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La Russia inghiottita dal cielo

Micol Flammini

Una squadra di hockey, il coro dell'Armata rossa. Avverse condizioni atmosferiche, errori umani, ma più spesso sono i problemi di manutenzione a causare gli incidenti degli aerei russi

Le scene di domenica 11 febbraio, con l’aereo della Saratov Airlines schiantato a ottanta chilometri a sud est di Mosca, non sono nuove per i russi. L’ An-148, partito dall'aeroporto moscovita di Domodedovo e diretto a Orsk, al confine con il Kazakistan, era in volo da soli cinque minuti. La caduta è stata rapida e a bordo, tra passeggeri ed equipaggio, non si è salvato nessuno. In tutto 71 vittime.

 

Il luogo dell'incidente aereo dell'11 febbraio 2018   

Secondo gli esperti, l’ondata di incidenti in Russia continuerà, almeno che le compagnie aeree non inizino a essere sottoposte a delle attente revisioni. Ancora bisogna stabilire ciò che ha causato l’ultima tragedia, non si esclude nemmeno l’errore umano o le condizioni metereologiche avverse ma gli investigatori stanno prendendo in considerazione soprattutto la scarsa manutenzione dell’aereo. La Saratov Airlines è stata fondata nel 1931 ed era parte dell’Aeroflot. Una storia antica, ma non grandiosa. Già nel 2015 era stata multata dalle autorità russe per violazione delle norme di sicurezza e alla compagnia venne proibito di compiere dei viaggi al di fuori dello spazio aereo russo, permesso che ha riacquisito a partire da maggio 2016. Ma solo la fine degli accertamenti sull’Antonov 148 sapranno dire il futuro della Saratov Airlines. Sicuramente, hanno confermato gli investigatori, l’aereo si è rotto a mezz’aria a giudicare da come erano sparpagliati il suoi resti. Martedì pomeriggio il Cremlino aveva fatto emergere nuovi dettagli che sembrano suggerire una responsabilità da parte dei piloti: non avrebbero azionato l’apparecchiatura per la misurazione della pressione e quindi l’unità di riscaldamento avrebbe mostrato delle velocità errate. Secondo Alexander Romanov, esperto di sicurezza aerea intervistato dal Moscow Times, sono solo delle scuse per “nascondere una questione molto più grande”, l’obsolescenza degli aerei messi a disposizione dalle compagnie russe. “Ai vertici della Rosaviatsia – l’agenzia governativa che dovrebbe occuparsi di monitorare l'industria di aviazione civile – ci sono persone incompetenti, ma vicine a persone al potere”, dice Romanov insistendo sul fatto che l’incompetenza e l’approssimazione di chi riveste queste cariche mettono a repentaglio l’intero sistema di gestione di sicurezza. “Non esistono delle norme che dicano quanto debbano lavorare i piloti, spesso sono troppo stanchi e si mettono in volo nonostante tutto”.

 

Impreparate da ogni punto di vista, le autorità non sono nemmeno state in grado di rispondere ai parenti che volevano sapere cosa fosse accaduto ai passeggeri. Olesya Kolpakova, giornalista del sito locale Ural56.ru, ha raccontato al quotidiano Novaya Gazeta di essersi subito precipitata all’aeroporto di Orsk, dove i funzionari non hanno fatto nulla per rispondere alle domande dei parenti che sono stati tenuti all’oscuro di tutto. “Una donna gridava ripetutamente: ‘Riportatemi mio fratello!’, c’era rabbia mista a panico, c’era chi si appigliava al silenzio delle istituzioni per sperare che non fosse accaduto nulla”, ha raccontato la giornalista. Solo quando il ministero dei Trasporti ha comunicato la tragedia, anche le autorità aeroportuali hanno confermato l’incidente. Nel frattempo, l’aeroporto di Domodedovo non si è fermato, ha continuato la sua attività, forse perché in sé, l’incidente non rappresentava niente di particolarmente nuovo come dimostrano le tragedie degli ultimi anni.

