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Le bozze

Il Rdc diventa Misura di inclusione attiva: così il governo vuole modificare i sussidi

Redazione

Per le famiglie con occupabili l'assegno massimo sarà di 375 euro (500 per i non occupabili), mentre il requisito reddituale basato sull'Isee scenderà a 7200 euro. Il via a settembre

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Dal reddito di cittadinanza alla Mia (Misura di inclusione attiva). Secondo il Corriere della sera il governo, tramite il ministero del Lavoro, avrebbe inviato al Tesoro le bozze contenenti il progetto di riforma del Rdc, che l'esecutivo vorrebbe modificare in tutto e per tutto. I beneficiari della misura verrebbero divisi in due categorie: famiglie senza persone occupabili – cioè con al suo interno almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile – e famiglie con occupabili. Se per le prime i sussidi arriveranno fino a un limite di 500 euro, per le famiglie con occupabili il tetto massimo sarà di 375 euro. Inoltre, è prevista una stretta anche sui parametri dell'Isee sulla base dei quali una famiglia può richiedere le sovvenzioni: dall'attuale limite di 9360 euro, il requisito reddituale scenderà a 7200 euro. Sarà tuttavia inclusa una più generosa scala di equivalenza per aiutare i nuclei con maggior numero di componenti familiari.

 

Sulla possibilità di lavorare mentre si percepiscono i sussidi, il governo starebbe pensando di allargare ulteriormente le maglie. Dopo la norma introdotta con l’ultima legge di Bilancio – che consente ai titolari del Reddito di cumulare l’assegno con guadagni da lavoro stagionale o intermittente fino a 3 mila euro l’anno – adesso è prevista un'estensione a tutti i tipi di lavoro dipendente. Nel caso si superino i 3 mila euro annuali, la Mia verrà congelata per la durata del contratto (ma ripartirà alla scadenza). In generale, saranno rafforzati i controlli per cercare di arginare chi lavora in nero e riceve al contempo gli assegni.

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Infine, il governo avrebbe messo sul tavolo la possibilità di una progressiva riduzione dei sussidi (il cosiddetto decalage): sembra tuttavia che questa norma non sia stata inserita nelle bozze arrivate al Tesoro e sarebbe attualmente solo un'ipotesi in corso di valutazione. L'intevento sarebbe il seguente: le famiglie potrebbero beneficiare degli assegni per una durata massima di un anno nel caso di famiglie con occupabili e di 18 mesi (come il Rdc) per le famiglie senza occupabili. Trascorsa la prima fase di 12 o 18 mesi, la Mia potrà essere richiesta nuovamente ma non si otterrebbe un rinnovo di pari durata come accadeva finora. Il rinnovo verrebbe infatti concesso ma con una riduzione di sei mesi: dunque un altro anno per i non occupabili e altri sei mesi per gli occupabili. Passati i quali i non occupabili potrebbero presentare una nuova domanda solo dopo una pausa di un anno e mezzo.

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I tempi

L'iter dovrebbe prevedere, nel giro di qualche settimana, l'arrivo in Consiglio dei ministri con un decreto legge presentato dalla ministra del Lavoro, Elvira Calderone. L'obiettivo del governo è far scattare la misura già quest’anno, dopo i sette mesi di proroga accordati ai beneficiari del Rdc con l'ultima legge di Bilancio. Perciò, la Mia si dovrebbe poter chiedere realisticamente dal primo settembre, salvo eventuali rallentamenti che la farebbero slittare di qualche settimana.

Le parole del presidente dell'Inps

Pasquale Tridico, presidente dell'Inps, intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio 24, ha commentanto il progetto di riforma sottolineando che "per i non occupabili non cambierebbe molto". "Il reddito minimo è una misura prevista dalle direttive della Commissione europea", ha ricordato Tridico, definendo quindi "una grande criticità far sì che anche chi non trova lavoro perda il reddito".

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