editoriali
Recovery lavoro
Una via non demagogia per i rinnovi contrattuali. Idee per governo e sindacati
Non si va in piazza per dire che va tutto bene, ma non si va neanche in piazza a parlare di rinnovi contrattuali e di ruolo del sindacato nelle decisioni sull’utilizzo del Recovery fund se ci si intende preparare a un autunno caldo e allo scontro sociale. Oggi i sindacati hanno mostrato che molto di ciò che si è detto di loro e dei lavoratori, compresa la descrizione con toni accorati e preoccupati dell’imminente stagione, non era vero o era usato solo in modo politicamente strumentale. Le difficoltà esistono ma vengono lette da Cgil, Cisl e Uil con una notevole dose di pragmatismo e con una serie di distinzioni ben ponderate. C’è un problema che riguarda i contratti scaduti da lunga data. Maurizio Landini ha citato quello della sanità privata, scaduto da 12 anni, ormai predisposto e accettato nelle grandi linee, ma bloccato, sostiene il segretario della Cgil, da un veto occulto di Confindustria.
Non si va in piazza per dire che va tutto bene, ma non si va neanche in piazza a parlare di rinnovi contrattuali e di ruolo del sindacato nelle decisioni sull’utilizzo del Recovery fund se ci si intende preparare a un autunno caldo e allo scontro sociale. Oggi i sindacati hanno mostrato che molto di ciò che si è detto di loro e dei lavoratori, compresa la descrizione con toni accorati e preoccupati dell’imminente stagione, non era vero o era usato solo in modo politicamente strumentale. Le difficoltà esistono ma vengono lette da Cgil, Cisl e Uil con una notevole dose di pragmatismo e con una serie di distinzioni ben ponderate. C’è un problema che riguarda i contratti scaduti da lunga data. Maurizio Landini ha citato quello della sanità privata, scaduto da 12 anni, ormai predisposto e accettato nelle grandi linee, ma bloccato, sostiene il segretario della Cgil, da un veto occulto di Confindustria.
Potrebbe essere un motivo di scontro ma è anche vero che in altri settori, prima l’alimentare, poi il vetro, poi la gomma-plastica, gli imprenditori hanno firmato, sollevando, senza farsene un gran problema, una reprimenda nei loro confronti da Confindustria per l’iniziativa troppo autonoma. Mentre gli stessi metalmeccanici hanno avviato i tavoli preparatori per il rinnovo e hanno quindi tolto intensità allo scontro sul loro nuovo contratto. I sindacati poi dividono bene i loro interlocutori e se con Confindustria stanno usando la tecnica delle foglie di carciofo (un contratto alla volta) con il governo si preparano ad aprire la stagione del pubblico impiego e intendono essere presenti anche al tavolo delle decisioni sull’utilizzo dei fondi europei. Obiettivo per il quale, si comincia a capire, dovranno penare più che per i rinnovi. Il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha chiesto conto delle mancate risposte del ministro Stefano Patuanelli alle richieste di confronto sui temi delle crisi industriali e anche sugli strumenti da mettere in azione con il Recovery plan. Il ministro non fa nulla per smentire le lamentele sindacali, forse per gelosie interne ai 5 stelle. Sarebbe bene che recuperasse l’iniziativa dei primi mesi di governo o almeno la rubrica del telefonino con i numeri dei leader sindacali.