Albert Park Methodist Chapel

Quella chiesa convertita in moschea dove pregava il kamikaze di Manchester

Giulio Meotti

Parla Scruton: “Il cristianesimo scende, l’islam sale”

Roma. Ogni giorno, entrando in quella che un tempo era la Albert Park Methodist Chapel, consacrata nel 1883 e sconsacrata negli anni Sessanta, durante la grande ondata di secolarizzazione, Salman Abedi poteva ancora osservare l’architettura tipica di una chiesa anglicana, dal campanile alle vetrate. Ma anziché l’altare, ora c’è un mihrab, la nicchia che nella moschea indica la direzione della Mecca. Il pulpito è rimasto. Però lo usa un imam per la khutba, l’allocuzione islamica. Fuori dalla chiesa-moschea di Didsbury c’è un grande cartellone che annuncia: “Vuoi saperne di più sull’islam? Vieni a socializzare”. Su YouTube, un’organizzazione islamista la celebra come “The church converted to a mosque”. Fuori, la moschea che si affaccia su Burton Road ricorda ancora la chiesa metodista che era fino agli anni Sessanta, quando venne acquistata dalla comunità musulmana locale per farne un luogo di culto islamico. Anziché gli orari per la messa, oggi c’è un’altra insegna: “Sala da preghiera per gli uomini”. Nella chiesa-moschea, rivela ieri la Bbc, viene distribuito materiale sul fatto che “la modestia, il pudore e l’onore non hanno posto nella civiltà occidentale”.

 

Qui pregava Salman Abedi, il ventiduenne inglese che ha massacrato ventidue coetanei alla Manchester Arena. La chiesa venne abbandonata in un momento di fervore secolarista, quando in Inghilterra scomparvero d’improvviso grandi masse di fedeli cristiani. La diocesi cattolica di Salford ha appena annunciato che altre venti chiese nell’area di Manchester saranno chiuse. Lord Carey, ex arcivescovo di Canterbury, ha detto che la Church of England è “a una generazione” dall’estinzione. “In vent’anni, i musulmani praticanti saranno più dei cristiani praticanti”, ha spiegato Keith Porteous Wood, direttore della National Secular Society. Dal 2001, cinquecento chiese della sola Londra sono state trasformate in case private. Nello stesso periodo, le moschee sono proliferate fino alle 423 di oggi. I fedeli cristiani stanno diminuendo a una tale velocità che entro una generazione il loro numero sarà tre volte inferiore a quello dei musulmani che vanno in moschea di venerdì.

 

“La storia della chiesa di Didsbury convertita in moschea è la storia del mio paese, l’Inghilterra”, dice al Foglio da Parigi Roger Scruton, saggista e filosofo britannico, fellow della British Academy e della Royal Society of Literature. “Stiamo perdendo la nostra fede cristiana, la nostra cultura, e una nuova fede la sta soppiantando, l’islam. E’ il momento di parlare e agire. E’ la perdita della pratica cristiana, debolissima, per cui la gente non si relaziona più in nome di una cultura comune, ma di una cultura pop. Molti laici non comprendono questo a causa della illusione della prosperità e della sicurezza. Ma la religione è parte della condizione umana”.

 

Lo ha detto anche il cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei maroniti: “I musulmani sono convinti che conquisteranno l’occidente, anche quelli fra loro che non sono jihadisti o estremisti. Gliel’ho sentito dire molte volte: ‘Conquisteremo l’Europa con la fede e con la fecondità’. Quando vengono in Europa e vedono le chiese vuote, immediatamente pensano che loro riempiranno quel vuoto”. Forse è questo che deve aver pensato anche Salman Abedi, prima di macellare ventidue adolescenti.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.