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Editoriali

Natalità, meno parole e più soldi. Come definire la prossima legge di Bilancio

Redazione

Il governo parla di crisi demografica, ma spenderà per i figli o per le pensioni? Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, responsabile della riforma fiscale, è intervenuto al Meeting di Rimini

È il secondo squillo del governo a Rimini. “Il tema della natalità è per noi assolutamente fondamentale, e per questo dovremo cercare di individuare delle risorse per sostenere le famiglie, soprattutto quelle che mettono al mondo figli e quelle che hanno più figli”, ha detto al Meeting il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. “Dovremo fare in modo di aiutare le famiglie che hanno tre  figli, che non sono numerosissime. Quindi da questo punto di vista si può ritenere che l'impegno non sia eccessivamente oneroso”.

 

Prima di lui, il giorno precedente, alla kermesse di Comunione e Liberazione era intervenuto sullo stesso tema il titolare di Via XX Settembre: “Non c’è nessuna riforma o misura previdenziale che tiene nel medio e lungo periodo con i numeri della natalità che vediamo oggi in questo paese”, ha detto Giancarlo Giorgetti. I dati sono realmente drammatici: in Italia nascono meno di 400 mila bambini l’anno (quasi 100 mila in meno rispetto a 15 anni fa); il tasso di fecondità è sceso a circa 1,2 figli per donna; l’età media del parto è salita a 32,5 anni; aumentano le famiglie senza figli.

 

Ma, soprattutto, l’arrivo di un bambino è il fattore principale di aumento di rischio della povertà, che in generale colpisce i giovani più degli anziani: al crescere del numero di figli, cresce l’incidenza della povertà. Questo è il quadro drammatico. Dato che Leo (responsabile della riforma fiscale) e Giorgetti (responsabile del bilancio) hanno anche giustamente evidenziato che le risorse a disposizione sono poche, se le loro parole non erano un semplice espediente per ingraziarsi la platea cattolica del Meeting, dovrebbero essere conseguenti nella definizione della prossima legge di Bilancio: spostare tutte le risorse disponibili dagli anticipi pensionistici (Quota 41, 102 e 103) alle famiglie con figli (potenziamento dell’assegno unico, asili nido, scuola, sgravi per le madri lavoratrici).

   

Il governo deve passare dalle parole ai fatti o, come dicono con un’espressione in questo caso più efficace gli inglesi: Put your money where your mouth is.