PUBBLICITÁ

Editoriali

La fiducia nei Btp ora va conquistata

Redazione

Il segnale positivo dell’asta, il ruolo europeo. Ma guai se si perde di vista il Mes. Ogni fonte di finanziamento va usata

PUBBLICITÁ

Con un’inconsueta asta alla vigilia di Ferragosto – che non si teneva da dieci anni – il Tesoro ha collocato Btp per 6,75 miliardi di euro. Di questi, 2,75 miliardi scadranno nel 2023 e offriranno un rendimento dello 0,08 per cento, 3,93 miliardi nel 2027 allo 0,72 per cento e 1,25 miliardi nel 2050 all’1,9 per cento.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Con un’inconsueta asta alla vigilia di Ferragosto – che non si teneva da dieci anni – il Tesoro ha collocato Btp per 6,75 miliardi di euro. Di questi, 2,75 miliardi scadranno nel 2023 e offriranno un rendimento dello 0,08 per cento, 3,93 miliardi nel 2027 allo 0,72 per cento e 1,25 miliardi nel 2050 all’1,9 per cento.

PUBBLICITÁ

 

Si tratta di un esito non scontato e due volte positivo: i tassi a cui il mercato ci presta i soldi continuano a ridursi e abbiamo raccolto l’intero importo preventivato. Significa, insomma, che quel clima di fiducia che si è creato resiste, grazie soprattutto alla credibilità con cui la Banca centrale europea, la Commissione e il Consiglio Ue stanno mettendo in atto i rispettivi programmi di sostegno alla ripresa.

 

PUBBLICITÁ

Lo stesso governo italiano può giustamente rivendicare parte del merito: senza la netta adesione al progetto europeo, difficilmente le acque sarebbero tanto tranquille. Ha fatto bene, quindi, il Tesoro a perseguire questa strategia, che ci consente di mettere in cascina risorse preziose a un costo contenuto. Tuttavia, è presto per cantare vittoria. Le nostre finanze pubbliche rimangono precarie, il deficit quest’anno sarà pesantissimo e la zavorra del debito segnerà qualunque scelta di politica di bilancio per decenni.

 

 

Lo spread – seppure in flessione – resta importante (circa 140 punti base). Insomma, sebbene gli indicatori siano tutti timidamente positivi, c’è ancora molta strada da fare e non possiamo ritenerci al sicuro. Proprio per questo, la buona performance delle ultime aste non deve far uscire dall’agenda il tema del Mes: la quantità di spese da finanziare è talmente vasta che ogni fonte di finanziamento va usata, specie se ha un costo basso o addirittura nullo (il Mes può finanziarci a un tasso circa zero su un arco di dieci anni).

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Anzi: i mercati ci fanno questa apertura di credito perché si sono convinti che il governo non voglia sacrificare la razionalità contabile alle beghe interne. Palazzo Chigi ha la responsabilità di dimostrare che la fiducia verso l’Italia è meritata, non azzardata.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