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La verità, vi prego, sulle siringhe di Arcuri

Luciano Capone

Secondo i principali giornali,  è solo grazie alle luer lock acquistate a caro prezzo dal Commissario se si può estrarre una dose in più dalle fiale di vaccino Pfizer. Non è così: come conferma l’Aifa, va bene qualsiasi siringa di precisione meno costosa

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Ieri i principali quotidiani italiani lodavano il colpo geniale del Commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri che farà moltiplicare i vaccini: da ogni fiala di Pfizer-BioNTech si potranno ottenere sei dosi e non più cinque (il 20 per cento in più) e  questo proprio grazie alle siringhe di precisione scelte dal commissario e tanto contestate nelle settimane passate per il loro costo eccessivo. “E’ la rivincita delle luer lock acquistate da Arcuri – scrive Repubblica –  e costate il doppio di quelle normali, con un aggravio di spesa di 1,7 milioni. Che però, grazie alle loro caratteristiche che consentono di ricavare anche un’altra dose a fiala, consentono ora un risparmio di 60 milioni, tanto sarebbero costate le altre dosi ricavate”.

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Ieri i principali quotidiani italiani lodavano il colpo geniale del Commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri che farà moltiplicare i vaccini: da ogni fiala di Pfizer-BioNTech si potranno ottenere sei dosi e non più cinque (il 20 per cento in più) e  questo proprio grazie alle siringhe di precisione scelte dal commissario e tanto contestate nelle settimane passate per il loro costo eccessivo. “E’ la rivincita delle luer lock acquistate da Arcuri – scrive Repubblica –  e costate il doppio di quelle normali, con un aggravio di spesa di 1,7 milioni. Che però, grazie alle loro caratteristiche che consentono di ricavare anche un’altra dose a fiala, consentono ora un risparmio di 60 milioni, tanto sarebbero costate le altre dosi ricavate”.

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Identico il resoconto del Corriere della Sera: “Le sei dosi possono essere estratte solo con le siringhe di precisione, le famose luer lock raccomandate dalla stessa Pfizer. Le stesse che ha scelto di acquistare il commissario Domenico Arcuri, che sono più costose di quelle normali, scelte da altri paesi, che però consentono di estrarre solo cinque dosi”. E anche il Corriere fa il conto della spesa in più di 1,7 milioni di euro a fronte di un risparmio di circa 60 milioni. “Vaccino Pfizer, 6 dosi a flacone (e non 5) grazie alle siringhe di Arcuri”, titola l’Huffington Post. E non poteva mancare il Fatto quotidiano, che ci mette solo un po’ più di enfasi. Titolo: “Spreco? Le super siringhe ora fanno aumentare le dosi”. Svolgimento: “Le siringhe adeguate sarebbero proprio le luer lock per l’acquisto delle quali si scatenò l’inferno con articoli di giornale e accuse di spreco contro il commissario Domenico Arcuri”.

  
Ci sarebbe da congratularsi con il commissario se la ricostruzione fosse vera, ma in realtà Arcuri i complimenti li merita essenzialmente per come riesce a veicolare le sue narrazioni. Non è infatti vero che la possibilità di estrarre una dose in più sia merito dell’acquisto di queste specifiche siringhe più costose. Le luer lock si distinguono dagli altri tipi per il sistema di avvitamento che blocca l’attacco dell’ago, “ma questo meccanismo non ha proprio nulla a che fare con la precisione di dosaggio o con la riduzione dello spreco del farmaco, che è identica alla siringa luer slip standard, comunemente utilizzata in tutta Europa per la somministrazione del vaccino”, dice al Foglio un importante produttore di dispositivi medici.

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Non è l’attacco dell’ago la discriminante – ci spiega un altro grande produttore di siringhe – dal punto di vista tecnico, ciò che consente a una siringa di non sprecare vaccino è l’annullamento dello spazio morto tra la fine del pistone e l’inizio dell’ago. E’ la costruzione della siringa che fa la differenza, non l’aggancio dell’ago”. Sono diverse le tipologie di siringhe di precisione, tutte meno costose delle luer lock, che riducono al minimo il cosiddetto “spazio morto” quasi azzerandolo. In Europa si usa un po’ di tutto, dalle cosiddette tubercoline a quelle con ago termosaldato, e tutte sono dispositivi di precisione che azzerano lo spreco.

   

La prima autorità regolatoria ad autorizzare il prelievo di sei dosi (inizialmente si supponeva persino sette) da ogni flacone di vaccino Pfizer è stata l’americana Fda, che  nelle sue linee guida non specifica  l’uso di siringhe luer lock ma consiglia “low dead-volume syringe”, ovvero senza “spazio morto”. Seguendo la linea dell’Fda anche l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha confermato che al fine di “evitare ogni spreco” e fermo restando che il corretto quantitativo da iniettare è sempre di di 0,3 ml, “è possibile disporre di almeno una dose aggiuntiva rispetto alle cinque dosi dichiarate”. A patto che questa dose venga “estratta in condizioni asettiche e utilizzando siringhe di precisione adeguate”.

    

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Ma quali sono le siringhe  adeguate? Solo le più costose luer lock o anche le altre che non hanno quel  sistema di bloccaggio dell’ago? “Tutte le siringhe di precisione”, fanno sapere dal ministero della Salute. E ancora più chiara è la stessa Aifa, che risponde così a una domanda specifica del Foglio: “Possono essere impiegate le siringhe da un 1 ml, come quelle da insulina. Basta riempirle per un terzo, ben visibile sulla scala graduata”. In pratica le “siringhe di Arcuri” non hanno fatto il miracolo della moltiplicazione delle dosi, né hanno fatto risparmiare 60 milioni. Sono semplicemente costate qualche milione di euro in più. Non hanno ridotto lo spreco di vaccino e neppure quello del denaro pubblico.
 

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