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Il rebus ristori nei lockdown regionali

Maria Carla Sicilia

I tre scenari di rischio previsti dal prossimo dpcm imporranno chiusure territoriali. Ma chi paga le attività costrette a fermarsi? 

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Uno dei temi che resta da chiarire nella trattativa in corso tra governo ed enti locali è quello delle compensazioni economiche verso le categorie costrette a fermare le proprie attività in caso di lockdown territoriali. Applicare misure restrittive dove l'indice di contagio è peggiore comporta infatti la chiusura differenziata di attività commerciali e produttive nel paese, una situazione inedita per l'Italia, dove finora i provvedimenti del governo hanno sempre avuto carattere nazionale, così come i sostegni economici per imprese e famiglie, dal decreto Rilancio a quello Ristori. E così i presidenti di regione vorrebbero che fosse anche questa volta, ma dopo due giorni di confronto in vista del prossimo dpcm, la linea prevalente si conferma quella del premier Giuseppe Conte. "Il prossimo dpcm individuerà tre aree, corrispondenti ad altrettanti scenari di rischi - ha detto oggi parlando alle Camere – per ciascuno dei quali sono previste misure via via più restrittive”.

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Uno dei temi che resta da chiarire nella trattativa in corso tra governo ed enti locali è quello delle compensazioni economiche verso le categorie costrette a fermare le proprie attività in caso di lockdown territoriali. Applicare misure restrittive dove l'indice di contagio è peggiore comporta infatti la chiusura differenziata di attività commerciali e produttive nel paese, una situazione inedita per l'Italia, dove finora i provvedimenti del governo hanno sempre avuto carattere nazionale, così come i sostegni economici per imprese e famiglie, dal decreto Rilancio a quello Ristori. E così i presidenti di regione vorrebbero che fosse anche questa volta, ma dopo due giorni di confronto in vista del prossimo dpcm, la linea prevalente si conferma quella del premier Giuseppe Conte. "Il prossimo dpcm individuerà tre aree, corrispondenti ad altrettanti scenari di rischi - ha detto oggi parlando alle Camere – per ciascuno dei quali sono previste misure via via più restrittive”.

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A decidere quando scatteranno queste misure sui territori sarà un'ordinanza del ministro della Salute, emanata sulla base del coefficiente di rischio raggiunto dalla regione e da alcuni parametri contenuti nel report periodico dell'Iss. Ma nel caso in cui si dovessero fermare le attività produttive e gli esercizi commerciali non è chiaro se l'aspetto dei ristori verrà agganciato automaticamente alle ordinanze.

 

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"Nel momento in cui ci sono dei territori che entrano in una condizione di maggiore restrizione – ha affermato in Aula il deputato Enrico Borghi (Pd) – in automatico, senza sotterfugi burocratici, senza rinvii, ci deve essere un sostegno all'apparato produttivo ed economico di quei territori". Una condizione, questa posta dal deputato dem, su cui però né Conte né il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri si sono ancora pronunciati, salvo rassicurare sulla disponibilità di mettere in campo altre forme di sostegno: “Il governo darà tutto il sostegno necessario nella misura in cui sarà necessario – ha detto ieri Gualtieri – Abbiamo le risorse per farlo”. Ma in attesa di conoscere quali meccanismi di ristoro si metteranno a punto e con quali risorse si intende coprire eventuali lockdown regionali, c'è ancora un altro nodo da sciogliere: quello della legittimità delle misure restrittive.

 

Non ci sono solo le ordinanze del ministero della Salute a dare il via libera a coprifuoco e limitazioni delle attività, ma anche la libera iniziativa delle regioni, un po' com'è successo finora con la scuola. Una possibilità di cui i governatori dispongono già grazie all'ultimo dpcm, quello del 25 ottobre, e su cui potrebbe nascere più di un malinteso ora che il decreto ristori ha creato un precedente chiaro: a ogni chiusura o riduzione dell'attività corrisponde una compensazione. E allora se una regione ritiene di dover chiudere bar e ristoranti anche durante il giorno, chi paga? E se invece si estende l'orario di apertura, com'è successo in Trentino Alto Adige, il governo può ridurre l'importo del ristoro? Tutte questioni da chiarire entro mercoledì, quando l'esecutivo punta a emanare il nuovo dpcm.

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