Chi è il sindaco turco che persino Erdogan ha paura di cacciare
Si vocifera che il presidente della Turchia stia per allontanare sei sindaci del suo partito, tra i quali spicca il nome di Gökçek. Il primo cittadino di Ankara sarebbe l’esilarante protagonista di una sitcom se non fosse drammaticamente vero
“Gli amici tieniteli stretti. Ma i nemici, ancor di più”, dice Michael Corleone in una scena del Padrino di Coppola. Un pensiero che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan pare non condividere: nel 2013 ha permesso all’imam Fetullah Gülen di auto-esiliarsi negli Stati Uniti. E quello che prima era un grande sodale ora è il principale ricercato dalla giustizia turca, accusato di aver ordito il golpe del luglio 2016. Adesso si vocifera che Erdogan stia per allontanare anche sei sindaci del suo stesso partito, l’Akp. Due giorni fa la televisione locale Kanal D, ripresa poi dai maggiori organi di informazione del paese, segnalava che le dimissioni dovrebbero essere consegnate prima dei congressi provinciali del partito, nel febbraio 2018.
Gökçek sarebbe l’esilarante protagonista di una sitcom se non fosse drammaticamente vero. Sotto i baffi curati del navigato politico sessantanovenne pare nascondere un animo infantile. Nel 2014 è apparso in lacrime in tv dopo che i risultati sembravano indicare che il candidato dell’opposizione gli avrebbe impedito di arrotondare il suo mandato a un quarto di secolo. “Bene! Non votate per me, ma come potete votare per il Chp? È incredibile”, ha singhiozzato Gökçek, che ama i robottoni e ha fatto costruire un gigantesco Transformer in una rotonda di Ankara, per promuovere un parco divertimenti. Dopo la denuncia dalla Camera degli Architetti e Ingegneri, che sospettava il colosso fosse stato pagato con soldi pubblici, Gökçek l’ha fatto demolire e l’ha sostituito con un T-Rex alto tre metri. Se continuano “rimpiazzerò il dinosauro con qualcos’altro”, ha ribadito.
Gökçek ha iniziato la sua carriera politica nel partito di Erbakan, mentore dell’attuale presidente e primo premier dichiaratamente islamico. Dopo i rumors sulla sua possibile cacciata, Gökçek sta lanciando diversi strani tweet in cui paragona Erbakan a Erdogan. Se si ricorda che il primo fu due volte interdetto alla vita politica per un totale di dieci anni, c'è chi legge i post del sindaco come una velata minaccia. Si vocifera anche che abbia archivi pieni di documenti delicati e che la sua buonuscita dovrà essere a 24 carati.
La minacciata mossa del presidente Erdogan, con buona probabilità, è un tentativo di riposizionare i suoi vassalli, in vista delle elezioni del 2019, le prime dopo la profonda riforma costituzionale di aprile. “Lo stato d'emergenza seguito al colpo di stato, ha largamente messo fuori gioco il parlamento, lasciando campo libero al governo. Un deputato è ora meno efficace di un sindaco o di alcuni amministratori locali”, ha spiegato Sezgin Tanrikulu, deputato del Chp, al quotidiano online al Monitor. Una volta che le modifiche costituzionali entreranno in vigore, tra due anni, il parlamento sarà di fatto “neutralizzato”, e controllare i sindaci sarà molto importante. L'Akp è quindi destinato a riorganizzarsi e riattivare la sua base elettorale, spossata dallo stato d’emergenza e dalle lunghe epurazioni. Se normalmente il partito di governo aveva puntato sulla crescita economica per farsi amare, i più recenti sondaggi di opinione vedono affievolirsi il sostegno all’Akp. I rischi sono i vecchi avversari kemalisti del Chp e anche il nuovo partito della combattiva Meral Aksener, nato da una costola degli ultra-nazionalisti e che intende presentarsi come una forza moderna e responsabile. In questo contesto, forse la risata baffuta e sguaiata di Gökçek è troppo destabilizzante.