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L'intervista

Per Brunello Cucinelli, Draghi incarna gli ideali della "bella politica" di Platone

Li separano pochi chilometri: l'imprenditore-umanista ha costruito la sua azienda nel borgo di Solomeo, mentre il premier ha il suo buen retiro a Città della Pieve. A Milano condividevano lo stesso autista

Valeria Sforzini

E sulla ripartenza, dice: "Non possiamo impostare tutto su questi 200 miliardi. Abbiamo potenziale, insieme abbiamo bisogno di ripartire con umiltà, coraggio, serietà e creatività"

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“Sei anni fa, eravamo a Pitti, la manifestazione più importante al mondo per la moda uomo. Era gennaio e si discuteva dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Presi un megafono, richiamai l’attenzione e chiesi: ‘chi vorrebbe Mario Draghi al Quirinale?’. In una frazione di secondo si alzarono almeno 500 mani. Lui si mise a ridere, sua moglie Serenella mi disse: grazie Brunello, ma ora ci farebbe piacere riposarci anche un po’”. Per Brunello Cucinelli, il nuovo presidente del Consiglio è un uomo che incarna gli ideali della bella politica e tutte virtù degli italiani dinnanzi all’Europa e al mondo, al punto che, quando ancora tutto questo era impensabile, cominciava a sondare l’opinione dei cittadini su quello che allora era ancora il presidente della Banca d’Italia. “Io li capivo in ogni dettaglio, ma gli chiesi: ‘Cosa risponde al popolo che l’ha chiamata? E che cosa direbbe Platone?’ Fu una conversazione piacevolissima”. 

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“Sei anni fa, eravamo a Pitti, la manifestazione più importante al mondo per la moda uomo. Era gennaio e si discuteva dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Presi un megafono, richiamai l’attenzione e chiesi: ‘chi vorrebbe Mario Draghi al Quirinale?’. In una frazione di secondo si alzarono almeno 500 mani. Lui si mise a ridere, sua moglie Serenella mi disse: grazie Brunello, ma ora ci farebbe piacere riposarci anche un po’”. Per Brunello Cucinelli, il nuovo presidente del Consiglio è un uomo che incarna gli ideali della bella politica e tutte virtù degli italiani dinnanzi all’Europa e al mondo, al punto che, quando ancora tutto questo era impensabile, cominciava a sondare l’opinione dei cittadini su quello che allora era ancora il presidente della Banca d’Italia. “Io li capivo in ogni dettaglio, ma gli chiesi: ‘Cosa risponde al popolo che l’ha chiamata? E che cosa direbbe Platone?’ Fu una conversazione piacevolissima”. 

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Quando Cucinelli parla, fa riferimento alla “bella politica”, che definisce uno dei grandi ideali dell’essere umano, e sulla crisi che abbiamo attraversato pronuncia solo poche parole concise: “Questa caduta del governo per me ha rappresentato il declino umano, etico, civile e morale della bella politica, almeno com’è intesa da Platone. Credo che la saccenteria abbia prevalso negli eventi, ma non nel cuore degli italiani. Questo è ciò che penso. Ora esploriamo questo mondo nuovo”. E se la speranza è la lente attraverso la quale l’imprenditore guarda il mondo, il nuovo premier ha tutte le carte in regola per far pensare che la sua fiducia non sia mal riposta. “Dai pochi incontri avuti con lui, ma dai molti conoscenti in comune, viene fuori quella persona che incarna le migliori virtù degli italiani. Sono fiero che ci rappresenti e penso che sia una persona perbene e garbata, amabile, preparata e saggia. Sono sicuro che saprà dare all’Italia il lustro che le spetta”. 

 

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A livello geografico, li separano pochi chilometri: Cucinelli ha costruito la sua azienda nel borgo di Solomeo, mentre Draghi ha il suo buen retiro a Città della Pieve, una cittadella sempre in provincia di Perugia, dove leggende narrano che abbia ricevuto politici e capi di governo. A Milano i due condividevano lo stesso autista, una sorta di intermediario per auguri e saluti reciproci. “Ci siamo conosciuti indirettamente per tanti anni – continua – Sono innamorato del periodo del Rinascimento in cui noi italiani eravamo considerati dei grandi mediatori culturali e io credo che il professor Draghi incarni questo ruolo dinnanzi all’Europa e al mondo. Sono sicuro che politicamente ci governerà bene, ma credo soprattutto che saprà dare dignità alla bella politica perché questo è ciò di cui abbiamo bisogno, e a cui i nostri giovani devono e possono ispirarsi”.

  

Delle frasi pronunciate dal premier nel suo primo discorso alla Camera, fa sue quelle riferite alla necessità di riconoscere il valore dell’Italia: “Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale”. Alle quali aggiunge: “Siamo lo 0,7 per cento della popolazione mondiale, ma siamo la settima potenza al mondo. Il mio pensiero è che il nostro stato sociale sia forse tra i migliori a livello internazionale e credo che possiamo tornare a essere i moderni mediatori culturali dell’umanità”.

   

“Guardare al futuro con speranza e non con paura” è una massima che Brunello Cucinelli ha invitato i giovani a fare propria e che lui ha interiorizzato al punto che la sia avverte in ogni sua frase. La negatività non è contemplata nelle parole e nei pensieri dell’imprenditore-umanista umbro, e fa capolino solo in rari casi, per poi essere tenuta a bada dalle frasi dei sapienti che dall’antica Grecia, al Rinascimento, a oggi, continuano a ispirarlo. Definisce “doloroso” il periodo che abbiamo attraversato e che ci stiamo lasciando lentamente alle spalle, anche per ragioni personali, ma, citando Sant’Agostino, ricorda che il dolore ci è stato dato come maestro e che ora abbiamo bisogno di ritrovarci, di trovare una nuova terminologia, e che questa pandemia possa aver fatto sentire con più forza l’esigenza di ristabilire un equilibrio. 

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La speranza nel futuro non gli manca nemmeno quando pensa alla ripartenza, al 2021. Cucinelli considera quella attuale una crisi congiunturale e come tale risolvibile, ma non solo grazie alle somme che arriveranno dall’Europa. “Noi abbiamo bisogno di recuperare credibilità umana in noi stessi e nella politica – spiega – Non possiamo impostare tutto su questi 200 miliardi. Abbiamo potenziale, insieme abbiamo bisogno di ripartire con umiltà, coraggio, serietà e creatività. Poi è chiaro che i mezzi che i governi hanno messo a disposizione sono importantissimi, ma non è esclusivamente il primo tema, che è continuare a credere nella nostra Italia, nei nostri valori, nei nostri manufatti. Non sottovalutiamo il grande valore della politica”.

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