Editoriali

Gas russo o americano, a quale prezzo?

Redazione

La notizia del costo esorbitante del Gnl dagli Usa è esagerata, confrontarlo con quello di Mosca è sbagliato perché rispondono a rapporti commerciali diversi 

Il gas americano costa di più di quello russo? Sì e no. Mercoledì il Sole 24 Ore ha pubblicato  un’inchiesta secondo cui, a dicembre, i carichi di gas liquefatto (Gnl)  dagli Usa avrebbero avuto costi superiori di circa il 50 per cento rispetto a quello da Mosca, 34,5 euro/MWh contro 22,6 euro/MWh. E’ un dato  rilevante per capire il passato, ma dice poco sul futuro. Il problema è che questi costi includono sia il gas importato sulla base di contratti di lungo termine, sia i carichi acquistati sui mercati spot: confrontarli e mischiarli è sbagliato perché rispondono a rapporti commerciali e meccanismi di pricing diversi.

 

L’import dalla Russia è quasi del tutto legato ad accordi di lungo periodo, generalmente indicizzati al valore del Ttf nei mesi precedenti. Poiché le quotazioni sulla Borsa olandese sono esplose a partire da novembre, i prezzi di dicembre ne risentono: man mano che passa il tempo sono destinati a salire. Viceversa, molto gas americano giunto in Europa a dicembre è figlio di acquisti spot, dunque a livelli simili a quelli del Ttf. Per la parte di lungo termine, esso è  indicizzato ai prezzi americani (molto più bassi dei nostri) e arriva in Europa a valori decisamente inferiori al Ttf. La strategia europea e italiana prevede di siglare nuovi contratti per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, non di aumentare i volumi spot. La domanda che dobbiamo farci è: a quali condizioni saranno contrattualizzati i volumi futuri? Al momento l’unica risposta possibile è: non lo sappiamo. Se, tuttavia, i nuovi contratti fossero simili a quelli  esistenti (seppure non altrettanto vantaggiosi) è probabile che staranno su un livello comparabile al russo o, forse, addirittura inferiore. Ciò vale anche per le indicizzazioni al petrolio, spesso usate dai fornitori nordafricani  e occasionalmente dagli americani. E se questi ultimi pretendessero un ancoraggio al Ttf, in principio avremmo contratti non troppo diversi da quelli con Gazprom. Insomma: i dati di dicembre dicono molto ma sarebbe sbagliato pretendere di leggervi più di quello che possono confessare.

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