Canada, G7: il Presidente Conte incontra Macron (foto LaPresse)

Come superare le tensioni Francia-Italia

Paola Peduzzi

Adesso la sfida in Europa è “progressisti vs nazionalisti”. Intervista a Christophe Castaner, capo del partito di Macron

Roma. Pace è fatta, la posizione dell’Italia è “legittima e noi la rispettiamo”, anche se la Francia “su alcuni punti non la condivide”. Christophe Castaner è appena arrivato a Roma, dopo giorni di “tensioni” – dice con un sorriso, bisogna misurare bene le parole – tra il governo italiano e gli altri paesi europei, in particolare con la Francia: parla di collaborazione, di volontà di lavorare insieme. Oggi si incontrano a Parigi il presidente francese, Emmanuel Macron, e il premier Giuseppe Conte, il vertice che fino all’ultima telefonata è stato in bilico. Nel bar dell’Hotel Victoria, dove lo incontriamo, Castaner sembra sicuro che il peggio sia passato ma sa che in questa due giorni italiana – oggi è al Teatro Eliseo al convegno organizzato dal Foglio, con Luigi Brugnaro, Marilisa Allegrini e con Sandro Gozi – non gli faranno che chiedere del futuro delle relazioni tra Parigi e Roma.

     

Segretario della République En Marche e segretario di stato per i Rapporti con il Parlamento, Castaner inizia dalla causa delle tensioni: quando parla di immigrazione non ha paura a dire che “l’Italia è stata lasciata sola” e che “l’Europa non è sempre stata all’altezza delle aspettative italiane”. “Capisco la rabbia italiana sulla questione immigrazione – dice – ed è per questo che penso che si debba lavorare su tre livelli: sull’origine dei flussi, sull’altra sponda del Mediterraneo; sulle frontiere esterne; e sulla responsabilità e la solidarietà”.

   

Quando si sente solidarietà in Italia si drizzano i capelli: in questi giorni abbiamo ascoltato parecchie iperboli e molti numeri un po’ detti a casaccio, ma certo è che a tante dichiarazioni di solidarietà non è seguito un aiuto concreto, i paesi di primo approdo restano comunque sempre i più esposti. “L’Europa è colpevole”, ribadisce Castaner: è un europeista macroniano, vuole cambiarla, l’Europa, vuole rifondarla, non gli piace così com’è. Ma la riforma di Dublino intanto è stata affossata: solidarietà e redistribuzione non sono più all’ordine del giorno. “Riformeremo il trattato di Dublino”, dice Castaner sicuro: lui è contro ogni genere di inevitabilità. Per questo non condivide neppure quello che ha detto Mario Draghi ieri, “l’euro non è una scelta irreversibile – dice Castaner – Nemmeno l’Europa è irreversibile, può morire, è per questo che bisogna combattere per cambiarla e migliorarla, perché se è debole diventa irrilevante”. 

     


Christophe Castaner (foto LaPresse)


 

E’ così che si smette di esistere, quando si rinuncia a cambiare. La determinazione europeista della Francia macronista è affascinante e ottimista: questa presidenza vuole esportare il modello En Marche nel resto dell’Europa, e non si perde d’animo, e mentre noi guardiamo ai francesi come a un’eccezione – speravamo nel contagio macroniano, siamo finiti con la convergenza populista di Lega e M5s – loro si sentono ancora guida. Vi mancherà l’Italia? “Siamo pragmatici – dice Castaner – e teniamo molto all’asse dei paesi mediterranei, non vogliamo fare senza l’Italia”. Forse è più questo governo italiano che vuole fare a meno degli altri partner mediterranei, guarda a est con insistenza, non si fida delle alleanze storiche. Castaner non si dà per vinto, parla delle elezioni europee come del momento in cui si potrà ripartire, “non è vero che la finestra d’opportunità si è chiusa”, dice: l’Europa è in ritardo, ma non è ferma, e nella primavera del prossimo anno ci sarà la sfida in cui davvero scopriremo chi siamo e dove vogliamo andare. “Progressisti versus nazionalisti: questa è la sfida”, dice Castaner esportando il modello né di destra né di sinistra della Francia nel consesso europeo.

   

Chi sarà l’interlocutore in Italia? “Il Partito democratico è un alleato naturale – dice Castaner, e indica Gozi, ex sottosegretario dei governi Renzi-Gentiloni, che lo ha invitato qui – Su questo non ci sono mai stati dubbi. Ma vogliamo unire le forze progressiste dell’Europa, e vogliamo lavorare con tutti quelli che hanno a cuore questa visione europeista e progressista del futuro”. Ma i Cinque stelle fanno parte di queste forze? “Al momento, con la scelta di governo che è stata fatta in Italia, non vedo una presa di posizione progressista da parte dei Cinque stelle sui temi europei”. Poi si vedrà, certo, “io ho sempre fiducia – dice – anche se sono molto prudente”, aggiunge, e sa che dovrà scegliersi soldati affidabili in questa “guerra permanente” che è costruire un’Europa che protegge. “Hai presente Sisifo con la pietra? Ecco”, dice Castaner, e l’immagine è perfetta: speriamo solo che la pietra non rotoli giù per l’eternità.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi