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Il verde sbiadito del M5s

Virginia Raggi, Sergio Costa e i cortocircuiti dell'ambientalismo grillino

Una inaugura le macchinette mangiaplastica, che sono una goccia in un mare di spazzatura, l'altro compra auto ibride senza controllare le emissioni

Maria Carla Sicilia

A Roma due eventi nello stesso giorno raccontano come il M5s pensa di affrontare la questione dell'ambiente. Dalle auto ibride acquistate per la forestale, che inquinano più di un diesel, ai raccoglitori di bottigliette di plastica che non sono riciclate nel Lazio. Cortocircuiti 

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Nella città che vive l’emergenza rifiuti come un loop che sempre ritorna oggi è stata inaugurata una nuova macchinetta “mangiaplastica”. Non è la prima e non sarà l’ultima, perché il Comune – parliamo ovviamente di Roma – ha firmato un accordo con Coripet, un consorzio specializzato nel riciclo delle bottiglie in Pet che in tutta Italia installa ecocompattatori. A Roma saranno installati nei mercati e lì chiunque potrà lasciare le proprie bottigliette di plastica: ogni 100 depositate si ottiene un euro di sconto per fare la spesa. Accade già in alcune stazioni della metropolitana, dove in cambio di 30 bottigliette si riceve un biglietto dell’Atac. "Possiamo dire di essere la prima grande Capitale europea a presentare questa innovazione”, diceva il sindaco Virginia Raggi a una delle prime inaugurazioni, “l'economia circolare è facile da fare. In questo modo incentiviamo a fare il biglietto, addirittura riciclando la plastica”. E tuttavia proprio facile non è fare economia circolare, se non si hanno impianti per chiudere il cerchio: gli ecocompattatori, che ben si prestano per eventi e campagne social, sono solo una goccia nel mare senza un progetto più ampio in cui inserirli.

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Nella città che vive l’emergenza rifiuti come un loop che sempre ritorna oggi è stata inaugurata una nuova macchinetta “mangiaplastica”. Non è la prima e non sarà l’ultima, perché il Comune – parliamo ovviamente di Roma – ha firmato un accordo con Coripet, un consorzio specializzato nel riciclo delle bottiglie in Pet che in tutta Italia installa ecocompattatori. A Roma saranno installati nei mercati e lì chiunque potrà lasciare le proprie bottigliette di plastica: ogni 100 depositate si ottiene un euro di sconto per fare la spesa. Accade già in alcune stazioni della metropolitana, dove in cambio di 30 bottigliette si riceve un biglietto dell’Atac. "Possiamo dire di essere la prima grande Capitale europea a presentare questa innovazione”, diceva il sindaco Virginia Raggi a una delle prime inaugurazioni, “l'economia circolare è facile da fare. In questo modo incentiviamo a fare il biglietto, addirittura riciclando la plastica”. E tuttavia proprio facile non è fare economia circolare, se non si hanno impianti per chiudere il cerchio: gli ecocompattatori, che ben si prestano per eventi e campagne social, sono solo una goccia nel mare senza un progetto più ampio in cui inserirli.

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In otto mesi, ha fatto sapere il consorzio Coripet, sono state raccolte più di tre milioni di bottiglie in Pet che sono conferite negli impianti delle imprese partner e riciclate, tornando ad essere di nuovo bottiglie immesse sul mercato. Ma il riciclo non avviene a Roma, bensì in Veneto e Piemonte, dove ci sono gli impianti consorziati al Coripet e autorizzati a riciclare il pet con il processo che viene chiamato “bottle to bottle”.

 

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Non basta infatti inventare stratagemmi più o meno innovativi per la raccolta – aspetto su cui a Roma c'è più di una difficoltà – ma serve anche avere sul proprio territorio diverse tipologie di imprese in grado di riciclare, smaltire tutto il residuo e trattare ciò che non si riesce a differenziare. E su questo Roma non brilla. L’ultima evidenza la fornisce l’Anac, che in un esposto depositato un mese fa spiega che “le criticità riscontrate nella gestione del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti […] devono ritenersi presumibilmente connesse ad una carente attività di programmazione a monte del servizio stesso, relativamente alle infrastrutture deputate al trattamento dei rifiuti”. E ancora, parlando nello specifico dell’indifferenziato, “è evidente che laddove non possa garantirsi il trattamento dei rifiuti a valle si renda necessario rallentare la raccolta, in ragione degli ingenti quantitativi giornalieri di rifiuti indifferenziati prodotti (circa 3000 tonnellate/giorno)”.

 

Ironia della sorte ha voluto poi che nel giorno in cui Raggi inaugurava la nuova macchinetta mangiaplastica, pochi chilometri più in là Sergio Costa si rendeva protagonista di un’altra vicenda che ben rappresenta l’approccio del M5s sui temi ambientali. A costo di consegnare ai carabinieri della forestale delle auto elettriche e ibride, il ministro dell’Ambiente, che della mobilità elettrica ha fatto una sua priorità, si è ritrovato con una flotta di 26 Subaro Forester ibride che hanno un piccolo difetto, segnalato ieri da Staffetta Quotidiana: emettono più grammi di Co2 al chilometro di quanto non facciano alcune vetture diesel della stessa tipologia, come la Dacia Duster 4x4 o la Jeep Rengade. Non solo, dall’anno prossimo, con il nuovo e più severo ciclo di omologazione introdotto in tutta l’Europa cambierà il modo di calcolare i grammi di Co2 emessi e la Subaro passerà dagli attuali 154 g/km a 185 g/km, entrando così nella fascia di vetture a cui si applica il malus. L’imposta, introdotta dalla legge di Bilancio 2019, serve proprio a finanziare il bonus per l’acquisto di auto elettriche e ibride meno inquinanti. Se anche l'arma dei carabinieri dovesse versare 1.600 euro per ogni vettura come previsto dalla legge, non si può certo dire che sia stato un buon affare. 

 

Che sia la raccolta differenziata senza impianti o le auto ibride che inquinano più del diesel, dal cortocircuito del verde a tutti i costi si esce solo con un bagno di realtà che comporta scelte coraggiose e per niente scontate. Riconoscendo magari che non tutto ciò che luccica è proprio green, o magari è solo verde sbiadito. 

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