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James Bond e il Covid hanno ucciso i cinema?

Ugo Bertone

Continua a essere rimandata l'uscita di “Non è tempo di morire”, l'ultima pellicola dell’epopea di 007. E gli effetti di questa scelta sono stati devastanti per l’industria cinematografica

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Non è tempo di morire”, recita il titolo dell’ultima pellicola dell’epopea di 007. Ma è un messaggio malandrino perché, complice il Covid-19, il film interpretato da Daniel Craig, l’ultimo James Bond doc, non è ancora uscito nelle sale a quasi un anno dalla fine delle riprese. Dopo numerosi rinvii sembrava che l’attesa fosse destinata a finire il 12 novembre, data scelta per la sospirata prima del film a Londra. Ma ancora una volta i distributori, impressionati dall’esplosione dei contagi, hanno alzato bandiera bianca. Con effetti devastanti per l’industria del cinema.

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Non è tempo di morire”, recita il titolo dell’ultima pellicola dell’epopea di 007. Ma è un messaggio malandrino perché, complice il Covid-19, il film interpretato da Daniel Craig, l’ultimo James Bond doc, non è ancora uscito nelle sale a quasi un anno dalla fine delle riprese. Dopo numerosi rinvii sembrava che l’attesa fosse destinata a finire il 12 novembre, data scelta per la sospirata prima del film a Londra. Ma ancora una volta i distributori, impressionati dall’esplosione dei contagi, hanno alzato bandiera bianca. Con effetti devastanti per l’industria del cinema.

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A cedere per prima è stata Cineworld, un colosso che controlla 543 multisale negli Stati Uniti più altri 128 nel Regno Unito. Ieri, dopo  il “tradimento” di James Bond, il gruppo ha annunciato la chiusura delle attività, una decisione obbligata visto che da marzo il 90 per cento delle sale è chiuso. Ma anche uno shock per il settore: Cineworld, infatti, ha lasciato a casa con effetto immediato poco meno di 40 mila dipendenti che vanno ad aggiungersi ai 28 mila messi in libertà da Walt Disney.

 

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La notizia ha seminato il panico alla City dove le azioni del gruppo hanno ceduto in poche ore più del 30 per cento. Pesa il colpo basso dei mancati incassi di 007, dati per scontati visto che i produttori non più tardi di un mese fa avevano garantito l’uscita del film a novembre, ancor di più una situazione debitoria ormai insostenibile dopo sei mesi di : 1,6 miliardi di dollari perduti nei primi sei mesi a fronte di debito per 8,2 miliardi, eredità di scelte strategiche arrischiate ma anche sfortunate. A fine 2018, infatti, il gruppo anglo americano aveva dato il via a una campagna acquisti molto impegnativa cominciata con l’acquisto, per 1,8 miliardi di dollari, di una catena Usa, Regal Entertainment, e che doveva proseguire quest’anno con un altro blitz da 2,2 miliardi di dollari, stavolta sulla canadese Cineplex. Grazie a queste operazioni Cineworld si sarebbe garantita, secondo i calcoli dei vertici, una sorta di monopolio quasi inespugnabile sull’accesso dei film in prima visione, contrastando così l’avanzata di Netflix e di Amazon che, forti dei risultati dello streaming, già muovono alla conquista delle sale. Ma la pandemia ha sconvolto i calcoli. A Cineworld, infatti, è venuta meno la materia prima. Quest’anno i grandi di Hollywood hanno messo a disposizione delle sale una sola pellicola di grande richiamo, cioè Tenet, obbligando le grandi catene a riciclare i titoli del passato, da Jurassic Park a Ritorno al futuro. E la carestia di Hits promette di durare per almeno tutta la prossima stagione. I prossimi titoli da cassetta sono già slittati di un anno, da Fast & Furious a Halloween mentre l’ennesima trilogia di Guerre Stellari arriverà a cavallo tra il 2022 e il 2023. Insomma, Hollywood è convinta che le novità imposte dal lockdown non avranno vita breve. Per rivedere le sale piene si dovrà attendere un bel po’. Nella speranza che, nel frattempo, il pubblico non perda l’abitudine al piacere di una visione al buio, popcorn in mano, a vantaggio dello streaming nel salotto di casa. Già si vedono i primi segnali di resa.

 

Un mese fa l’Amc, l’altro grande proprietario di sale in Usa, ha siglato un’intesa con la Universal: l’esclusiva per la prima visione in sala scende a soli 17 giorni contro i 75 di prima. Ovvero la casa di produzione può mettere in vendita la visione del film dopo soli due week end in sala.

 

A dare il colpo di grazia alle vecchie sale con tanto di maschere e cassiere arriva la diserzione di James Bond e e delle altre hits, decisive per sostenere gli incassi. Le statistiche Usa (ma in Italia i dati non sono dissimili) dimostrano che l’80 per cento delle entrate da botteghino viene realizzato non più di 20 film all’anno. Ovvero, se vengono meno i prodotti di maggiore appeal, la sala è morta. Non solo nel Regno Unito. Pensaci tu, caro James Bond. Solo tu puoi convincere  i mercati che, nonostante il Covid 19, non è ancora arrivato il tempo di morire.

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