La manifestazione di ieri a Chemnitz (foto LaPresse)

In Sassonia è scattata la "caccia" ai migranti

Daniel Mosseri

Manifestazioni xenofobe a Chemnitz, dopo che due stranieri sono stati accusati dell'omicidio di un tedesco. Merkel mette in guardia contro i rischi di erosione della democrazia

Berlino. Chemnitz, in Sassonia, si appresta a ospitare due manifestazioni di segno opposto: ultradestra contro estrema sinistra. È stato il movimento “Pro Chemnitz” a chiedere per primo ai suoi sostenitori di scendere per strada, provocando la risposta della sinistra antagonista. Quelle di ieri sono solo le ultime di una relativamente lunga serie di manifestazioni non autorizzate che hanno obbligato le autorità a chiudere in anticipo il festival estivo cittadino. Tutto è cominciato sabato sera quando, per motivi su cui la polizia deve ancora fare luce, un 35enne è stato accoltellato a morte fra gli stand della Chemnitzer Stadfest. Con lui sono stati feriti anche un 33enne e un 28enne. Ore dopo, la polizia ha reso noto di aver arrestato due giovani di 22 e 23 anni accusati di essere i responsabili dell’omicidio. In Germania le forze dell’ordine diffondono molto malvolentieri le notizie sensibili riguardo ai protagonisti di fatti di sangue, ma secondo le indiscrezioni della stampa i due giovani sospettati sarebbero un iracheno e un siriano e la rissa precedente all’accoltellamento sarebbe stata causata da molestie a una donna.

 

La notizia che due stranieri avevano ucciso un tedesco si è subito diffusa in tutto il paese: i primi a organizzare una pubblica protesta contro gli immigrati sono stati i dirigenti locali di Alternative für Deutschland (AfD) che, grazie agli appelli lanciati sui social, domenica mattina hanno portato in piazza un centinaio di manifestanti, senza incidenti di rilievo. Molto meno sereno il clima poche ore dopo, quando gli 800 manifestanti spontanei si sono impadroniti del centro cittadino al grido di “Wir sind das Volk”, “il popolo siamo noi”, variazione sul tema di “Noi siamo un solo popolo” gridato nel 1989 sotto al Muro di Berlino in procinto di crollare.

  

I video girati dai piani alti di Chemnitz non sono chiarissimi ma lasciano intravedere persone – forse stranieri, forse cittadini contrariati – rincorse e prese a calci dai manifestanti. “E’ terribile che queste persone possano organizzarsi e rovinare il festival cittadino minacciando i partecipanti”, ha detto la prima cittadina, Barbara Ludwig della Spd. Con lei, i rappresentanti locali della Linke hanno lamentato la lentezza delle forze dell’ordine nel reagire. Vero è che la polizia ha fatto fatica a riportare la calma: i manifestanti, fra i quali gli hooligan del gruppo Kaotic, hanno respinto l’ordine di disperdersi e la domenica è finita fra bottigliate e manganellate, fino all’arrivo di rinforzi dalle vicine Lipsia e Dresda.

  

“E’ importante per il governo, le forze democratiche e gran parte della popolazione condannare con forza queste manifestazioni selvagge, le cacce all’uomo dall’aspetto diverso e i tentativi di diffondere l’odio nella società”, ha detto lunedì mattina il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ricordando che l’estremismo “non ha casa in questo paese”. Solo poche ore prima, la cancelliera aveva dichiarato al canale Ard che la “democrazia non è qualcuno che ottiene una maggioranza ma significa protezione delle minoranze, della libertà di stampa, di manifestazioni. E tribunali indipendenti”. Mentre la polizia mette Chemnitz in stato d’assedio, la Germania appena tornata al lavoro e sui banchi di scuola trova improvvisamente riaperta la ferita politica sul suo fianco orientale. Nelle regioni dell’ex Ddr, dove Pegida ha visto la luce e dove la xenofobia va a braccetto con la sostanziale sfiducia degli elettori nei confronti delle istituzioni democratiche, bastano pochi appelli sui social per aggregare “spontaneamente” centinaia di violenti. E neppure AfD – che pure raccoglie e supera un abbondante 20 per cento dei consensi, a cominciare proprio dalla Sassonia – sembra in grado di incanalare e controllare il fenomeno. 

 


 

La foto di questo articolo è stata cambiata martedì 28 agosto. Erroneamente, era stata scelta un'immagine di una manifestazione contro l'Afd e non delle proteste di questi giorni a Chemnitz. Ringraziamo i nostri lettori per la segnalazione.