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La Borsa benedice la fusione Fca-Psa. Ora tocca alla sfida industriale

Mariarosaria Marchesano

A Piazza Affari il titolo di Stellantis fa +7,5 per cento, un'accoglienza che è di buon auspicio per altre operazioni che in futuro potranno riguardare campioni europei

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Qualcuno ha notato ieri la marcata differenza di pronuncia della parola “Stellantis” tra John Elkann e Carlo Tavares. Sia il presidente che l’amministratore delegato del quarto produttore mondiale dell’auto hanno accompagnato con un discorso in inglese il debutto del nuovo gruppo sulle Borse di Milano e di Parigi (domani la campanella suonerà anche a Wall Street), ma mentre Elkann ha mantenuto l’intonazione anglofona (ponendo, quindi, l’accento iniziale sulla “e”), Tavares ha pronunciato decisamente alla francese: “Stellantìs”. Una sfumatura linguistica che, per chi l’ha rilevata, suona un po’ come un presagio di come da qui a breve sarà evidente il maggior peso che la Francia avrà nella governance della nuova società frutto della fusione tra Fca e Psa. Si vedrà se sarà così. Intanto, l’esordio contestuale a Milano e Parigi cade proprio nei giorni in cui sta muovendo i primi passi l’integrazione operativa di Borsa Italiana nel circuito Euronext, la confederazione europea di borse con la testa in Francia.

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Qualcuno ha notato ieri la marcata differenza di pronuncia della parola “Stellantis” tra John Elkann e Carlo Tavares. Sia il presidente che l’amministratore delegato del quarto produttore mondiale dell’auto hanno accompagnato con un discorso in inglese il debutto del nuovo gruppo sulle Borse di Milano e di Parigi (domani la campanella suonerà anche a Wall Street), ma mentre Elkann ha mantenuto l’intonazione anglofona (ponendo, quindi, l’accento iniziale sulla “e”), Tavares ha pronunciato decisamente alla francese: “Stellantìs”. Una sfumatura linguistica che, per chi l’ha rilevata, suona un po’ come un presagio di come da qui a breve sarà evidente il maggior peso che la Francia avrà nella governance della nuova società frutto della fusione tra Fca e Psa. Si vedrà se sarà così. Intanto, l’esordio contestuale a Milano e Parigi cade proprio nei giorni in cui sta muovendo i primi passi l’integrazione operativa di Borsa Italiana nel circuito Euronext, la confederazione europea di borse con la testa in Francia.

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L’arrivo di Stellantis è stato accolto molto bene dagli investitori su entrambe le Borse, con la performance di Piazza Affari (più 7,5 per cento) che si è discostata di pochissimo da quella di Euronext-Paris, il che fa apparire lontano l’autunno del 2019 quando annuncio della fusione tra Fca e Psa spinse i titoli delle due case automobilistiche in direzioni diametralmente opposte evidenziando una differenza di valori di mercato che poi è stata appianata. Oggi, con una capitalizzazione di oltre 40 miliardi di euro, Stellantis è la seconda società di piazza Affari dopo l’Enel (e prima di Intesa Sanpaolo ed Eni) e si posiziona tra i più grandi di gruppi del listino francese.

 

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“Questa partnership è anche un grande esempio di come l’Europa può dar vita ad attori globali e competitivi”, ha detto Stephane Boujnah, ceo di Euronetx, durante la cerimonia di apertura delle contrattazioni. “Con le sue capacità, sono certo che Stellantis sarà in grado di affrontare le sfide ambientali e tecnologiche della mobilità del futuro. Si apre un nuovo capitolo della storia dell’industria e dell’automobile e il nuovo gruppo rafforza la posizione dell’Europa in questo settore”. In effetti, i 14 marchi di Stellantis rappresentano circa il 9 per cento del mercato automobilistico globale, per 8 milioni di veicoli venduti nel 2019. E l’accoglienza riservata dal mercato azionario è sicuramente di buon auspicio per altre operazioni che in futuro potranno riguardare campioni europei, come spiega al Foglio Andrea Beltratti, economista e docente di finanza all’Università Bocconi. “L’Unione europea sarà sempre più integrata dal punto di vista del mercato dei capitali. E la creazione di grandi gruppi è fondamentale per sostenere la competività dell’industria nel mercato globalizzato”, osserva Beltratti, che ricorda come si stia accentuando il fenomeno del “delisting” cioè la cancellazione delle aziende dai listini azionari. “Succede da tempo in Italia ma è non è diverso su altri mercati finanziari – spiega –. Dagli anni Settanta-Ottanta a oggi il numero di società quotate nel mondo è diminuito all’incirca del 2 per cento. E, più di recente, le varie crisi economiche hanno spinto tante società a ritirarsi determinando di fatto un impoverimento delle Borse. In compenso, però, grazie a operazioni come quella di Stellantis si può registrare un incremento in termini di capitalizzazione che scaturisce dall’unione dei valori delle società aggreganti. In ogni caso, è bene anche che vi sia una sana competizione tra paesi”. Insomma, Italia e Francia hanno dimostrato di saper creare alleanze, industriali e finanziarie, ma, come dice Beltratti, “è anche giusto che mantengano un livello di concorrenza tra i propri sistemi economici per preservare i posti di lavoro”. Il riferimento alla gestione dei livelli occupazionali in Stellantis non è neanche troppo velata.

 

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