Paolo Gentiloni durante l'Eurogruppo con i ministri delle Finanze europei lo scorso luglio a Bruxelles (LaPresse)

editoriali

Niente rivoluzione sul Patto di stabilità

Redazione

La modifica delle regole fiscali può attendere. Pesa l’incognita del voto tedesco

Mettere mano al Patto di stabilità e crescita non sarà una passeggiata e chi spera in una modifica delle regole fiscali della zona euro entro la fine dell’anno rischia di rimanere deluso. Il negoziato tra i ministri delle Finanze inizierà solo dopo le elezioni in Germania, quando la Commissione presenterà la sua proposta per rivedere i regolamenti del Two pack e del Six pack, che erano stati introdotti durante la crisi del debito sovrano. Mettere in discussione l’ortodossia avrebbe comportato il rischio di avvantaggiare l’estrema destra di Alternativa per la Germania e così i partner europei si sono astenuti da interventi pubblici a gamba tesa. Ma le discussioni informali sono già in corso. Il commissario Paolo Gentiloni ha spiegato che bisogna ammorbidire la regola sul rientro del debito. La crisi del Covid-19 con l’esplosione del debito pubblico anche in Francia ha reso quella regola inapplicabile.

 

L’Eurogruppo e l’Ecofin di domani e sabato si troveranno sul tavolo una proposta del think tank Bruegel di golden rule per gli investimenti verdi senza introdurre altra flessibilità. L’European fiscal board – i saggi indipendenti che consigliano la Commissione – ha già proposto di preservare gli investimenti pubblici. Nessuno dubita che nell’Ue post Covid e del Green deal ci sarà una revisione del Patto. Le domande sono quando e quanto. I tempi per la formazione del prossimo governo a Berlino pesano. Alcuni a Bruxelles temono che i negoziati per la nuova coalizione si protraggano fino a dicembre o oltre. L’arrivo di Olaf Scholz alla cancelleria non necessariamente permetterà di sbloccare il dossier. Il candidato socialdemocratico (e attuale ministro delle Finanze) in campagna elettorale ha detto che il Patto è  già abbastanza flessibile. L’Eurogruppo intende decidere per consenso, il che allungherà ulteriormente i tempi del negoziato. Il Covid ha cambiato tutto, ma la rivoluzione sulle regole fiscali della zona euro può attendere.

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