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Quel che non torna tra Merkel e Fillon

Redazione

Mosca divide i due conservatori. E se la cancelliera facesse un azzardo?

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L’incontro tra Angela Merkel e François Fillon si è risolto con una predica del candidato della destra francese all’Eliseo alla cancelliera tedesca. Suona strano, e un pochino lo è: Merkel è al potere dal 2005, a settembre si ricandida per il suo quarto mandato, ha una leadership forte e idee chiare, mentre Fillon è stato premier durante la presidenza Sarkozy e ha appena iniziato la sua campagna elettorale in vista del voto di aprile.

 

Dovrebbe essere la cancelliera tedesca a dettar legge, insomma, e non si può dire certo che non lo faccia, ma Fillon è andato a Berlino a mettere alcuni paletti: le sanzioni nei confronti della Russia sono “senza scopo”, vanno ridimensionate se non annullate; la politica di apertura all’immigrazione deve essere rivista, il continente europeo non può sostenere il “ce la possiamo fare” merkeliano.

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Merkel cerca convergenze in Europa con i conservatori, ma nel caso di Fillon l’unica sintonia riguarda l’approccio economico, liberale e austero, indispensabile alla Francia per un rilancio utile al motore franco-tedesco e a tutto il continente. Ma se la questione degli immigrati resta dirimente, soprattutto per un Fillon che in Francia deve disinnescare la minaccia di Marine Le Pen, la questione russa sta diventando determinante nella formazione delle alleanze europee. Agli estremi, si sa, c’è una gran passione per la Russia putiniana, come perfettamente dimostra il caso italiano, in cui Salvini della Lega e Grillo del M5s fanno a gara per accreditarsi presso l’uomo forte Putin. La regola vale anche per il resto dell’Europa, ma si sta formando pure un partito russo più moderato, se così si può dire, il cui leader sembra proprio Fillon – e le diramazioni italiane coinvolgono Romano Prodi e Angelino Alfano (il quale ha una variante: dice che serve accordarsi con Trump per trattare con Putin). Merkel invece è molto preoccupata dall’ingerenza di Mosca, nella forma di propaganda antioccidentale, negli affari europei. Al punto che, viene spontaneo un azzardo: l’alleato più naturale della Merkel in Francia non è Fillon, è semmai Emmanuel Macron, liberale in economia quanto Fillon, ma europeista e aperturista: uno che non parla di destra e sinistra, ma è in sintonia con chi vuole salvare l’Europa dalla morsa putinian-trumpiana.

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