"I ciarlatani contro l'Europa". Chi sono gli amici di Tsipras secondo il Point
Il dossier si apre con un articolo che analizza “la gigantesca impostura” che minaccia l’Europa, che inizia dicendo che a furia di parlare del fatto che i greci hanno inventato il concetto stesso di democrazia nell’antichità ci si è dimenticati che contestualmente fu inventato anche quello di demagogia. Ha prevalso quest’ultima, e ha creato un “big bang ideologico” che il Point declina nel mondo cultural-politico francese – ma anche in Italia la lista è lunga. I sovranisti, i nemici dell’austerità e del neoliberismo, i fan della decostruzione europea festeggiano “convinti che la ratifica popolare à la greca dia loro ragione”: ci sono, tra gli altri, Marine Le Pen, Jean-Luc Mélenchon, passando anche per il tycoon Matthieu Pigasse diventato amico del terzomondista ex ministro dell’Economia Arnaud Montebourg (che ha annunciato le sue ambizioni presidenziali proprio quando è stato reso ufficiale il risultato del referendum greco), il solito Thomas Piketty (con foto: il privilegio delle star). L’internazionale di Syriza – che sulla copertina è definita “l’internazionale degli impostori – comprende Beppe Grillo, naturalmente, il leader di Podemos Iglesias, il presidente russo Putin, il presidente cubano Raul Castro, quello del Venezuela Maduro, quello della Bolivia Morales, quella dell’Argentina Kirchner, e Gerry Adams, capo del Sinn Fein. Senza andare troppo lontani dal proprio paese, Nicolas Baverez ricorda che “la Francia è una grossa Grecia”, e non c’è molto da ironizzare o diventare tifosi: anche a Parigi o si riforma o si esce dall’euro.
[**Video_box_2**]Negli interventi di vari pensatori e politci emerge il tema della debolezza – siamo tutti più deboli dopo il referendum, compreso il vittorioso Tsipras – della necessità di dare una legittimità politica all’euro, di farlo respirare, anche, questo povero euro, così come c’è James Galbraith, professore texano vicino all’ex ministro delle Finanze greco Varoufakis, che festeggia per il “no” e dice che i dirigenti europei devono prendersi le loro responsabilità, e non Tsipras che non ha più colpe di tutti i suoi predecessori, “la colpa è di chi si è succeduto al potere a partire dagli anni Novanta” (Galbraith dice anche che la Grexit non ci sarà, “è estremamente difficile uscire dall’euro, e il popolo non se lo augura”). Kenneth Rogoff, economista di Harvard ed ex capo economista del Fmi dal 2001 al 2003, mette un po’ in ordine fatti e ideologia, ricorda che ci sono stati tanti errori, anche nella costruzione dell’Europa e nella gestione dei negoziati (i più grossi errori sono stati fatti negli anni Novanta, “ma quel che è fatto è fatto: a volte, quando hai cinque figli, non divorzi”). Ma è stato il governo greco a rifiutare un’offerta che in realtà andava benissimo. Ora toccherà a tutti pagare, sia che la Grecia resti dentro all’Europa sia che esca (dovremo aiutarla comunque, dice), non sappiamo quali saranno le conseguenze, ma “quel che non ti uccide ti rende più forte”.