Chi sono Rouillé e Yonnet i leader autoproclamati dei gilet gialli che incontreranno Di Maio

Mauro Zanon

Sabato 12 gennaio saranno a Roma per partecipare a un convegno del partito antiliberale e antimondialista P101 insieme al no euro Antonio Maria Rinaldi

Parigi. Sabato prossimo, Véronique Rouillé e Yvan Yonnet, autoproclamatisi leader moderati del movimento dei gilet gialli francesi, saranno a Roma a Palazzo Falletti per partecipare a un convegno del partito antiliberale e antimondialista P101 (movimento per la liberazione popolare), che ha inviato a parlare il santino degli economisti sovranisti italiani Antonio Maria Rinaldi e che fa parte della piattaforma politica transnazionale del “Coordinamento europeo per l’uscita dall’euro, dall’Unione europea, dalla Nato e dal neoliberismo”, nebulosa che riunisce principalmente figure provenienti dalla gauche radicale.

  

  

L’annuncio è stato fatto a fine dicembre sul sito del Pardem, il Parti de la demondialistation francese creato nell’aprile del 2016, di cui la Rouillé e Yonnet sono membri e volti noti. La novità, invece, emersa ieri, è che i due rappresentanti dovrebbero incontrare in gran segreto anche Luigi Di Maio, vicepremier italiano fresco di endorsement al movimento sociale anti Macron, sponda perfetta per fare prove di gruppo in vita delle elezioni europee. Ma cosa si sa di Véronique Rouillé e Yvan Yonnet, fino a un mese fa perfetti sconosciuti?

 

 

“Difendere le classi dominate contro le classi dominanti”, invoca la Rouillé

Pensionata ed ex responsabile in Normandia della sezione Solidarité di Edf (colosso francese dell’energia), la Rouillé si è presentata alle elezioni legislative del 2017 sotto i colori del Pardem (foto sotto), nella quarta circoscrizione del dipartimento del Calvados. “Sono candidata perché non sopporto più di assistere a questo disastro senza fare nulla. La democrazia locale sta sparendo, le caserme dei pompieri chiudono, le famiglie vengono sfrattate, molte medicine non sono più rimborsate e la disoccupazione è sempre più alta”, diceva al quotidiano Ouest France nel maggio 2017. Definendosi “anticapitalista” e “per la difesa delle classi dominate contro le classi dominanti, che raggruppano l’élite e il Cac 40”, riassumeva così il suo progetto: “L’uscita dai pilastri della mondializzazione, che sono l’Unione europea, l’euro, il Fondo monetario internazionale, la Nato e l’Organizzazione mondiale del commercio per ritrovare la piena occupazione”. Prima di militare sotto il vessillo del Pardem per “la rinazionalizzazione di alcune imprese come Edf e un rimborso del 100% delle cure sanitarie e delle medicine da parte della Sécurité sociale”, si era presentata alle elezioni dipartimentali nelle fila del Movimento politico di emancipazione popolare. In entrambi i casi, ha fatto flop (è arrivata ultima alle legislative, con lo 0,10 per cento), ma ora ci riprova con i gilet gialli.

 

 

“La mondializzazione neoliberale è la nemica numero uno del popolo”, sostiene Yonnet

Di Yonnet si sa qualcosa in più grazie al sito del Pardem, perché del partito antimondialista francese è uno dei volti più importanti in quanto membro dell’ufficio politico. Nato e cresciuto a Epinay-sur-Odon, nel dipartimento del Calvados, ha sempre vissuto lì, in quelle terre, dove continua a lavorare come tecnico di Enedis, filiale di Edf incaricata della gestione e della manutenzione della rete elettrica (nel tempo libero, si legge nella biografia, suona il basso con un certo successo e fa parte di una banda di 24 musicisti chiamata Melon Jazz Band).

 

 

 

Prende la tessera della Cgt, la Cgil francese, agli inizi degli anni Novanta quando iniziano a profilarsi le grandi riforme di Edf e di Gdf (Gaz de France, oggi Engie) e diventa segretario locale Cgt-Edf nella città di Caen. Nel 2004 partecipa alla creazione del sindacato Sud Energie Calvados, di cui sarà segretario dal 2006 al 2012, ma abbandona anche questa organizzazione per divergenze sulla posizione troppo tenue nei confronti dell’Unione europea. Sul piano politico, “dopo diversi anni ad attraversare il deserto”, scopre il Movimento politico di emancipazione popolare, come la sua amica Rouillé. Poi, arriva la scoperta di “questo grande partito che può diventare il Pardem”. “La mondializzazione neoliberale è la nemica numero uno del popolo”, ha affermato Yonnet, candidatosi senza successo con il Pardem alle legislative del 2017 (sesta circoscrizione del dipartimento del Vire, foto sopra), prima di aggiungere: “È urgente costruire una nuova società dove il popolo di Francia avrà la libertà di decidere autonomamente, libero dal controllo dei mercati finanziari e dalle leggi sovranazionali che lo soffocano. Questo nuova società non può essere costruita senza uscire da istituzioni come l’Unione europea e il suo euro, dall’Fmi, dall’Omc, dalla Banca mondiale, dalla borsa e dalla Nato”.