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Trump prende a spallate i mullah

Redazione

Tornano le sanzioni, ma in Iran il regime fa meno paura. L’esenzione italiana

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Come ricordato venerdì con un meme in stile Game of Thrones, l’America ha annunciato un nuovo giro di sanzioni americane contro l’Iran – dopo essersi ritirata dal patto atomico firmato da Obama nel luglio 2015. Le sanzioni sono modulate in modo molto interessante e per esempio alcuni paesi che importano molto petrolio iraniano potranno continuare a farlo. Tra loro c’è l’Italia, e invece non ci sono la Francia e la Germania che si sono opposte molto al ritorno delle sanzioni quando Trump ha dichiarato che l’America si ritirava dal deal atomico.

 

Insomma, se i francesi importano petrolio iraniano d’ora in poi rischiano di far scattare le sanzioni americane e gli italiani invece possono farlo senza problemi.

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C’è un punto più generale che sfugge: le sanzioni di Trump sono molto diverse da quelle del passato perché arrivano in un momento speciale per l’Iran. Le sanzioni internazionali poi finite nel 2015 colpivano un paese che era un monolite compatto dove la struttura del potere non mostrava nessun segno di cedimento all’esterno. Le contraddizioni e le tensioni c’erano, e molte, ma non riuscivano ad arrivare in superficie. L’ultima grande protesta risaliva al 2009 ed era stata liquidata come una cosa per pochi fighetti della capitali.

 

Oggi invece l’Iran che torna sotto le sanzioni è un paese dove la massa ha sempre meno paura del potere, protesta, prende in giro il governo ed è esasperata da una rivoluzione religiosa e anti-occidentale che non vuole più – perché preferirebbe avere una vita migliore.

 

Ieri circolava un video molto eloquente, studenti universitari che rifiutano di calpestare la bandiera israeliana e quella americana all’ingresso dell’università. Quanta pazienza resta ancora nella pancia della massa per un regime che attira di nuovo sanzioni internazionali? E se Trump fosse quello che riesce a dato la spallata più forte di tutti? Ieri il regime si è detto pronto a “nuovi negoziati”.

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