova Ira, e ci sono dei personaggi in comune tra i due mondi. Il primo presidente del partito, David Jordan, era in custodia cautelare al momento dell’elezione, accusato di tentato omicidio contro un agente della polizia in un attentato a Castelderg nel 2008.

 

La giornalista Lyra McKee, uccisa ieri a Derry (Foto presa da Facebook)


 

Oggi Saoradh ha rilasciato un comunicato scarno, in cui ha attribuito le responsabilità per “la morte accidentale della giornalista” alla “incursione della polizia”. La nuova Ira, fondata nel 2012, è un agglomerato di vecchi militanti repubblicani, che non hanno mai accettato il processo di pacificazione. Ne fanno parte alcuni superstiti della vecchia Ira, oltre al Republican Action Against Drugs (Rada), un gruppo nato per punire gli spacciatori della città di Derry gambizzandoli o incendiando le loro case. La Nuova Ira non è molto vasta: secondo l’Irish Independent, ne fanno parte 50 militanti e 200 fiancheggiatori che offrono un aiuto logistico.

 

Tuttavia, le loro antiche rivendicazioni sono state rigenerate dalle incognite della Brexit, che potrebbe spezzare l’armonia tra repubblicani e unionisti. Oggi le due Irlande sono divise da un confine invisibile: le merci e le persone viaggiano liberamente. Se tornasse l’hard-border tra Dublino e Belfast verrebbe riesumata dai libri di storia una serie di immagini inquietanti per la gran parte dei nordirlandesi: le truppe britanniche che sorvegliano il confine, i controlli sulle merci alla dogana. Per i nostalgici dell’Ira sarebbe un ritorno di fatto al dominio dell’impero britannico, da cui liberarsi con ogni mezzo. Il pericolo è che, a quel punto, non siano più gli unici a pensarlo. 

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