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editoriali

Assicurati contro il provincialismo

Redazione

Proteggere i campioni nazionali non basta più. Lezioni dal settore assicurativo

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Una notizia solo in apparenza periferica ha acceso un campanello d’allarme sul mondo delle assicurazioni. L’agenzia Reuters informa che la britannica Rsa ha accettato un’offerta di 7,2 miliardi di sterline da Tryg e Intact Financial, danese la prima canadese la seconda. L’acquisizione dovrebbe aprire la strada a un doppio vantaggio sui mercati del Nordamerica e della Scandinavia, nei quali Rsa è presente, ma senza massa critica sufficiente. Le compagnie di assicurazione sono provate dalla pandemia: sono crollati gli introiti dai trasporti; l’immobiliare non è più un rifugio sicuro per le compagnie; il calo dei redditi disincentiva le polizze; i tassi d’interesse a zero per un periodo che sarà ancora lungo sono un altro fattore di rischio: come garantire ai clienti rendimenti certi e significativi sul medio-lungo termine? Tutto ciò spinge a cercare economie di scala attraverso fusioni e acquisizioni.

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Una notizia solo in apparenza periferica ha acceso un campanello d’allarme sul mondo delle assicurazioni. L’agenzia Reuters informa che la britannica Rsa ha accettato un’offerta di 7,2 miliardi di sterline da Tryg e Intact Financial, danese la prima canadese la seconda. L’acquisizione dovrebbe aprire la strada a un doppio vantaggio sui mercati del Nordamerica e della Scandinavia, nei quali Rsa è presente, ma senza massa critica sufficiente. Le compagnie di assicurazione sono provate dalla pandemia: sono crollati gli introiti dai trasporti; l’immobiliare non è più un rifugio sicuro per le compagnie; il calo dei redditi disincentiva le polizze; i tassi d’interesse a zero per un periodo che sarà ancora lungo sono un altro fattore di rischio: come garantire ai clienti rendimenti certi e significativi sul medio-lungo termine? Tutto ciò spinge a cercare economie di scala attraverso fusioni e acquisizioni.

 

Mercoledì, Philippe Donnet, ad di Generali, durante l’Investor day si è mostrato tranquillo e convinto di poter andare avanti come sempre confermando il piano triennale varato nel 2018. Eppure la pandemia ha sconvolto l’intero scenario: sono passati due anni, ma sembra un secolo. I suoi principali concorrenti, la francese Axa, le tedesche Allianz e Munich Re, la svizzera Zurich, non mostrano segni di nervosismo. Ma anche loro sbaglierebbero a sottovalutare la notizia sulla Rsa. Sbaglierebbero ancor di più i membri del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica se concludessero, come loro costume, che bisogna salvare e proteggere i campioni nazionali. Golden power ovunque e per tutti è il mantra del Copasir, dalle autostrade alle banche. Ma di fronte a fattori di crisi sovranazionali (non usiamo globali per non urtare la loro sensibilità politica) non c’è regola aurea che tenga. Ogni potere di veto da parte di uno stato, ancor più di un piccolo paese, è un flatus vocis. La risposta è un’altra: usare i campioni nazionali per creare veri campioni continentali, se non mondiali. L’Italia ha imprese, banche, compagnie in grado di farlo se solo abbandonasse la febbre provinciale, la sindrome da piccolo mondo antico che, sotto la pressione populista, sta conquistando anche quelli che un tempo si definivano riformisti.

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