 

I precedenti 

Il volo 737 di FlyDubai si è schiantato mentre tentava di atterrare in condizioni metereologiche avverse all’aeroporto di Rostov sul Don nel marzo 2016. Lo stesso anno, il giorno di Natale, un Tupolev Tu 154, diretto alla base aerea di Khmeimim in Siria è precipitato nel Mar Nero due minuti dopo essere decollato dall’aeroporto di Sochi. Nell’incidente morirono tutti, passeggeri ed equipaggio e con loro morì uno dei simboli del passato sovietico. A bordo, infatti, c’era il coro dell’Armata rossa che si sarebbe dovuto esibire in un concerto alla base di Latakia.

 

La stele con i nomi delle vittime dell'incidente aereo di Rostov del marzo 2016 

  

Nel 2013 sono morte cinquanta persone a bordo di un volo Tatarstan Airlines 363 che collegava Mosca e Kazan. Il Boeing si è schiantato in fase di atterraggio. A causa di un incidente aereo la squadra di hockey sul ghiaccio Lokomotiv Jaroslav e lo staff morirono nel 2011 a bordo dello Yakovlev Yak-42D. I giocatori erano diretti a Minsk, in Bielorussia per disputare il primo incontro della Kontinental hockey league. Inizialmente ci furono due superstiti Alexander Galimov, deceduto per le ustioni pochi giorni dopo e Alexander Sizov. Subito dopo il decollo l’aereo ha urtato il radiofaro alla fine della pista dell’aeroporto di Jaroslav e si è incendiato. Non riusciva a prendere quota e le cause reali dell’incidente non vennero fuori. Sempre lo stesso anno un aereo della Saratov Airlines, che all’epoca si chiamava Saravia, si è rotto a mezz’aria durante un volo di prova provocando la morte dei sei membri dell’equipaggio.

 

 

Anche la storica compagnia Aeroflot ha registrato diversi incidenti mortali. Nel 2008, durante un volo tra Mosca e Perm un vettore si schiantò nelle vicinanze dell’aeroporto di arrivo. Le cause vennero attribuite all'inesperienza dei due piloti che non erano abituati a usare l’orizzonte artificiale e persero l’orientamento, non erano stati preparati adeguatamente per guidare quel tipo di aereo, un boeing 737-500. Non ci fu nessun superstite. Dopo il disastro aereo, la Aeroflot-nord cercò di ricostruirsi una reputazione cambiando nome: Nordavia.

 

Una storia di eroismo è invece collegata allo schianto dell’Airbus A310 della compagnia S7 Airlines, precedentemente chiamata Sibir Airlines. L’incidente è del 2006 e con lo schianto sulla pista di atterraggio dell’aeroporto di Irkutsk, morirono 125 persone. La pista era bagnata e l’aereo non riuscì ad atterrare schiantandosi contro un muretto. Si salvarono 78 persone, ma tutte grazie all’intervento di un assistente di volo, Andrej Djakonov che riuscì ad aprire la porta di emergenza e spinse fuori quante più persone possibile, fino a quando le fiamme non iniziarono a distruggere completamente l’aereo e Andrej rimase intrappolato e non riuscì più a uscire.

 

“Tutte le storie prima o poi si placano”, ha detto in un’intervista alla Novaya gazeta il pilota della compagnia Aeroflot Andrei Litvinov. “Il problema andrebbe affrontato con urgenza perché le tragedie aeree continueranno ad accadere”. La storica Aeroflot ha investito in questi anni nell’acquisto di aerei occidentali, ha cercato di modernizzare la sua flotta. È da vent’anni che la Russia discute dei problemi relativi alla sua aviazione. Manca un controllo capillare, mancano sanzioni dure contro quelle compagnie che non rispettano le regole di sicurezza e soprattutto mancano le stesse regole di sicurezza. Il tema potrebbe diventare importante in campagna elettorale in vista delle elezioni del 18 marzo prossimo. Ma se le cose stanno come Alexander Romanov ha rivelato, sarà difficile riuscire a scalfire il sistema di conoscenze e amicizie che ha contribuito a rendere inaffidabile l’aviazione civile russa. Gli incidenti aerei colpiscono l’identità di un popolo, sono tragedie nazionali. In Russia stanno diventando abitudine e finora, l’abitudine ha ucciso molti cittadini, una squadra di hockey e un pezzo di passato.

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