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Ora ripensare il reddito di cittadinanza

Redazione

Concepito male e nato peggio: serve qualcosa che superi la cassa integrazione

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Mentre l’impatto economico del coronavirus si fa sempre più feroce, il governo s’interroga su come intervenire a sostegno dei lavoratori e delle categorie produttive. Questo è uno dei casi in cui la risposta giusta al momento è, se non proprio “niente”, quanto meno “molto poco”. Può apparire cinico, ma adesso è troppo presto per capire quanto vaste e profonde saranno le conseguenze. Visto lo scarso spazio fiscale di cui disponiamo – anche dando per scontato un ricorso all’indebitamento superiore alle attese – le risorse vanno utilizzate in modo razionale e attento. Per esempio, evitando di stanziare fondi ingenti per misure come la cassa integrazione, che sono finalizzate a proteggere le aziende più che i lavoratori. Le imprese meritano un intervento a parte, per esempio la proroga di tutte le scadenze fiscali dei prossimi mesi. Ma, a parte questo, bisogna prendere il reddito di cittadinanza, ripensarlo e trasformarlo in un moderno meccanismo universale di sostegno al reddito e supporto alle transizioni lavorative.

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Mentre l’impatto economico del coronavirus si fa sempre più feroce, il governo s’interroga su come intervenire a sostegno dei lavoratori e delle categorie produttive. Questo è uno dei casi in cui la risposta giusta al momento è, se non proprio “niente”, quanto meno “molto poco”. Può apparire cinico, ma adesso è troppo presto per capire quanto vaste e profonde saranno le conseguenze. Visto lo scarso spazio fiscale di cui disponiamo – anche dando per scontato un ricorso all’indebitamento superiore alle attese – le risorse vanno utilizzate in modo razionale e attento. Per esempio, evitando di stanziare fondi ingenti per misure come la cassa integrazione, che sono finalizzate a proteggere le aziende più che i lavoratori. Le imprese meritano un intervento a parte, per esempio la proroga di tutte le scadenze fiscali dei prossimi mesi. Ma, a parte questo, bisogna prendere il reddito di cittadinanza, ripensarlo e trasformarlo in un moderno meccanismo universale di sostegno al reddito e supporto alle transizioni lavorative.

 

Oggi, il reddito di cittadinanza è un sussidio condizionale che mira a due obiettivi (il contrasto alla povertà e il sostegno in caso di disoccupazione) e non ne raggiunge nessuno. La gamba meno funzionale è quella della ricollocazione dei lavoratori, affidata alla rete nei navigator e alla mitologica app del Mississippi del presidente dell’Anpal, Mimmo Parisi. Ora che il numero di persone potenzialmente interessate è destinato ad aumentare, anche al centro-nord, bisogna concentrare le risorse e cavare qualcosa di utile da quella che è nata come spesa clientelare grillina. Anche perché la crisi economica si abbatterà prima e soprattutto sui dipendenti delle piccole imprese, che comunque non avrebbero diritto alla cassa integrazione. Sarebbe stato meglio disegnare fin da subito il reddito di cittadinanza come uno strumento razionale anziché elettorale. Ma ora non è più solo desiderabile: è necessario.

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