Il Veneto, quasi un deserto
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Paradigma Del Vecchio
Non c’è solo il risarcimento morale per i morti del Polcevera, né quello economico (chi sbaglia paga), non basta neppure il riflesso pavloviano contro i “padroni delle autostrade”, perché l’amputazione di Atlantia è un tassello della partita politica la cui posta è dentro gli equilibri di potere in Italia e nel Veneto, roccaforte della Lega ancor più oggi dopo il disastro lombardo. E’ vero, i Benetton come famiglia e come gruppo venivano considerati più amici del centrosinistra che del centrodestra e questo ha aizzato contro le polemiche leghiste e gli attacchi pentastellati (a lungo paralleli e convergenti), tuttavia oggi un loro crollo farebbe cadere un altro pezzo importante di quei poteri forti del nord-est che si sono via via indeboliti e poi sgretolati. Una volta tanto non per colpa della pandemia. Certo, il Covid-19 è un luttuoso macigno, ma il capitalismo veneto si è sfarinato nel corso degli ultimi dieci anni come e più che nel resto d’Italia, e i suoi colossi hanno rivelato i loro piedi d’argilla. Colpa della doppia recessione italiana, quella del 2008-2009 e del 2011-2012, colpa della globalizzazione, colpa dell’euro, colpa dei cinesi (con i quali peraltro i veneti hanno sempre trattenuto rapporti privilegiati, fin dai tempi della Serenissima), c’è l’esaurirsi degli spiriti animali, la sindrome dei Buddenbrook, ciascuno cerca il proprio capro espiatorio, a seconda della collocazione politica o della inclinazione culturale, ma la storia è tortuosa e la spiegazione non si presta a semplicistiche scorciatoie. Il catalogo è questo ed è davvero impressionante.
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