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Il decreto “Agosto” non affronta i problemi strutturali del paese

Ugo Bertone

Sostegni ma manca il rilancio. Fiscalità di vantaggio per il Sud, proroga del blocco dei licenziamenti. E' una manovra omnibus

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A Consiglio dei ministri ancora in corso, si può comunque provare a tracciare una valutazione, di aggiornamento bozza in aggiornamento bozza (stavolta “salvo intese” lo aggiungiamo noi), del provvedimento con cui il governo di Giuseppe Conte è chiamato a dare una spinta determinante alla rilancio dell’economia e all’uscita dall’emergenza del (post) Covid-19.

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A Consiglio dei ministri ancora in corso, si può comunque provare a tracciare una valutazione, di aggiornamento bozza in aggiornamento bozza (stavolta “salvo intese” lo aggiungiamo noi), del provvedimento con cui il governo di Giuseppe Conte è chiamato a dare una spinta determinante alla rilancio dell’economia e all’uscita dall’emergenza del (post) Covid-19.

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Tra le novità e le new entry, che hanno portato a 103 gli articoli contro i 91 delle prime versioni del testo, per un pacchetto di misure da 25 miliardi di euro tra provvedimenti paracadute per l’occupazione e il reddito, misure a sostegno dell’economia e dei consumi (pochi) ed intervento, ci sono le rimodulazioni delle scadenze fiscali e l’avvio del super ecobonus al 110 per cento su cui si ripongono molte speranze.

 

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Le ultime novità, s’è detto, riguardano le scadenze fiscali. Si è deciso che le tasse sospese nei mesi del lockdown non andranno più saldate entro la fine del 2020 ma in due anni, con 24 rate mensili.

 

Ma la nuova bozza non sposta il primo appuntamento previsto col fisco per il 16 settembre. Si può ovviamente saldare subito, o dopo un acconto del 50 per cento rateizzare il resto, a partire da gennaio 2021. Le rate però saranno molto più leggere perché da 4 diventano 24.

 

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A essere diluiti sono i versamenti di tasse, contributi e ritenute previsti per marzo, aprile e maggio. Viene confermata la proroga del blocco dei licenziamenti per le aziende che hanno ricevuto aiuti per il Covid-19, una delle misure più discusse negli ultimi giorni. Se da una parte il governo proroga lo stop dei licenziamenti, dall’altra mette in campo la Naspi per chi decidesse volontariamente di aderire a un accordo collettivo per la risoluzione del rapporto di lavoro.

 

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Nel provvedimento viene confermato l’aumento del reddito di emergenza (400 euro). Viene introdotta la fiscalità di vantaggio per il Sud, altro tema a lungo dibattuto, garantendo un’agevolazione del 30 per cento dei complessivi contributi previdenziali per tutte le aziende che operano nel Mezzogiorno.

 

C’è la novità, destinata a fare molto titolo, di un Fondo per la formazione delle casalinghe: 3 milioni l’anno a partire dal 2020. Molto si punta sul superbonus ecologico al 110 per cento. La detrazione, ripartita in 5 anni, cedibile anche a banche e assicurazioni o all’impresa che effettua i lavori sotto forma di sconto in fattura, riguarda tutti quegli interventi che riducono l’impatto ambientale degli edifici, producono un risparmio energetico e proteggono dai rischi sismici: sono inclusi, tra gli altri, interventi come l’installazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica sugli edifici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.

 

Nelle intenzioni, un volano verso la svolta green. Il contestato (e complicato) bonus ristoranti risulta stralciato. Per il resto – in quota sostegno emergenziale più che di rilancio strutturale – ci sono ad esempio i triplicati fondi per il bonus babysitter per gli operatori sanitari. La bozza del decreto porta da 67,6 a 236,6 il finanziamento per per medici e infermieri, tecnici e operatori sociosanitari, mentre viene ridotto il fondo per il bonus per colf e badanti: da 460 a 291 milioni.

 

Alla Sanità è diretto l’impegno di stanziare fondi per gli straordinari del personale per smaltire le liste d’attesa delle prestazioni che si erano fermate causa Covid. Ci saranno 80 milioni nel 2020 e 300 milioni nel 2021 per la ricerca e l’eventuale acquisto di vaccini anti-Covid prodotti da industrie italiane, e 600 milioni nel triennio per la messa in sicurezza di infrastrutture e nuove realizzazioni. Nel complesso, l’impressione di una manovra omnibus che cerca di non tralasciare niente, ma non un grande piano, ad esempio sul tema del lavoro, capace di incidere sui problemi strutturali del paese, aggravati, e non solo creati, dalla pandemia.

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