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Elogio del Ttf

L'utilità della Borsa del gas, oltre la speculazione

Andrea Paltrinieri

Se ogni giorno abbiamo un prezzo determinato dall’incrocio di domanda e di offerta su cui poter ragionare (sul quale viene basato l’80 per cento dei contratti di import), questo lo dobbiamo al Title transfer facility di Amsterdam

Nel corso delle ultime settimane, si è da varie parti sottolineato il mal funzionamento della cosiddetta Borsa di Amsterdam, il Title transfer facility (Ttf), piazza di mercato virtuale gestita da Gasunie, società di gestione olandese, in cui vengono contrattati e consegnati in diverse scadenze flussi fisici di gas naturale, che poi, attraverso i meccanismi di interconnessione, vengono trasportati in tutta Europa. 

 

 Vorremmo qui evidenziare  alcuni punti di forza del Ttf, partendo da una delle funzioni essenziali dei mercati, ovvero quella informativa. Se ogni giorno abbiamo un prezzo, determinato dall’incrocio di domanda e di offerta, su cui poter ragionare e discutere e sul quale viene basato l’80 per cento dei contratti di import (Arera, 2022), questo lo dobbiamo al Ttf. La funzione di pricing è indispensabile in ogni mercato. Il prezzo è la sintesi delle aspettative degli operatori  di un  mercato e consente di intraprendere una certa operatività sulla base delle valutazioni che portano alla determinazione di un valore intrinseco, detto anche fair value.

Già, il fair value che consente poi agli operatori di comprare un attivo sottostante nel caso in cui la loro stima sia maggiore rispetto al prezzo di mercato.  Si parla tanto di speculazione, ma poco  del valore intrinseco del gas contrattato nel Ttf, un mercato regionale che si è visto privare in poco meno di otto mesi di circa il 30 per cento dell’offerta. Nel 2021 le importazioni dalla Russia erano circa il 40 per cento dei consumi europei, quindi c’è stato un crollo dell’offerta di una materia prima che, potenzialmente, secondo le aspettative di diversi operatori, nel medio termine non avrà più flussi provenienti da uno dei più importanti fornitori.

Che prezzo potrà avere un mercato in cui la domanda, che è aumentata nel periodo post pandemico, è di molto superiore rispetto a un’offerta decrescente? Ovviamente molto alto, tanto da consentire di attirare la materia prima necessaria per poter raggiungere un livello consono di stoccaggi. Ebbene sì, quell’80 per cento a livello Ue che abbiamo raggiunto, anche in anticipo rispetto agli anni precedenti. Com’è stato possibile? Grazie al Ttf. Ebbene sì, il maggiore prezzo del Ttf ha consentito alla flotta di navi portanti gas naturale liquefatto, per esempio dagli Usa (Sabine Pass, Cameron, Corpus Christi) di approdare in Europa invece che in Asia, il cui parametro di mercato Jkm (Japan/Korea Marker) ha trattato a forte sconto rispetto al  benchmark europeo.

Senza questo spread tra i due mercati, non avremmo potuto raggiungere tale livello di scorte e convogliare in Europa il gas che ci ha consentito (e ci consentirà) di sostituire il gas russo senza pesantissime ripercussioni sulla domanda (razionamenti). E poi arriviamo alla liquidità. Infatti il Ttf consente agli operatori di poter comprare o vendere una determinata attività (gas naturale) a un determinato prezzo a una delle date future della curva per scadenze (curva forward). Ma gli stessi possono sfruttare la liquidità per  proteggersi (hedging) dalle variazioni dei prezzi assumendo una posizione contraria all’attività reale sottostante posseduta o che si deve consegnare. Questa funzione è associata all’attività di gestione dei rischi, o risk management, attuata da moltissimi operatori. Infine la curva per scadenze.

Grazie al Ttf, abbiamo a disposizione una serie di scadenze contrattuali, e non un unico prezzo frontale, indispensabili non sono per l’attività di gestione dei rischi, ma anche per le dinamiche fisiche della materia prima sottostante. La struttura della curva con prezzi crescenti (contango) o decrescenti (backwardation) è fondamentale per le operazioni di stoccaggio. Infatti, il prezzo del primo contratto di settembre del Ttf ha raggiunto i 350 euro per MWh grazie al fatto che determinati operatori hanno comprato la molecola marginale di gas al prezzo spot (consegna immediata) per poi stoccarla sfruttando la favorevole dinamica  data dal contango tra il medesimo prezzo e la prima scadenza della curva forward. Senza questo massiccio acquisto, non avremmo raggiunto l’80 per cento degli stoccaggi in Europa.

 

Andrea Paltrinieri
Professore Economia degli intermediari finanziari, Università Cattolica

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