Il Consiglio dell'Ue ha bocciato il ricorso italiano sull'Ema

Redazione

La scelta di Amsterdam è stata presa in autonomia dagli stati membri e, spiega Bruxelles, riavviare l'iter di selezione di una nuova sede compromette gli interessi dei cittadini europei

L'ufficio legale del Consiglio dell'Ue ha bocciato il ricorso dell'Italia sull'assegnazione dell'Ema ad Amsterdam, definendolo irricevibile. Le speranze italiane di rimettere in discussione la scelta della nuova sede dell'Agenzia del farmaco restano ora appese alla decisione del Tribunale dell'Ue e della Corte dei conti europea. Ma nelle ultime ore, come si temeva, i tentativi del nostro paese di riaprire i giochi a beneficio di Milano si stanno rivelando troppo fragili (la lettera del presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani alla Commissione ne è una prima dimostrazione).

 

Che la strada fosse in salita era già chiaro prima che il governo italiano e il comune di Milano presentassero i vari ricorsi alle sedi europee. Nelle motivazioni date nel rigettare il ricorso del nostro paese, pubblicate dall'agenzia di stampa Agi – il Consiglio Ue chiarisce che "non può essere considerato l'autore della decisione impugnata, ed essa non può in alcun modo essergli attribuita". Secondo Bruxelles la scelta di Amsterdam è stata presa in piena autonomia dai singoli stati membri del Consiglio, in qualità di rappresentanti dei rispettivi governi. Non solo, aggiungono, il comune di Milano non dispone nemmeno dei titoli per impugnare la decisione sull'Ema perché l'amministrazione cittadina non ha avuto alcun ruolo nella procedura di selezione della sede. Al contrario questa, ricorda il Consiglio, ha coinvolto esclusivamente gli stati membri dell'Ue e, anche se il comune ha contribuito alla presentazione della candidatura insieme al governo italiano, a livello giuridico la città va considerata comunque un soggetto terzo rispetto alla procedura.

 

 

Oltre alle motivazioni procedurali, il Consiglio ne ha aggiunte altre che fanno riferimento alla necessità di garantire la continuità operativa dell'agenzia. Per l'ufficio legale di Bruxelles "tutto questo avrebbe ripercussioni estremamente serie sul corretto funzionamento dell'Agenzia e la possibilità per la stessa di assolvere efficacemente al compito di grande interesse pubblico, e da ultimo metterebbe in discussione la scelta politica relativa all'inaccettabilità di lasciare la sede dell'Agenzia in un paese terzo. In definitiva – aggiunge il Consiglio – una tale evenienza comporterebbe un danno estremamente serio agli interessi dell'Ema, dei suoi finanziatori, del corretto funzionamento del mercato comune dei farmaci e quindi agli interessi dei pazienti e dei cittadini e dell'Unione nel suo complesso".

 

In questo modo il Consiglio ha di fatto ribaltato l'obiezione avanzata dall'Italia, secondo cui la scelta di Amsterdam e i ritardi dell'Olanda avrebbero causato danni seri ai pazienti e ai cittadini europei. Per l'Ue un'eventuale bocciatura dell'ultimo minuto della candidatura di Amsterdam non comporterebbe l'automatica scelta di Milano. Piuttosto, si dovrebbe riaprire l'intero iter decisionale, allungando ulteriormente i tempi (già stretti a causa della Brexit, fattore determinante dato che la sede attuale dell'Ema è Londra) compromettendo il funzionamento dell'agenzia.

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