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E ora Maduro e Cabello puntano alla chiusura dell’ultimo giornale indipendente

Luciano Capone

Dopo 75 anni di storia, El Nacional rischia di chiudere, come è già capitato a tre quarti dei giornali venezuelani

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Roma. C’è un caso in Venezuela che più di altri rappresenta il fallimento economico, l’oppressione autoritaria e il clima di minacce e menzogne del regime di Nicolás Maduro. Ed è quello che riguarda un quotidiano, El Nacional, l’ultimo giornale indipendente e di opposizione, che in questi anni nonostante le minacce e le aggressioni squadriste è stato in grado di raccontare l’emergenza economica, umanitaria e democratica del paese. Ora, dopo 75 anni di storia, El Nacional rischia di chiudere, come è già capitato a tre quarti dei giornali venezuelani negli ultimi cinque anni, a 54 radio e televisioni negli ultimi 18 mesi come scrive il Washington Post.

 

Le difficoltà economiche sono enormi. In un paese dove la carta igienica è merce pregiata, riuscire a stampare un giornale (soprattutto se di opposizione) è un miracolo, visto che il governo impone controlli sui capitali che uniti all’iperinflazione rendono difficilissime le importazioni di carta, inchiostro e altre attrezzature necessarie. Ma il problema più grande è di tipo politico.

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Nel 2015 El Nacional pubblicò un articolo del quotidiano spagnolo Abc che riportava la notizia di un’inchiesta delle autorità statunitensi per narcotraffico a carico di Diosdado Cabello, numero due del regime e esponente dell’ala militare. Per quell’articolo, che riportava una notizia confermata poi dalle sanzioni degli Stati Uniti all’uomo forte del regime, il giornale è stato portato in tribunale da Cabello e il suo proprietario Miguel Henrique Otero costretto all’esilio in Spagna per timore di finire in galera. A giugno il giornale è stato condannato a un risarcimento di 1 miliardo di bolivares.

 

Il problema è che, a causa dell’iperinflazione, che secondo il Fmi quest’anno arriverà al tasso mostruoso di 1 milione per cento, ora quel miliardo di bolivares vale appena 300 dollari. Il tribunale ha ovviamente stabilito che la somma deve essere rivalutata, ma il problema è che la Banca centrale del Venezuela non pubblica i dati sull’inflazione da oltre tre anni per nascondere le informazioni ai cittadini. Cabello allora, visto che non gli conviene usare i dati falsi del regime, ha dichiarato che bisogna applicare il tasso di inflazione del 300 mila per cento pubblicato dal giornale: “Dato che El Nacional non mente mai, la cifra dovrebbe essere quella che hanno messo in prima pagina”, ha dichiarato alla Reuters. Ma, e questo è il paradosso nel paradosso, se El Nacional non mente mai allora vuol dire che non ha diffamato il gerarca chavista.

 

La logica e la verità sono dalla parte del giornale, ma dove manca la libertà e dominano la menzogna e la prepotenza non servono a molto. Anzi, sono crimini da reprimere.

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