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editoriali

Quanto costa vendere Mps

redazione

Dopo la nazionalizzazione, allo stato tocca pagare anche per privatizzare

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E’ arrivato forse il momento di domandarsi fino a che punto ci si possa spingere per salvare una banca. Secondo indiscrezioni di stampa, il Mef, nel tentativo di rendere Montepaschi più appetibile per fusioni e acquisizioni, starebbe studiando lo scorporo di 10 miliardi di rischi legali da far confluire in un veicolo statale. Non solo, quindi, il governo sarebbe disponibile a mettere sul piatto una dote fiscale di 3,7 miliardi ma vorrebbe operare un’incisione del bubbone che di fatto rende impossibile al Monte di accoppiarsi con una banca privata senza trascinarla con sé in un baratro. Si tratta di notizie non confermate e che nessuno dei soggetti coinvolti ha potuto per ovvie ragioni commentare, ma da tutto questo movimento si capisce che Palazzo Chigi è deciso ad accelerare sulla strada della privatizzazione, con buona pace di quanti nel M5s, ma anche nel Pd, vorrebbero che Mps restasse pubblica o diventasse il perno centrale di un polo del credito nel sud (insieme alla Popolare di Bari).

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E’ arrivato forse il momento di domandarsi fino a che punto ci si possa spingere per salvare una banca. Secondo indiscrezioni di stampa, il Mef, nel tentativo di rendere Montepaschi più appetibile per fusioni e acquisizioni, starebbe studiando lo scorporo di 10 miliardi di rischi legali da far confluire in un veicolo statale. Non solo, quindi, il governo sarebbe disponibile a mettere sul piatto una dote fiscale di 3,7 miliardi ma vorrebbe operare un’incisione del bubbone che di fatto rende impossibile al Monte di accoppiarsi con una banca privata senza trascinarla con sé in un baratro. Si tratta di notizie non confermate e che nessuno dei soggetti coinvolti ha potuto per ovvie ragioni commentare, ma da tutto questo movimento si capisce che Palazzo Chigi è deciso ad accelerare sulla strada della privatizzazione, con buona pace di quanti nel M5s, ma anche nel Pd, vorrebbero che Mps restasse pubblica o diventasse il perno centrale di un polo del credito nel sud (insieme alla Popolare di Bari).

 

Vestire Siena con l’abito più bello serve a ingolosire potenziali corteggiatori come, per esempio, Unicredit il cui ceo, Jean Pierre Mustier, sta tenendo duro e facendo intendere che l’operazione si può fare solo a condizione che l’impatto sul capitale di piazza Gae Aulenti sia alla fine neutro. E, ovviamente, due misure come l’eliminazione dei rischi legali e una cospicua dote finanziaria aumenterebbero in modo significativo le chance di aggregazione. Ma a che prezzo? Più di un analista che sta seguendo il dossier si mostra perplesso a causa delle obiezioni che un’operazione così strutturata potrebbe sollevare a livello regolatorio, sia europeo sia domestico. Ma c’è soprattutto un tema di sostanza. E’ legittimo, e se lo fosse quanto è sostenibile, trasferire sul bilancio pubblico, quindi a carico della collettività, 10 miliardi di rischi legali che la banca ha accumulato svolgendo un’attività privata? Il quesito si è già posto nel 2016 quando il Monte è stato nazionalizzato, ma ora che deve tornare in mani private sarà ancora più difficile giustificare un esborso non per comprare ma per vendere.

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