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Prospettive energetiche

Il nucleare in Italia può avere un impatto economico da 50 miliardi. Le stime di EY

Redazione

Un risparmio sulle importazioni fino a 10 miliardi e 117 mila nuovi posti di lavoro. Il ministro Pichetto Fratin a Radio24: "Referendum? No, il ddl non contrasta la normativa attuale". E sul gas “chiederemo a Ue di allentare stoccaggi”

L’Italia ha intrapreso un percorso legislativo che punta a riconsiderare il nucleare come una risorsa strategica per il suo mix energetico, in particolare per rispondere agli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo. Certo, senza "le grandi centrali”, come ha assicurato questa mattina il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ospite a “24 Mattino” su Radio24. “Noi oggi consumiamo circa 300 miliardi di kilowatt di energia elettrica. Tutte le previsioni prevedono nei prossimi 15-20 anni un raddoppio. Non raggiungiamo questo obiettivo senza l'immissione anche del nucleare”, ha detto il ministro. E il disegno di legge proposto in materia di nucleare, approvato dal Consiglio dei ministri il 28 febbraio 2025, si inserisce in un contesto normativo europeo che va nella direzione di integrare il nucleare alle altre fonti. A sottolinearlo è anche il nuovo report di Ernst&Young, “Nucleare in Italia: il punto della situazione”, che analizza il ruolo di questa energia nel processo di decarbonizzazione e nella sicurezza energetica nazionale. 

   

           

Entro il 2050, lo sviluppo del nuovo nucleare in Europa e in Italia potrebbe attivare un mercato complessivo di circa 46 miliardi di euro per la filiera industriale italiana. In particolare, gli investimenti a supporto di questo settore potrebbero avere un impatto economico complessivo di 50,3 miliardi di euro, grazie a 35,5 miliardi di euro di benefici indiretti e indotti. Ulteriori vantaggi si legherebbero all'elevato moltiplicatore economico e occupazionale, permettendo la creazione di circa 39.000 posti di lavoro diretti per la filiera e oltre 78.000 nuovi posti di lavoro indiretti e indotti, per un totale di circa 117 mila nuovi posti di lavoro. Anche se, sottolinea EY, è necessario anche investire nel capitale umano e rilanciare le attività di ricerca e sviluppo tecnologico attraverso finanziamenti specifici, destinati agli atenei e agli enti pubblici che possiedono dipartimenti dedicati al nucleare. 

Secondo EY, l’integrazione del nucleare nel mix energetico nazionale “porterà a una riduzione significativa della spesa energetica, stabilizzando i prezzi dell’energia e riducendo la dipendenza dalle importazioni”. Si tratta dunque di un risparmio annuale stimato in circa 8-10 miliardi di euro sulle importazioni di energia, grazie all’aumento della produzione domestica.

Il piano italiano è orientato al medio e lungo termine e si incentra sullo sviluppo di un settore nucleare moderno, basato su tecnologie sicure e innovative. L’intento del governo, osserva EY, è di definire una strategia per il ritorno al nucleare entro il 2027, puntando sull’utilizzo degli Smr e promuovendo la formazione e partnership strategiche, con l’obiettivo di coprire tra l’11 e il 22 per cento della domanda elettrica nazionale entro il 2050

Gilberto Pichetto Fratin a Radio24 ha ribadito che il nuovo nucleare è necessario per garantire le esigenze di consumo di elettricità italiane nei prossimi 15-20 anni e ha escluso che ci sarà un referendum sul nucleare dopo l'approvazione del ddl da parte del governo. "I referendum in Italia sono abrogativi. Il ddl non va a contrastare la normativa attuale perché dice chiaramente che non ci saranno le grandi centrali". E ha sottolineato che la tempistica “sarà un paio d'anni per il quadro giuridico. Non ci sono ancora i piccoli reattori modulari: nel momento in cui ci saranno, all'inizio del prossimo decennio, verranno fatte delle valutazioni”. 

  

“Non ci serve” il gas russo “le condizioni di pace cosi come le condizioni di guerra con la chiusura del gasdotto ci hanno portato a 57 euro se e si raggiunge la pace il prezzo del gas automaticamente scenderà. E verrà meno anche quella tensione a livello internazionale. Noi non abbiamo bisogno del gas russo ci siamo affrancati nel 2024, abbiamo preso 5 miliardi di gas russo ma è stato quasi completamento girato all’Austria, l’Italia sotto l’aspetto della quantità non ha problemi sotto il profilo del prezzo siamo sottoposti al prezzo internazionale” ha detto Pichetto Fratin. Dopo la chiusura del gasdotto in Ucraina “si è verificato un aumento vertiginoso dei prezzi del gas”, ha osservato il ministro, proprio perché noi non abbiamo il nucleare, a differenza di Francia e Spagna o il grande eolico del Mare del Nord della Germania, “che comunque non è messa molto meglio”. Questo contesto, ha reso infatti necessario l'intervento del governo a favore delle “famiglie più in difficoltà con un bonus fino a 25 mila euro e un raddoppio dei valori dell’Isee”, oltre allo stanziamento da 1,4 miliardi di euro per le imprese. Pichetto Fratin auspica che Italia e Germania chiedano insieme all'Ue di abbassare i livelli di stoccaggio del gas per non creare tensioni sul prezzo quando occorrerà tornare a riempire i depositi. "Il rischio è che dovendo tutti ricostituire gli stoccaggi – ha spiegato – si determini un'eccessiva pressione sui prezzi. Italia e Germania potrebbero davvero chiedere alla Ue di trovare un accordo per abbassare i livelli di stoccaggio. Noi siamo in grado di garantire non solo noi ma anche altri paesi che hanno livelli di stoccaggio inferiori".

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