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Bentistà

Il ricatto sul lavoro di Emiliano. Vale tutto per battere le destre?

Marco Bentivogli

Le responsabilità nel caos dell’Ilva, la crescita che rallenta e altri clamorosi disastri economici. Appunti per Gualtieri

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In Italia la disoccupazione giovanile è ormai il doppio della media europea. Da ciò che vediamo dagli ultimi dati Istat la gran parte degli ulteriori disoccupati causati dal lockdown sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 34 anni. In questo paese Beppe Grillo parla con disinvoltura di “ricatto del lavoro”. Non c’è da sorprendersi che il diritto al lavoro nella società signorile di massa non sia mai preso in considerazione come una battaglia fondamentale per il paese. Questa settimana, però, il degrado politico e civile ha toccato il fondo. A una settimana dal voto, il presidente uscente della regione Puglia, Michele Emiliano, ha organizzato una convention in un teatro, dove ha presenziato alla firma dei contratti di assunzione a tempo indeterminato di circa duecento precari. L’iniziativa era stata annunciata via social e web dall’assessore allo Sviluppo economico, Cosimo Borraccino, il cui predecessore – sempre in giunta con Emiliano – è stato costretto alle dimissioni dopo un’inchiesta di Striscia la Notizia sulle medesime assunzioni.

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In Italia la disoccupazione giovanile è ormai il doppio della media europea. Da ciò che vediamo dagli ultimi dati Istat la gran parte degli ulteriori disoccupati causati dal lockdown sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 34 anni. In questo paese Beppe Grillo parla con disinvoltura di “ricatto del lavoro”. Non c’è da sorprendersi che il diritto al lavoro nella società signorile di massa non sia mai preso in considerazione come una battaglia fondamentale per il paese. Questa settimana, però, il degrado politico e civile ha toccato il fondo. A una settimana dal voto, il presidente uscente della regione Puglia, Michele Emiliano, ha organizzato una convention in un teatro, dove ha presenziato alla firma dei contratti di assunzione a tempo indeterminato di circa duecento precari. L’iniziativa era stata annunciata via social e web dall’assessore allo Sviluppo economico, Cosimo Borraccino, il cui predecessore – sempre in giunta con Emiliano – è stato costretto alle dimissioni dopo un’inchiesta di Striscia la Notizia sulle medesime assunzioni.

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Ciò nonostante, è nuovamente candidato col Pd pur avendo un procedimento penale aperto. Sull’episodio di lunedì già pende un ricorso al Tar e chissà se anche l’attivissima procura di Taranto procederà agli accertamenti del caso e valuterà gli eventuali profili d’illiceità proprio per le assunzioni senza concorso. D’altronde, finora il governo è stato complice: lo confermano il silenzio e l’assenza di qualunque iniziativa sulla vicenda Ilva, evidentemente allo scopo di non disturbare la campagna elettorale. Insomma: siamo ben oltre il fondo del barile. È vero che siamo lontani dallo spirito di Di Vittorio, dai valori di liberazione di Don Tonino Bello, ma adesso basta! La Puglia ha il tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Italia. La ricerca di un posto di lavoro non può rientrare nel mercimonio elettorale. Dal Partito democratico non vi è stata alcuna presa di distanze.

 

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Non solo: il giorno dopo, uno dei ministri più seri del governo, Roberto Gualtieri, ha parlato di “lavoro straordinario” da parte del governatore Emiliano. Peccato che, come ricorda l’ottimo Capone su questo giornale, i dati dicano altro. Vediamolo questo “lavoro straordinario”: secondo il rapporto sulle economie regionali della Banca d’Italia, “nel 2018 l’economia della Puglia è cresciuta in misura più contenuta rispetto all’anno precedente e alla media nazionale” e il valore aggiunto è “ancora inferiore rispetto ai valori pre-crisi in tutti i principali comparti”. Nel 2019 la situazione non è cambiata e nel 2020 l’attività economica “sarà influenzata dalle vicende che riguardano lo stabilimento ArcelorMittal di Taranto”, che Emiliano voleva chiudere perché nocivo ma ora vuole tenere aperto perché necessario, e i cui proprietari (i Mittal) erano secondo lui venuti in Italia “per far cadere il governo Conte” ma ora vorrebbe diventare loro socio entrando con la regione nel capitale se solo il governo Conte non glielo impedisse.

