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Il volo di Salvini su Alitalia

Redazione

Fare il rigorista europeista fuori tempo massimo è un pochino ridicolo

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A destra si comincia a passare dalle dirette Facebook ai contenuti. E così Matteo Salvini, probabilmente spinto dalla lettera di Giorgia Meloni al Corriere della Sera sulla rete unica, ha scritto al Sole 24 Ore per parlare di Alitalia. Il leader della Lega contesta la nazionalizzazione portata avanti dal governo, troppo costosa e senza un piano industriale credibile, problemi che peraltro su questo giornale abbiamo sollevato più volte. Oltre al rigore sul fronte dei conti pubblici, un’innovazione per la retorica spendacciona leghista, Salvini arriva addirittura a invocare le norme europee: “La Commissione europea darà via libera” alla newco “solo a condizioni stringenti dal punto di vista finanziario e strutturale”. Rigorista ed europeista, quindi. La soluzione proposta però è fantascientifica: “Taglio agli sprechi”, “viaggi a lungo raggio”, “grande attenzione a Fiumicino e Malpensa” e nessun esubero. Il tutto con un decimo dei costi: “Per far funzionare la nuova realtà basterebbero circa 300 milioni anziché i 3 miliardi che il governo vuole mettere”.

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A destra si comincia a passare dalle dirette Facebook ai contenuti. E così Matteo Salvini, probabilmente spinto dalla lettera di Giorgia Meloni al Corriere della Sera sulla rete unica, ha scritto al Sole 24 Ore per parlare di Alitalia. Il leader della Lega contesta la nazionalizzazione portata avanti dal governo, troppo costosa e senza un piano industriale credibile, problemi che peraltro su questo giornale abbiamo sollevato più volte. Oltre al rigore sul fronte dei conti pubblici, un’innovazione per la retorica spendacciona leghista, Salvini arriva addirittura a invocare le norme europee: “La Commissione europea darà via libera” alla newco “solo a condizioni stringenti dal punto di vista finanziario e strutturale”. Rigorista ed europeista, quindi. La soluzione proposta però è fantascientifica: “Taglio agli sprechi”, “viaggi a lungo raggio”, “grande attenzione a Fiumicino e Malpensa” e nessun esubero. Il tutto con un decimo dei costi: “Per far funzionare la nuova realtà basterebbero circa 300 milioni anziché i 3 miliardi che il governo vuole mettere”.

 

Non si comprende come questo piano dovrebbe stare in piedi. E’ difficile credere alle soluzioni immaginifiche della Lega, visto che quando ha avuto ruoli di responsabilità ha sempre impedito quelle concrete. A partire da quando ha ostacolato in tutti i modi la soluzione Air France e poi quella Lufthansa, sempre per salvaguardare gli interessi delle proprie constituency elettorali. Nel “contratto del cambiamento” firmato con Di Maio, Salvini ha sottoscritto il salvataggio dell’Alitalia. Ha sempre invocato l’intervento dello stato per evitare “svendite” (ma chi se la compra?). Quando la Lega era al governo questo prodigioso piano di rilancio non esisteva e, anzi, sono falliti i tentativi di guidare il salvataggio parastatale attraverso le Ferrovie. “Fosse per me nazionalizzerei tutto”, era la linea del responsabile economico leghista Claudio Borghi. Su questo tema Salvini non può permettersi di criticare il M5s perché, quando aveva responsabilità, ne ha sempre condiviso la linea. Se ora dà buoni consigli è perché non può più dare il cattivo esempio.

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