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editoriali

Ex malo bonus

Redazione

Una Manovra che punta a uscire dalla crisi pandemica a colpi di mance

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La Camera ha confermato la fiducia al governo sulla legge di Bilancio con 314 voti a favore, 230 contrari e 2 astenuti. L’Aula ha approvato la Manovra dopo i rilievi della Ragioneria dello stato su una serie di norme, tra cui la nona salvaguardia per i cosiddetti “esodati” (che tali non sono), che sono poi state rese compatibili con le coperture. Nel complesso la legge di Bilancio non è esattamente ciò che servirebbe al paese ed è piena di bonus e spese che hanno il solo scopo di accontentare constituency specifiche. Non sono esattamente i provvedimenti e l’atteggiamento più adeguati per un paese che da un lato ha bisogno di aiutare chi è in profonda crisi economica e dall’altro deve affrontare cambiamenti strutturali sia nella Pubblica amministrazione sia nel sistema produttivo. Non è un buon segnale anche rispetto al Recovery plan e a ciò che si intende fare con le risorse europee. Ad esempio in Manovra ci sono due consistenti e discutibili agevolazioni fiscali, il Cashback e il Superbonus al 110 per cento, che sono anche due pilastri del Piano nazionale di ripresa e resilienza “Next generation Italia”.

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La Camera ha confermato la fiducia al governo sulla legge di Bilancio con 314 voti a favore, 230 contrari e 2 astenuti. L’Aula ha approvato la Manovra dopo i rilievi della Ragioneria dello stato su una serie di norme, tra cui la nona salvaguardia per i cosiddetti “esodati” (che tali non sono), che sono poi state rese compatibili con le coperture. Nel complesso la legge di Bilancio non è esattamente ciò che servirebbe al paese ed è piena di bonus e spese che hanno il solo scopo di accontentare constituency specifiche. Non sono esattamente i provvedimenti e l’atteggiamento più adeguati per un paese che da un lato ha bisogno di aiutare chi è in profonda crisi economica e dall’altro deve affrontare cambiamenti strutturali sia nella Pubblica amministrazione sia nel sistema produttivo. Non è un buon segnale anche rispetto al Recovery plan e a ciò che si intende fare con le risorse europee. Ad esempio in Manovra ci sono due consistenti e discutibili agevolazioni fiscali, il Cashback e il Superbonus al 110 per cento, che sono anche due pilastri del Piano nazionale di ripresa e resilienza “Next generation Italia”.

 

Il Cashback, questo sconto per chi paga con strumenti digitali della durata di 18 mesi, con un costo di circa 5 miliardi, rappresenta la metà di tutti gli investimenti in “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pa”. Stesso discorso per il Superbonus, che con 22 miliardi rappresenta circa un terzo dell’intera spesa per “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. L’unico segnale davvero positivo nella legge di Bilancio è l’istituzione dell’Iscro, ovvero della prima cassa integrazione per le partite Iva nella storia del paese. Per il momento si tratta di un ammortizzatore sociale contenuto, dai 250 agli 800 euro al mese per sei mesi, che andrà alle partite Iva che hanno dimezzato il proprio reddito. E’ l’inizio di una riforma verso un welfare universalistico. L’Iscro è stato condiviso anche dal centrodestra che, quando su spinta di Berlusconi aveva votato a favore dello scostamento di bilancio, aveva chiesto misure a favore di giovani e autonomi. Coinvolgere e ascoltare l’opposizione in questo caso ha funzionato.

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