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Cosa prevede il nuovo decreto Ristori, appeso alla crisi di governo

Redazione

Entro la settimana si punta ad approvare il nuovo provvedimento con gli aiuti alle imprese. Sul tavolo ci sono circa 30 miliardi per cassa integrazione, ospedali, liberi professionisti, enti locali e aziende

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Come già accaduto negli scorsi mesi, le misure restrittive che il governo introdurrà per evitare l’aumento dei contagi saranno accompagnate dallo stanziamento di nuovi ristori per le attività che subiscono perdite di fatturato. Il governo, impegnato in queste ore a superare la crisi con Italia Viva sul Recovery Fund, punta a portare il quinto decreto ristori in consiglio dei ministri nel corso della settimana, legandolo al nuovo Dpcm del 16 gennaio.

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Come già accaduto negli scorsi mesi, le misure restrittive che il governo introdurrà per evitare l’aumento dei contagi saranno accompagnate dallo stanziamento di nuovi ristori per le attività che subiscono perdite di fatturato. Il governo, impegnato in queste ore a superare la crisi con Italia Viva sul Recovery Fund, punta a portare il quinto decreto ristori in consiglio dei ministri nel corso della settimana, legandolo al nuovo Dpcm del 16 gennaio.

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Sul tavolo ci sono circa 30 miliardi di euro, risorse indispensabili per sostenere imprese, enti locali, gli ospedali ma anche le attività legate al piano vaccini. Avere l’appoggio anche di Italia Viva sarà fondamentale, non solo per approvare il decreto in cdm ma anche in aula: dei 30 miliardi, circa 24 arriveranno da un nuovo scostamento di bilancio, come ha come ha confermato il ministro Roberto Gualtieri nei giorni scorsi, il che vuol dire avere la maggioranza assoluta in parlamento. “Sono provvedimenti indispensabili e urgenti, soprattutto alla luce della necessità di proseguire con le misure restrittive di contenimento della pandemia. Non vanno messi a rischio”, ha detto Gualtieri al Corriere della Sera, raccogliendo le rassicurazioni di Italia Viva.

 

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Questa volta, nel quinto decreto ristori, per poter accedere ai contributi non servirà più risiedere in una regione rossa, la platea dei beneficiari sarà ulteriormente allargata – superando la classificazione dei codici Ateco – e si prenderanno come riferimento le perdite del primo semestre 2020, invece che la differenza di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020.

 

Secondo quanto anticipato finora ci saranno altri 5 miliardi per la cassa integrazione, tre miliardi per la Sanità, di cui circa un miliardo e mezzo per l’acquisto, la distribuzione e la somministrazione dei vaccini e un ulteriore miliardo per gli enti locali. Tra i beneficiari dei ristori dovrebbero essere inclusi anche i professionisti iscritti agli ordini in grado di dimostrare un calo del proprio fatturato. Circa due miliardi dovrebbero infine essere destinati al comparto del turismo invernale, visto che si valuta di rimandare ancora l’apertura delle piste da sci.

 

Nel provvedimento dovrebbero poi trovare spazio alcune misure fiscali per alleggerire il peso sui contribuenti di oltre 50 milioni di cartelle esattoriali dopo la moratoria terminata il primo gennaio. Si pensa quindi a una nuova rottamazione e a un nuovo saldo e stralcio, come ha suggerito a più riprese il viceministro all’Economia Laura Castelli.

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