 

L’andamento delle esportazioni è in controtendenza rispetto al trend nazionale e del resto del Mezzogiorno: l’export è stagnante da anni (a parte un aumento nell’ultimo anno), mentre in Italia e nel Mezzogiorno è cresciuto in modo consistente. Le costruzioni e il mercato immobiliare vanno male: le compravendite crescono a un’intensità inferiore alla media nazionale e del Mezzogiorno e il valore degli immobili continua a calare inesorabilmente dal 2011 (ultimo dato: -1,4 per cento nel primo semestre 2019). Le immatricolazioni delle autovetture calano e più intensamente della media nazionale. Il lavoro langue: “I livelli occupazionali in Puglia restano inferiori del 3,7 per cento (47 mila unità) rispetto al picco precedente la crisi del 2008”, dice sempre la Banca d’Italia.

 

Più in generale la ripresa è fiacca, la produttività del lavoro addirittura diminuisce e il pil pro capite è il 62 per cento della media europea, il livello più basso d’Italia dopo Calabria e Sicilia. Cresce il turismo, ma in rapporto alla popolazione la Puglia è solo la quindicesima regione per presenze turistiche. Ma vogliamo fondare l’economia di un'intera regione solo sul turismo come propone il presidente della provincia di Taranto, di Forza Italia ma eletto grazie a Emiliano e al Pd? Non parliamo di banche, con la Popolare di Bari fallita e sempre difesa ed elogiata da Emiliano e dal ministro Boccia, con cui sono pronti a iniettare 60 milioni dei contribuenti pugliesi. La disoccupazione è un problema economico e di sussistenza drammatico, è un problema di cittadinanza. È un problema di democrazia, senza lavoro “si tappa la bocca ad intere generazioni” diceva Ezio Tarantelli.

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Il Pd non può dichiararsi “forza di cambiamento” e avere nelle sue fila dirigenti, peraltro con ruoli istituzionali, che utilizzano simili metodi. Il principio secondo cui vale tutto per “fermare le destre” ormai è una favoletta che non regge più. Anche perché tra i sostenitori di Emiliano c’è il sindaco di Nardò, attivista di Casapound e ripreso durante la fascistissima cerimonia del “presente” in onore del “camerata Ramelli”. In analogia al dibattito referendario, lo spieghiamo col “non lasciamo il monopolio del rapporto con i fascisti alla destra?”. E non vale neanche la logica che in periferia ci si ritrova perché conta “la persona”. Quando escono simili frullati il collante si chiama sempre potere e spartizione in nome del “bene comune” del gruppo dirigente.

 

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Dopo quanto ha combinato su vaccini, Xylella, Tap e Ilva, un partito serio chiede al responsabile di farsi da parte. Perché anche una vittoria “malata” fa più male che bene, anche nella battaglia permanente “contro le destre”. Dopo aver denunciato la scomparsa della vicenda Ilva, il Pd – sceso ieri a Taranto – ci rassicura. Andrà ad idrogeno, decarbonizzata o niente, dicono. Siamo d’accordo. Peccato che i progetti più avanzati come quello scandinavo Hybrit dicono che se ne parla dopo il 2026, come minimo. Inoltre, si parla di piccoli impianti pilota: non certo della più grande acciaieria d’Europa! E nel frattempo? Fino al 2026 cassa integrazione? E poi occupazione per quanti? Che fine hanno fatto i due forni elettrici da comprare e installare, l’Hub del pre-ridotto? Della serie: “tieni la linea, sii ambiguo”.

 

L’idrogeno è un vettore e per produrlo con le tecnologie disponibili servono costi 6-7 volte superiori a fonti fossili alternative. Esiste una tecnologia italiana che, trasformando i rifiuti plastici tramite un processo di riciclo chimico, è in grado di produrre idrogeno e altri composti per l’industria in un’ottica vera di economia circolare. Ma avete presente mettere insieme la parola trasformazione, plastica e rifiuti? La demagogia contro tutte le innovazioni è stato il pane per i denti del califfato peronista pugliese. Non so se servirà a “battere le destre” ma ad oggi ha fatto tanto male alla Puglia e al Partito democratico.

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