Emmanuel Macron (foto LaPresse)

L'estrema destra contro Macron

Mauro Zanon

Arrestate in Francia sei persone: pianificavano un attentato contro il presidente. Il loro identikit, i precedenti e un nome che ora fa paura: Logan N.

Parigi. Il progetto era ancora “impreciso” e “mal definito”, ma il bersaglio era già stato fissato: Emmanuel Macron. Questa mattina, in tre dipartimenti francesi, Isère, Ile-et-Vilaine e Mosella, sono state arrestate sei persone vicine all’ultradestra, sospettate di pianificare un attentato contro l’inquilino dell’Eliseo. L’operazione condotta dalla Dgsi, l’intelligence interna di Parigi, è stata lanciata per “verificare il grado di preparazione” degli individui, come confermato da una fonte vicina al dossier all’Express, per capire quale fosse lo stato di avanzamento del “progetto di azione violenta”, secondo le parole di un’altra fonte sentita dal settimanale parigino. Stando alle informazioni della rete all-news Bfm.tv, i sei individui, cinque uomini e una donna, avrebbero un’età compresa tra i 22 e i 62 anni, e sono stati fermati in seguito a una serie di inquietanti intercettazioni telefoniche, come riportato da France Info. “Ci sono state delle minacce concrete che ci hanno preoccupato e spinto a procedere alle interrogazioni”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Christophe Castaner, che la scorsa settimana, in occasione della nomina del nuovo capo della Dgsi, Nicolas Lerner, si era detto “vigile” verso le minacce dei “movimenti estremisti”. La procura di Parigi ha aperto un’inchiesta preliminare per “associazione a delinquere con finalità di terrorismo”, e ora gli inquirenti dovranno capire qual era la natura esatta del pericolo. Per ora, si sa che a casa del principale sospetto sono state ritrovate una 44 Magnum e delle micce detonanti, che l’obiettivo era il presidente della Repubblica e che tutte le persone coinvolte, come confermato dall’Eliseo al quotidiano Est Républicain, erano militanti di estrema destra.

 

Contattato dall’Express, il sindaco di Bouzonville (Mosella), Denis Paysant, ha affermato con sorpresa di non essere stato avvertito dell’operazione portata avanti dalla Dgsi nel suo comune. “Da noi non c’è nessun movimento di ultradestra attivo, anche se naturalmente, come dappertutto, ci sono dei militanti di estrema destra”, ha detto il primo cittadino di Bouzonville. Ma l’attivismo dei gruppuscoli dell’ultradestra in Francia è una realtà che da molti anni fa temere il peggio ai servizi segreti. “Rappresentano in Francia 1.500/2.000 persone, e tra queste c’è un nocciolo duro capace di passare all’attacco”, spiegava a settembre l’ex ministro dell’Interno Gérard Collomb. Soltanto un anno fa, dieci persone che gravitavano attorno a questo universo erano state fermate nei dipartimenti Bocche del Rodano, nel sud della Francia, e Seine-Saint-Denis, a nord di Parigi, perché sospettati di preparare un attacco terroristico contro Castaner, che non era ancora ministro dell’Interno, e il leader della France Inoumise, Jean-Luc Mélenchon.

 

Gli individui arrestati erano in contatto con Logan N., militante di estrema destra oggetto di “fiche S” (la schedatura con cui i servizi marchiano le persone considerate potenzialmente pericolose per la sicurezza della République). Fermato nel giugno 2017 dopo che i servizi hanno scoperto che gestiva una pagina Facebook che celebrava iel terrorista norvegese Anders Breivik, che nel 2011 ha ucciso 77 persone, era il cervello del progetto di azione violenta contro i due esponenti politici. Patrick Calvar, ex capo della Dgsi, si esprimeva in questi termini, davanti ai deputati dell’Assemblea nazionale: “L’ultradestra non aspetta altro che lo scontro con l’islamismo radicale (…) Siamo sull’orlo della guerra civile”. 

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